Oggi le tradizionali “Panare” a Spongano
di Raimondo Rodia
Il 22 dicembre, come ogni anno, si tiene a Spongano un’antica tradizione legata al culto del fuoco e a quello di Santa Vittoria: la Festa delle Panare. Un rito tradizionale antico e sentito da parte della popolazione del piccolo paese salentino.
Si rinnova così a Spongano la tradizionale festa delle “Panare”.
Le panare sono cesti di vimini intrecciati con listelli di canne e riempite di sansa, residuo della molitura delle olive e adornate di festoni, fili dorati, bandiere di carta colorata, mandarini, palme da dattero ed altro ancora.
La festa inizia nel pomeriggio quando la Banda che apre il corteo invita a mettere fuori le “Panare” preparate un tempo solo dai frantoi. Oggi partecipano singoli cittadini, associazioni, l’Amministrazione Comunale ed il Comitato Festa. Le Panare così addobbate vengono raccolte in corteo nei vari punti del paese per essere portate tutte insieme in un posto prestabilito, dove vengono fatte bruciare in onore di Santa Vittoria, protettrice di Spongano.
La serata continua con momenti di sano spirito paesano allietato dalla musica popolare, avendo a disposizione taralli e vino per tutti, fino a notte tarda.
Quest’anno il programma prevede: alle 15.30 l’inizio del corteo con la partenza tradizionale da Palazzo Bacile. Poi intorno alle 20.00 l’arrivo di tutte le Panare nei pressi del Municipio, in piazza Vittoria. Subito dopo partono i festeggiamenti. Quest’anno concerto di musica popolare con il gruppo Menamenamò. In mattinata, dalle 10, la sfilata delle “panare” confezionate dai ragazzi delle scuole e dell’asilo, accompagnate dalla banda musicale formata sempre dagli alunni.
Venerdì 23, alle 7,30, sarà celebrata la prima Messa, mentre alle 15,30 si snoderà la processione accompagnata dalle note del Piccolo Concerto Città di Conversano (Ba). Al rientro, lo spettacolo dei colorati fuochi pirotecnici.
Un tempo le panare erano realizzate da artigiani o semplici contadini per poter comodamente raccogliere i frutti dagli alberi e avere un solido recipiente con il quale trasportarli a casa, dato che di solito si andava in giro in bicicletta o a piedi. Oggi è uno dei prodotti più venduti nelle fiere artigianali che si tengono nei vari comuni del Salento.
Furono i baroni Bacile di Castiglione a portare nel Medioevo il culto della santa romana Vittoria a Spongano, eletta poi a Patrona del paese in seguito ad una serie di miracoli che salvarono i raccolti da funesti eventi meteorologici. Gli stessi Bacile chiesero poi all’arcivescovo di Otranto di poter festeggiare la santa in due occasioni, una a Dicembre e l’altra ad Agosto.
Con il culto alla Santa è nata anche la festa delle panare, una delle più antiche del Salento, anche se sono in molti a ritenere che una forma ancora più antica di questa tradizione fosse già presente.
Le panare per l’occasione vengono riempite di sansa, una sostanza di scarto ottenuta dalla lavorazione delle olive, nella fase di spremitura da cui si ottiene poi l’olio. Il materiale è composto dunque da pezzi di noccioli, bucce e altri residui che rimangono dopo l’estrazione dell’acqua vegetale dall’oliva. Questa sostanza emana un odore molto forte e pungente ed è usata anche come combustibile. La sansa usualmente viene sottoposta a 2 o 3 procedimenti a ripetizione, detti ripassamenti, al fine di ricavare la massima quantità possibile di estratto liquefatto.
Le panare sponganesi vengono decorate con grandi fiori e foglie, le si dà fuoco in modo che ardano lentamente e poi vengono trasportate su carri accuratamente decorati condotti in processione per le vie del paese. Alla fine della processione le panare vengono riposte tutte insieme nello stesso luogo per attendere che prendano fuoco del tutto.
A conclusione della serata vengono distribuiti ai presenti lupini, tarallini e vino, consumati durante l’ascolto della musica.
Con questa festa si celebra il fuoco in una terra dalla lunga e profonda tradizione olearia. Ed attraverso il fuoco la cultura contadina del Salento ha trovato il modo di manifestare la sua riconoscenza per la produzione agricola nell’anno appena trascorso, auspicando un proficuo raccolto per quello successivo.
Santa Vittoria, la santa cattolica a cui è stata associata questa tradizione, fu una donna che si oppose alla nozze con un patrizio di nome Eugenio, rinunciando inoltre ai suoi oggetti e ai suoi gioielli che donò ai poveri. Ad Eugenio, che voleva principalmente impossessarsi del patrimonio della santa, questa cosa non piacque e per punizione rapì Vittoria, la esiliò nella sua tenuta e la uccise. La morte di Vittoria non avvenne direttamente per mano del suo sposo rifiutato ma per quella di un commissario imperiale. Questo fu inviato su richiesta di Egidio dopo che Vittoria, accogliendo una supplica di aiuto della popolazione locale, scacciò un drago che terrorizzava gli abitanti della stessa terra in cui venne esiliata. Questo drago era una bestia molto feroce e incendiava tutto, case e raccolto, con il solo respiro. Nel luogo che il drago scelse come sua dimora la santa chiese che le fosse costruito un oratorio e che delle vergini si fossero unite alla causa cristiana come sue discepole. Dopo questi eventi Vittoria fu richiamata all’ordine dal commissario che le ordinò di prestare fedeltà e di venerare un’effige della dea Diana. Il suo rifiuto le costò la vita, che perdette perendo di spada.
Il fuoco delle panare di Spongano è stato associato agli incendi che il drago provocava ai raccolti della popolazione salvata da Vittoria.
La tradizione vuole che si festeggi anche il 7 e 8 agosto, data in cui la santa salvò Spongano da una grandinata.
La combustione lenta delle Panare dura a lungo a volte fino a Natale, e passata la mezzanotte, inizia la caccia al fuoco, perchè ognuno vuol portare nella propria casa un po’ della brace, oltre che per scaldarsi, quale benevolo segno di un lieto futuro.