di Elio Ria
Luoghi cari, vissuti, ricordati…
La stazione, luogo di partenze e arrivi, con il sole a stendersi sui binari e fra le case cubiche bianche. Locomotive lente, littorine verdi per un rumore di modernità.
La biblioteca, minuta, silenziosa.
Furneddhu, il passato che resiste alla stravaganza e imperiosità del presente.
Palazzo Venturi, memoria della nobiltà.
La Chiesa matrice: c’è sempre una chiesa che identifica un paese.
Alberi di Pino, l’iimobilità del ricordo di una collina.
Piazza Garibaldi, centralità di un’appartenenza.
Montegrappa, la collina verde e rocciosa dove i massi e i pini concludono sogni.
Tuglie, un paese, un luogo umile, senza superbia, espressione di un sud sincero e amaro e dolce.
Ugo Foscolo in ognuno degli esuli di questa nostra terra… A volte non serve neanche mettere tra sè e i luoghi d’appartenenza centinaia di km per provare nostalgia. E’ infatti il ricordo di momenti particolari, di fasi della vita che sublima il prospetto di una chiesa, lo spazio libero di una piazza, lo sferragliare di una littorina.In questo collage le immagini parlano incorniciate da brevi didascalie poetiche e mi spingono d’impulso a un moto d’incoraggiamento cosmico, per me stessa, per tutti: Qualunque frutto, qualunque dono ha una scorza, un nocciolo, una scatola d’imballaggio. Godiamoci allora il sapore di ciò che di buono abbiamo ricevuto perchè non sempre questo gusto è assicurato alla fine di un lungo scartare di doni o sbucciare di frutti!