di Riccardo Viganò
La chiesetta di santa Lucia, attualmente sconsacrata, è l’unica sopravissuta, in alzato,delle numerose chiese del casale medievale di Tabelle a Galatone (Lecce). Sicuramente di culto greco- bizantino, confermata dai nomi dei santi legati alla liturgia bizantina cui erano dedicati la maggior parte dei nove luoghi di culto presenti in questo feudo: in particolare S. Nicola di Myra , S. Eleuterio, S. Costantino, S. Onofrio, S. Demetrio, oltre alle chiesette di Santa Maria e di S. Pietro. Di queste rimangono solo poche evidenze archeologiche e poche notizie da fonti orali.
Risultato di modifiche e ristrutturazioni operate tra i secoli XVI e XVIII, la chiesetta di Santa Lucia si presenta attualmente come un edificio di piccole dimensioni, e dai semplici volumi, con volta a botte, diverso dalla struttura originaria la quale era di forma quadrata, con una tettoia lignea a doppio spiovente.
Dell’antica chiesa rimangono, meglio conservate, due facciate, quella laterale sinistra e quella posteriore. La prima mostra una piccola porta, ora chiusa, architravata e sormontata da un archetto cieco a tutto sesto, nella cui lunetta sono presenti tracce di affresco: un aura perlata e piatto con occhi della santa a cui è intitolata la chiesa.
Straordinariamente di questa porta si trovano confronti con la cappella di masseria del Crocefisso a Lecce. La seconda mostra, in corrispondenza di un abside interna non sporgente, una monofora strombata, oggi decentrata, ma che doveva un tempo costituire, insieme all’altare ed alla porta frontale, l’asse di simmetria della precedente costruzione.
In seguito la struttura ha subito, grazie alle numerose e pesanti ristrutturazioni, un accorciamento del corpo di fabbrica, trasformando così l’originaria pianta quadrata in pianta rettangolare. Lungo il lato dell’antica parete, ora mancante, si notano affioranti dal terreno ancora alcuni conci di fondazione.
La facciata laterale destra è stata,quindi, ricostruita ex novo, ravvicinata al lato parallelo e inspessita, per sostenere la nuova volta a botte, operazione che a reso ceca la monofora laterale.
La chiesa, curata nei dettagli e nella scelta del materiale costruttivo, calcarenite carparina estratta da cave nelle immediate vicinanze, presenta invece, nelle strutture posteriori,una grande grossolanità nell’esecuzione muraria, forse dovuta alla necessità di una veloce ricostruzione per restituire il luogo di culto alla numerosa popolazione di cavamonti e contadini delle masserie vicine..
L’essenzialità del prospetto frontale, risalente alla seconda fase ricostruttiva, evidenzia fortemente l’unico elemento decorativo, l’architrave della porta di ingresso, consistente in un blocco calcareo scolpito sulla superficie esterna. Il rilievo, ormai corroso dal tempo, si sviluppa in senso orizzontale, con un motivo a denti di sega, sotto al quale vi sono otto figure scolpite, cinque di chiara simbologia vegetale, mentre le altre suggeriscono stemmi e volti regali ed una croce greca.
Guardando l’insieme si può notare il senso di estraneità dell’architrave e dell’ ingresso erroneamente identificato come ingresso originale, con la semplicità della restante facciata,. Questo conferma l’ipotesi di un riutilizzo di questo pezzo da un altro edificio o dal portale originale. All’interno la chiesetta mostra una struttura a vano unico, semplice ed essenziale, con la pavimentazione in cocciopesto, in gran parte distrutta da atti vandalici che hanno sconvolto le eventuali stratigrafie interne.
L’altare di fattura barocca, in gran parte distrutto, conserva, sotto strati di scialbature di calce, resti di affresco; dietro ad esso si trova una nicchia, che appartiene alla parte più antica dell’edificio che presenta , anch’esso coperto da uno spesso strato di calce, tracce di affresco in tonalità giallo e rosso, raffiguranti tralci vegetali del tutto simili a quelli presenti nella chiesa bizantina di S. Pietro a Otranto.
Sconsacrata divenne abitazione stagionale e deposito di tabacco , in tempi recenti, un pagliaio, fino ai non lontani anni ottanta quando, grazie all’Archeoclub locale, venne sottoposta ad alcuni interventi di restauro di carattere statico.
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[…] – Galatone. Tabelle. Genesi, morte e rinascita di un casale: la chiesa di Santa Lucia – Riccardo Viganò https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/12/13/galatone-tabelle-genesi-morte-e-rinascita-di-un-cas… […]
Che dire,la nostra terra è ricca di sorprese.Ogni passo che facciamo quando decidiamo di camminare lungo i tanti sentieri antichi dispersi da tempo nelle nostre campagne basta fermarsi e guardarsi attorno e subito tu li vedi emergere da sotto le vegetazioni selvatiche.Occorre ingegno e passione ed ecco che diventi senza saperlo un novello scopritore.