NOMI DI ESSENZE VEGETALI TRA SACRO E PROFANO (4)
Lu bicchièri ti la Matònna
di Armando Polito
Nomi italiani: bicchiere della Madonna, convolvolo, vilucchio
nome scientifico: Convolvulus althaeoides L.1
nome della famiglia: Convolvulaceae
Il nome dialettale e il primo di quelli italiani sono, cosa inconsueta soprattutto per il primo, di formazione relativamente recente, dovendo la loro nascita anagraficamente documentata alla creatività poetica (o rielaborativa?) dei fratelli Grimm (XIX° secolo). Nella fiaba 207, infatti, la Madonna, stanca ed assetata promette ad un carrettiere, il cui carro che trasporta vino si è impantanato, di trarlo fuori dalla spiacevole situazione a patto che le offra un bicchiere di vino. Il carrettiere le fa notare che manca un bicchiere, ma la Madonna coglie un fiore del convolvolo, che somiglia ad un calice, e lo porge all’uomo perché glielo riempia. Così la Vergine si dissetò, il carrettiere ebbe il suo carro liberato e la pianta da allora si chiamò bicchiere della Madonna2; convolvolo è dal latino convòlvulu(m), da convòlvere=attorcigliare, a sua volta da cum=insieme e vòlvere=avvolgere, con riferimento ai suo viticci spiraliformi; etimologia simile ha vilucchio,da un latino *volùculu(m), dal precedente vòlvere; convolvulus3 è il caso nominativo del precedente convòlvulum; althaeoides è formazione latina moderna dal greco althaia, a sua volta dal verbo althaino=guarire, con evidente riferimento alle proprietà officinali (diuretiche e lassative); convolvulaceae è forma aggettivale da convolvulus.
Passo alle testimonianze antiche. Il latino Plinio, questa volta, è fuori causa per quanto detto nella nota 3. Nel contemporaneo greco Dioscoride l’essenza4 compare con il nome di smilax lèia (salsapariglia liscia) in contrapposizione alla salsapariglia vera e propria5, smilax trachèia (salsapariglia ruvida): “La salsapariglia liscia ha le foglie simili all’edera ma più molli, leggere e sottili: i germogli hanno lo stesso aspetto di quella ruvida ma non sono per nulla spinosi. Si avvolge attorno agli alberi come la ruvida, ha il frutto come di lupino, nero, piccolo, mentre i fiori sono nianchi, numerosi e rotondi per tutta la pianta. Con essa durante l’estate si realizzano tende e ripari ombrosi, ma in autunno perde le foglie. Si dice che il suo frutto bevuto con il piretro nella dose di mezzo asse per ciascun componente induce sogni lunghi e turbolenti6”.
Tutto qui? Vuol dire che, a differenza del carrettiere, dalla Madonna io non meritavo di più…
Per le altre parti:
2 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/12/plantago-coronopus-nota-come-barba-di-cappuccino/
5 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/21/ce-anche-lerba-delle-fate/
7 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/25/lerba-che-ricorda-le-unghia-del-diavolo/
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1 Appartiene alla stessa famiglia il Convolvulus arvensis L. (in italiano vilucchio o convolvolo dei campi, dai fiori bianchi, infestante) il cui nome dialettale neretino è riggitèddha; le altre varianti locali (ricitèddha a Corsano, Specchia, Ruffano e Taurisano) designano la salsapariglia. Per il Rohlfs sono tutte deformazione di viticèdda (piccola vite) che a Tricase designa la salsapariglia.
2 Anche questa, come le altre favole, è rielaborazione di una tradizione popolare, per cui sicuramente la data di nascita prima definita anagraficamente documentata è sicuramente posteriore, e di molto (anche se è impossibile o quasi quantificarlo), a quella effettiva.
3 È uno dei pochi nomi scientifici non mediati da Plinio, che nella Naturalis historia (XVII, 4) chiama convolvulus un insetto (Piralis vitis Bosch) che si avvolge nelle foglie delle viti.
4 Difficile identificarla con precisione dal momento che il genere convolvulus annovera circa 250 specie.
5 Vedi sul sito L’asparago e la salsapariglia uscito in data 8 gennaio u. s.
6 De materia medica, IV, 145.