di Pino de Luca
Che Oscar Farinetti venga in Puglia per investire non può che esser salutato come evento di indiscutibile positività. Eataly è, senza alcun dubbio, un marchio che riscuote successo a livello nazionale ed internazionale e confrontarsi con questo gigante dell’enogastronomia è, senza dubbio alcuno, elemento di sprone e occasione di sviluppo.
Altrettanto evidente, e lo deve esser anche questo senza dubbio alcuno, è che Farinetti viene in Puglia perché, essendo un imprenditore intelligente, in Puglia ha da guadagnarci.
Occorrerebbe quindi ragionare non tanto su “cosa ci guadagna Farinetti” quanto su cosa ci guadagna la Puglia e, soprattutto, i produttori e le maestranze della Puglia.
Innumerevoli sono le produzioni pugliesi di qualità alta e altissima, farei torto a molte se ne citassi alcune. E i Pugliesi lo sanno. Certo che ci sono ancora molte persone che comprano prodotti di bassissima qualità e, ovviamente, di bassissimo prezzo. Ma si tratta o di tirchi inveterati o di persone che si comportano così perché null’altro possono fare …. Vorrei vedere chiunque prenda 800 Euro al mese stare a discutere sul Gruyere o sul culatello.
Eataly, è evidente, si rivolge alla fascia di mercato che ha competenza alimentare e disponibilità di spesa. Una fascia che, in Puglia, non ha grande spessore e, però, ha non pochi concorrenti specialmente nell’ultimo periodo.
Ipercoop, Auchan, Conad, Leclerc solo per citare alcuni grandi marchi hanno ormai tutti gli “angoli qualità” con “prodotti del territorio” e altre amenità equivalenti.
Non tocca a me stabilire se Farinetti sia bravo o meno, il suo successo testimonia la sua competenza, a me tocca fare i conti e suggerire qualche spunto di riflessione. Lo faccio su una materia che mi è consona e su dati di cui dispongo.
Un ettaro di negroamaro, vien dichiarato su ogni brochure di ogni cantina, produce dai 40 ai 70 quintali di uva. Un quintale di uva produce dai 65 ai 75 litri di vino. Lavorando tutto per eccesso otterremo che un ettaro di vigna a negroamaro produce 5250 litri di vino ovvero 7000 bottiglie.
La superficie vitata a negroamaro, in Puglia, è dichiarata di circa 18000 ettari.
Di conseguenza, nell’annata più propizia di tutte le annate, qualora tutti decidessero di porre tutto in bottiglia, il mercato disporrebbe di 126 milioni di bottiglie di negroamaro in un anno. Sembra una cifra enorme, colossale eppure basta pensare che se dieci milioni di persone amano il negroamaro non possono disporre che di meno di tredici bottiglie a testa per un anno, una bottiglia al mese.
Lo stesso discorso si può fare con il Primitivo, le mozzarelle, il Pane di Altamura, il Senatore Cappelli e così via. Si può riassumere il tutto nella domanda solita: la grande concentrazione distributiva è compatibile con i “prodotti che finiscono”? E quando i prodotti non finiscono mai che tipo di prodotti sono?
Il timore quindi è sempre il medesimo: è possibile la collaborazione fra giganti della distribuzione e nani della produzione? E se i nani della produzione saranno spazzati via dal “mercato” cosa resterà nel territorio?
Non sarà difficile capire l’evoluzione del percorso: se Farinetti “comprerà in contanti” il prodotto dai produttori e riuscirà a venderlo ricavandone il suo utile, Eataly sarà uno dei nuovi motori dell’economia pugliese. Se invece Farinetti proporrà la sua vetrina ai produttori pugliesi chiedendo loro di accollarsi del rischio di impresa su un’area diversa dalla produzione, prepariamoci a contare i morti e i feriti nei prossimi, vicinissimi, anni.
Tutte le accuse che mi perverranno riguardo alla scarsa fiducia sulla classe dirigente, imprenditrice e politica, locale sono vere. Ci sono imprenditori bravi, infatti non sono più locali, lo stesso dicasi per i politici, incapaci di affrontare il locale preferiscono volare alto.
All’amico Giuseppe Barretta che si lamenta della scarsa attenzione verso il giornalismo enogastronomico locale vorrei ricordare che vale anche per i manager delle ASL, dell’Acquedotto Pugliese, degli Aereoporti e, in generale di ogni settore di nomina politica o che con la politica abbia a che fare. I politici temono la promozione di intelligenze locali, sarebbero sorpassati in un batter d’occhio. Riverisco e saluto.