di Rocco Boccadamo
Prima domenica di marzo 2012, nel dopo pranzo compio una puntatina ad Otranto, “perla” del Salento, impareggiabile per bellezza e storia, ormai diffusamente conosciuta, senza tema d’esagerare, in tutto il mondo.
Passo accanto al Castello, sosto brevemente in Cattedrale e, subito dopo, mi dirigo verso il gioiello artistico e architettonico rappresentato dalla Chiesa bizantina di S. Pietro, uno dei simboli della cittadina.
Purtroppo, con amarezza in bocca e profonda delusione nella mente e nel cuore, trovo la porta del Tempio sbarrata.
Al che, non resisto ad interrogarmi d’istinto e ad alta voce, dentro, senza che alcuno possa udire: “Ma come, anche se è domenica pomeriggio, si lascia chiuso un monumento del genere?”
Non so con certezza a quale autorità faccia capo l’amministrazione del sito (Archidiocesi, Comune, Provincia, Regione, Ministero dei Beni Culturali), tuttavia, al di là del nome dell’Ente o Istituzione di riferimento, a mio avviso si tratta di una situazione ingiustificata, paradossale, assurda: pur tenendo conto, che rendere e mantenere costantemente fruibile un bene artistico comporta un lavoro organizzativo e anche costi di natura economica (questi ultimi, peraltro, penso, recuperabili, se non in tutto almeno in parte, mediante simbolici ticket, dai visitatori).
Chiaramente, il presente, è il mio punto di vista personale, una voce isolata che, in quanto tale, non può approdare ad alcunché.
Per ciò, in esclusivo spirito d’amore di affetto, rispetto e ammirazione nei confronti di Otranto e di un suo eccezionale Tesoro, ardisco darne diffusione sulla stampa e nel web, con l’auspicio e la sincera speranza che tantissimi amici vorranno condividere e affiancare il mio pensiero e così ottenere, attraverso un grande mare di sensibilizzazione, che la Chiesa bizantina di S. Pietro in Otranto sia tenuta continuativamente aperta e visitabile, beninteso nell’ambito di ragionevoli fasce orarie.
In realtà sino a qualche anno fa, proprio di fronte abitava un signore anziano che fungeva da custode. A lui ci si rivolgeva per visitare la Chiesa e ovviamente non tutti i turisti erano a conoscenza di questo tipo di gestione. Purtroppo ora non c’è più, quindi, se possibile, la situazione è peggiorata. Infatti, è necessario rivolgersi direttamente in diocesi e concordare, secondo le loro disponibilità, l’orario per una visita. Questa almeno era la prassi sino allo scorso anno. In alternativa si deve attendere la celebrazione di una funzione religiosa o di un matrimonio. Va detto anche, che questa è una situazione generalizzata a tutti i piccoli “tesori” sparsi per l’Italia.
Anch’io mi unisco alla protesta:è un peccato che un gioiello del salento bizantino e ortodosso sia poco conosciuto…o meglio non fatto conoscere.
Comunque ogni volta che vado lì per contemplarlo e anche per meditare mi rivolgo alla sacrestia della Cattedrale dove è sempre disponibile qualcuno con le chiavi.