di Alfredo Sanasi
Lecce città colta, Lecce città d’arte, si sente ripetere da più parti, ricca di monumenti d’arte e di stimoli artistici, definita per questo anche la Firenze delle Puglie, la Firenze del Barocco, l’Atene d’Italia. In questo ambito ci piace sottolineare che Lecce ha amato il teatro, quale veicolo di manifestazioni artistiche le più svariate, da tempo immemorabile, almeno dal tempo di Roma antica. Ne è testimonianza non tanto l’Anfiteatro di piazza S. Oronzo, perché, si sa, gli spettacoli che ivi si svolgevano anticamente avevano un carattere e un richiamo popolare, ma soprattutto il Teatro Romano situato alle spalle dell’odierna chiesa di S. Chiara. Un teatro antico coinvolgeva e s’indirizzava ad un pubblico colto, e si badi bene, è il solo teatro romano che venne costruito nelle Puglie al tempo dell’antica Roma, segno che proprio qui, a Lecce, l’antica Lupiae, si sentì l’esigenza di intrattenere i Messapi romanizzati e di venire incontro sin d’allora alle loro esigenze di cultura. E non importa se esso debba essere classificato come un vero teatro romano scoperto o come un odeon, cioè un teatro coperto di modeste dimensioni per le rappresentazioni musicali, come si pensò in passato da parte di vari studiosi. In particolare lo sostenne il Della Seta, che per questo si basa sull’avanzo di un odeon a Reggio Calabria e di un altro edificio analogo ad Acre in Sicilia (1).
Nell’uno e nell’altro caso, sia che fossero spettacoli musicali sia che fossero opere drammatiche, si trattava senz’altro di un edificio destinato a spettacoli di notevole interesse e finalità culturali e quindi è sempre una chiara testimonianza degli interessi dei Leccesi per le manifestazioni di un certo spessore artistico-culturale.
Oggi però, in seguito agli ultimi scavi e indagini scientifiche condotte dall’Università di Lecce e grazie all’ultima sistemazione dovuta alla Fondazione Memmo, che vi ha affiancato il Museo del Teatro Romano, si è potuto precisare che il monumento, di notevole pregio architettonico, era un vero teatro di notevoli dimensioni, che poteva contenere dai 5.000 ai 6.000 spettatori.
Ci fa piacere ora rievocare le vicende della sua scoperta e tratteggiare le linee del monumento che già trattammo negli ormai lontani anni 1966-67, sulla “Zagaglia”, emerita rassegna di Scienze, Lettere ed Arti(2), precisando alcune considerazioni alla luce delle più recenti scoperte e indagini.
(continua in altri tre pezzi che saranno pubblicati nei prossimi giorni. Nella quarta parte sarà riportata la bibliografia. Pubblicato su Spicilegia Sallentina n°7)
Interessante l’articolo,peccato però che Lecce non sia più la patria della cultura, del teatro. Non arrivano più le grandi compagnie di teatro, magari vanno in provincia, se non fosse per le piccole compagnie teatrali locali che fanno commedie dialettali, con tante difficoltà, avremmo zero. Si sente davvero il bisogno di eventi culturali.
come preannunciato è solo il preambolo di una interessantissima trattazione offerta dal prof. Alfredo Sanasi, che pubblicheremo in quattro parti nei prossimi giorni. Dal teatro greco fino ai nostri giorni, con un insolito teatro che solo pochissimi hanno potuto frequentare
[…] http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/01/19/per-una-storia-del-teatro-a-lecce/ […]
Grande docente e uomo di rara cultura. E maestro.
(Per la redazione, mi permetto di osservare: perchè l’immagine dell’anfiteatro associata ad un articolo incentrato sul teatro di Lecce? Buon anno)
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