A seguito dell’articolo di Giuseppe Massari su San Sabino patrono di Gravina, pubblicato su questo spazio web, il maestro Peppino Di Nunno da Canosa ci ha inviato una precisazione che smentisce l’ipotesi e che ci sentiamo in dovere di pubblicare.
di Peppino Di Nunno
L’interrogativo posto prudentemente dalla Redazione sulla figura di San Sabino patrono di Gravina, richiede, come tutte le conoscenze, una verifica alla luce di una ricerca storiografica e di fonti autorevoli da consultare.
Non c’è alcun intento di esprimere giudizi sull’autore dell’articolo che attesta il patronato di Gravina di San Sabino, ma nella verifica occorre apportare elementi e fonti consultate per la chiarezza delle conoscenze obiettive, per non ingenerare nei lettori e nei canosini credenze infondate.
Esprimo anzi apprezzamento per l’autore dell’articolo, Pasquale Ieva, per averci fatto scoprire l’esistenza nella Chiesa di Vaglio in Basilicata di un affresco di San Sabino, riconducibile al Vescovo canosino, cui tutti siamo affezionati e legati da devozione.
Già in precedenza ho dovuto chiarire l’infondatezza del San Sabino di Fermo e Spoleto, che da ricerche fonti storiografiche e da voci autorevoli del territorio, come il Direttore dell’Archivio della Curia e il Direttore della Biblioteca comunale, non coincide con il nostro San Sabino, essendo sostanzialmente un Martire, come attestano le fonti storiografiche di San Gregorio Magno.
Da questa mia ricerca e dalle ricerche storiche emergono soprattutto alcune linee metodologiche che non possono essere disattese nella formulazione di una tesi da parte nostra.
L’effigie non basta, l’iconografia non è sufficiente, come anche l’aneddotica medioevale, in quanto le immagini dei vescovi santi spesso si somigliano. L’iconografia non basta a meno che non venga supportata da date, da stemmi, da iscrizioni, come riscontriamo nelle tele antiche della nostra Cattedrale che ritraggono San Felice e i Vescovi Probo, Memore, Ruffino, Pietro.
L’iconografia non basta se non supportata da fonti storiografiche, da citazioni bibliografiche e soprattutto dalla bibliografia vivente delle voci autorevoli del territorio di riferimento nella verifica.
Con queste linee metodologiche procedo personalmente lasciando spesso le pagine web, peraltro da comparare e accertare, comunicando direttamente con le personalità ed istituzioni autorevoli del territorio. L’interrogativo risulta infondato non nell’articolo, ma alla luce delle conoscenze acquisite nel corso della verifica.
La prima verifica del San Sabino Patrono di Gravina è stata indirizzata alla bella pagina web della Chiesa di Nazareth in Vaglio, peraltro riportata in molte parti nell’articolo del nostro periodico.
Ho contattato personalmente il Parroco, storico della Chiesa di Vaglio, don Teodosio Avigliano, che ringrazio vivamente per la sua collaborazione e competenza e per le sue iniziative. E’ diventato per me anche un amico che ha precisato dell’articolo di fonte giornalistica della Regione con lo spirito di valorizzare la figura di San Sabino di cui ho ricevuto alcune fotografie: è un affresco che è stato nel passato materialmente riscoperto e che richiede un restauro anche per l’iscrizione che scorre in alto. Realmente l’iscrizione sulla cornice dell’affresco “Santus Sabinus” sembra proseguire, ma il parroco don Teodosio ha comunicato che non si riesce a decifrare altro di questo affresco presente nella Chiesa extra moenia di San Donato tra le “quasdam imagines sanctorum parietibus depictas”.
Questo lo spirito apprezzato del sacerdote don Teodosio che, congiuntamente al Comune, informato da me sulle fonti di Gravina, ha provveduto autonomamente e volontariamente alla correzione della pagina web che ora riporta: “San Sabino patrono di Canosa di Puglia”. E’ un merito che valorizza ancor più le radici del patronato canosino del Vescovo San Sabino. La chiesa di Vaglio legata alla Chiesa di Nazareth di Barletta ha assunto anche la devozione a San Sabino, peraltro già presente a Barletta come attesta un manoscritto del 1500 di mons. Salvatore Santeramo che parla dell’ “epoca del Vescovo di Canosa, S. Sabino, e dell’esistenza di una Chiesa di S. Andrea in Barletta consacrata da questo Vescovo”.
La verifica si è concentrata poi, come richiede l’interrogativo della Redazione, sulla città di Gravina, che è la più titolata ad avvalorare la tesi della figura di San Sabino, Patrono di Gravina.
Ho sfogliato fra le pagine web della storia di Gravina non trovando alcun riscontro, ma solo le autorevoli Istituzioni e personalità che, ricevendo con perplessità l’asserzione, mi hanno riportato un riscontro negativo della tesi precisando che nella Civitas Gravinae è patrono da secoli San Michele Arcangelo, presente anche nella Grotta di San Michele.
Ritengo che, se san Sabino fosse stato Patrono di Gravina, di certo lo saprebbero a Gravina con tracce e fonti storiografiche, soprattutto nella Cattedrale citata, da me visitata molti anni addietro conla Direttricedella mia Scuola di origini gravinesi.
Ho contattato l’Archivio della Biblioteca del Comune, il Museo Fondazione Pomarici in cui il sig. Marco Sallicati, che nella sua matura competenza non ha dato alcuna prova e traccia di San Sabino patrono di Gravina o comunque presente nella storia della Civitas Gravinae.
Anche il prof. Giuseppe Lucatuorto, autore del pregevole testo “Gravina, Sidion, Silvium” da me contattato ha dichiarato: “ho insegnato per sette anni a Gravina, ma non mi risulta alcuna presenza di San Sabino Patrono di Gravina. Il suo testo è una fonte storiografica preziosa sulla Gravina Ellenica (Sidion) , romana (Silvium) e cristiana. Già al tempo degli Orsini è presente il Patrono San Domenico prima di San Michele.
La persona autorevole da me contattata è rappresentata da don Saverio Paternoster, Direttore dell’Archivio Capitolare, autore di studi sulla Cattedrale e depositario della storia ecclesiale gravinese. Il Canonico Direttore conferma la figura del Patrono San Michele e di un patrono minore, San Filippo Neri, ma non conferma assolutamente la figura di San Sabino, Patrono di Gravina.
Insieme al Reverendo si parla di una contrada sulla strada per Altamura dove esiste Casal Sabini. Mala Biblioteca di Altamura mi precisa che si tratta di una contrada proprietà nel 1860 del Conte Celio Sabini, originario di Altamura:la Torre Sabini è stata oggetto di restauro da parte del Comune proprio nel 2009. Esiste in riferimento una pergamena di Altamura preso l’Archivio di Stato di Bari.
Il Direttore dell’Archivio mi precisa che esiste solo un riferimento tra i titoli del “Vescovo di Gravina, Abate di San sabino presso Ruvo”
Non si tratta di una devozione gravinese a San Sabino, ma di un titolo di aggregazione di due Diocesi.
Infatti la mia ricerca storiografica approfondisce le radici di questo titolo in riferimento alla piccola Chiesa di San Sabino donata “per fustem” alla Chiesa di Montepeloso, attuale Irsina dopo il 1895. Lo storico prof. Don Nicolino Di Pasquale, che ringraziamo sentitamente, mi ha inviato copia dell’atto notarile in Ruvo del 6 aprile 1233 della pergamena più antica dell’Archivio Vescovile di Irsina, che riporta la figura del “Priore di San Sabino”. “Fu un priorato, divenuto poi abbazia di San Sabino apud Rubos (presso Ruvo). Era una chiesetta edificata al tempo dei Normanni dai monaci Benedettini francesi di Alvernia. Oggi esistono dei ruderi in contrada Iuso o degli Orti. Dopo il 1818 con la soppressione della Diocesi di Irsina e la sua aggregazione alla Diocesi di Gravina, il Vescovo di Gravina assunse anche il titolo di abate di San Sabino, configurato in precedenza nel Vescovo di Irsina”.
In ordine poi al quadro del dipinto del soffitto della Cattedrale di Gravina si parla nel testo del prof. Lucatuorto di “Santi Patroni della Nazione della Puglia”, ma prescindendo da San Nicola, figura presente a Gravina, non abbiamo al momento elementi certi della raffigurazione di San Sabino. Attendiamo gli studi che negli anni scorsi autorevolmente ha compiuto proprio il Direttore dell’Archivio Capitolare, don Saverio Paternoster, che ringraziamo e apprezziamo.
La verifica in conclusione è servita non solo a chiarire, ma come ha detto don Teodosio Avigliano a riscoprire la figura di San Sabino presente nella Chiesa di Vaglio Basilicata, a valorizzare ancor piùla Chiesadi Irsina,la Chiesadi Gravina nella Gloria dei santi e nello spirito di comunione della fede cristiana.
Canosa di Puglia, 21 marzo 2010
La ricerca è stata pubblicata sul Campanile, periodico della Cattedrale San Sabino .