di Pino de Luca
Il nostro viaggio in compagnia di Bacco, Euterpe e Polinnia, ci porta da Copertino a Taranto.
È ancora estate, la costa dello Jonio, quando è scevra dall’opera dell’uomo, è splendida, spiagge bianche e acqua cristallina. Una volta a Cuba ci venne da dire: che bel mare, sembra di stare ai 4 Gatti …. Da Copertino si scende verso Porto Cesareo e si percorre la Litoranea: Torre Lapillo, Punta Prosciutto, Torre Colimena, Specchiarica, San Pietro in Bevagna, pausa, un vigneto a due passi dal mare, alberelli schierati come militari in formazione, alberelli che portano i segni del tempo, non sono reclute, sono veterani che hanno molto combattuto. Son li, testimoni di mezzo secolo di storia, senza piegar la testa, a difesa di un fazzoletto di terra rossa e feconda.
Poi ancora la costa fino a Lama, alla casa di un giovane che solo sette anni or sono ha deciso di diventare agricoltore, anzi vignaiolo. E di questa terra si è innamorato e di questi ceppi vetusti. E la vigna gli ha risposto non certo con la baldanza e la copiosità della gioventù ma con la forza serena della qualità e dell’esperienza.
Gianfranco Fino e sua moglie, Simona, (http://www.gianfrancofino.it )hanno legato alla terra il loro futuro, consapevolmente e per scelta. Non hanno ereditato nulla e nulla avevano da proteggere. Viticoltori per pura scelta in pura autonomia. Il nome di Gianfranco e Simona è legato all’ormai universalmente noto ES, primitivo che ha estimatori sull’intero pianeta. A me invece intriga quel fazzoletto di terra dove nasce lo Jo, negroamaro in purezza da alberelli da mezzo secolo in riva al mare di San Pietro in Bevagna.
Un vino che vive una maturazione di nove mesi e un affinamento di sei mesi, ma se lo si lascia riposare anche un anno non c’è nulla di male, anzi. Non è un vino comune, è fatto per grandi occasioni di riflessione, singola o collettiva.
I suoi 14,5 gradi alcolici servono a riscaldare, e i suoi profumi complessi, pieni, ampi e persistenti di frutti rossi certo, ma anche speziati, di cacao e di tabacco, e il suo gusto deciso, possente ed elegante sono dirimenti nel decidere che fare.
Ogni decisione importante ha bisogno di memoria, ha bisogno di ceppi antichi lavorata da chi sa bene che “La fatica è di più sulle braccia scure, che lacrime non ne abbiamo più, facce scolpite e dure voglia di cambiare…”.
Jo ci aiuta, che di quei ceppi e quelle braccia è figlio, ci aiuta perché ogni decisione sia per difendere la nostra terra.
Quei versi sono di una voce straordinaria, di Taranto, che cantava a Sanremo la voglia di liberare la propria terra. Era la voce di Mariella Nava, nome notissimo del mondo della canzone pop, ma forse quella canzone, La Terra Mia (http://youtu.be/UthrRkJxLis) , non siamo più in tanti a ricordarla. Ne son passati di anni, quelle parole sono state troppe volte dimenticate e vilipese. Ma è stata anche profetica, dieci anni dopo Gianfranco e Simona hanno deciso di prenderne un pezzo e adesso La Terra Mia di Mariella Nava è un po’ più libera e ha in Jo un grande e forte testimone!
Pubblicato su Nuovo Quotidiano di Puglia del 16 settembre 2011
La Dolce Vita – p. 27