di Pino de Luca
Sboccia il 2012, un altro anno da fine del mondo. Lo dicono i Maya. Antico popolo delle Americhe che ha previsto il
redde rationem ma non l’arrivo dei
conquistadores che li hanno sterminati. Mah.
Certo il 2012 nasce sotto il segno della “crisi”, della difficoltà di un modello economico di sostenersi. Ma si tratta di un modello umano e, come tutte le cose umane, se ha avuto un principio avrà anche una fine.
Stormiscono fronde e s’addensano nubi, anche nel collettivo senso di impotenza noi continuiamo imperterriti il nostro viaggio tra vini che cantano e fanno cantare, in territori che sono esistiti prima della crisi e dopo la crisi continueranno ad esistere. Non per disinteresse ma solo per maturata capacità di dare giusto peso alle vicende di umane genti dalle capacità inversamente proporzionali alla superbia.
Da Brindisi a Copertino, di nuovo. Ricorre questa città come altre nel mondo enologico, vere e proprie enclavi di sapienza agricola e di trasformazione.
Andiamo a casa del n. 1 indiscusso nella tecnica della produzione del vino, il Severino Garofano di origini campane che, innamoratosi del negroamaro, ha promosso una rivoluzione della quale godiamo, e speriamo di godere a lungo, i riverberi.
Severino ha prodotto, insieme alla sua signora, anche Stefano e Renata che hanno ereditato l’amore per la terra e per il vino, affinato conoscenze e capacità. Dal Negroamaro delle terre di Copertino, dalla sapienza di Severino e la pazienza della sua famiglia nasce Le Braci. Ottenuto da vendemmie tardive e bacche quasi vizze, con rimontaggi frequenti durante la lunga macerazione. Fermentazione a temperatura controllata e invecchiamento in carati piccoli contribuiscono a riempire una bottiglia che oso definire straordinaria, anzi: meravigliosa. Stappata dopo qualche anno, diciamo che cinque anni è l’età giusta, si gode di un colore rosso granato dai mille riflessi, e le stesse sensazioni le percepisce il naso, una complessità di profumi difficilissima da leggere ma di una eleganza e armonia che lascia stupefatti. Al palato si conferma ampio e pervasivo e di una freschezza insospettabile. Che dire dal punto di vista uditivo? Avete mai ascoltato gli stilemi sonori della voce di Giuliano Sangiorgi, la sua capacità di “suonare” tutte le note con le corde vocali? Eccolo allora il Negroamaro racchiuso ne Le Braci con i Negramaro spalancati da Giuliano. Ascoltate la sua versione di quella stupenda ode alla vita che si chiama Meraviglioso, scritta dall’ineguagliabile Mimmo Modugno.
C’è la crisi, ci sono i dolori e le difficoltà, il futuro sembra oscuro e il cenone più magro. Ma davvero non abbiamo nulla?
Ti sembra niente il sole!
La vita
l’amore
A San Silvestro portate a tavola Le Braci, stappato un’ora prima di consumarlo, abbinato con uno dei piatti della tradizione salentina più pura e versato in calici ampi.
Guardatevi intorno mentre ne aspirate il profumo e ne gustate il sapore e ascoltate la voce di Giuliano che arpeggia:
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia/ meraviglioso
a questo punto è facile dire: Buon 2012 a tutti.