Il tempo scorre lento o veloce a seconda della percezione soggettiva del momento. A Giovanni sembra che il tempo viaggi a passo di lumaca. L’impazienza di crescere, di diventare adulto e padrone del proprio destino, si scontra con la realtà dei suoi dieci anni. Una realtà antitetica a quella di suo padre Narduccio, contadino, la cui inerzia caratteriale e inconcludenza fattiva, lo fanno vivere giornalmente una battaglia interiore col tempo, che fugge inesorabile lasciando dietro solo sogni irrealizzati.
Le vicende della famiglia Sparella, nel romanzo di Rocco De Santis, si intrecciano con altre microstorie, ritratti di personaggi che a turno sfilano sul proscenio della narrazione. Ogni storia diventa quasi un paradigma, un’opzione, di come la varietà umana può vivere soggettivamente la cronologia esistenziale. Una voce fuori campo accompagna l’intero narrato commentando i punti salienti con deduzioni filosofiche. Voce che alla fine avrà un volto: il volto bifronte del Tempo.