Eccoli che arrivano! Rilevazioni geologiche nella marina di Patù (Lecce)

baia di San Gregorio (foto di Marco Cavalera)
 
Una continua emergenza nella nostra Regione. Non facciamo in tempo a lanciare un allarme ed ecco spuntarne, anzi, tornarne, un’altro, la trivellazione nei mari del Salento, preceduta da rilevazioni geologiche che stanno per essere effettuate nell’incantevole tratto di mare prospiciente Patù, in provincia di Lecce. Raccogliamo ancora un appello, questa volta lanciato dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Patù, del quale pubblichiamo il testo inviatoci. Anche gli amici di quei posti hanno avviato una petizione online (sembra che ormai sia questo l’unico modo per far sentire la disapprovazione per quanto sta accadendo nel nostro territorio), che si affianca a quella già lanciata da noi qualche mese fa e ormai prossima alle tremila firma, delle quali 2700 inviate alle Autorità competenti. Siamo consapevoli che è troppa la carne a cuocere, ma, a costo di risultare antipatici e di annoiare i fedeli lettori di Spigolature Salentine, non ce la sentiamo di restare indifferenti ai pericoli reali che, oramai giorno per giorno, tentano di distruggere questa meravigliosa terra. Siamo convinti che troveremo consenso e sostegno da parte di Voi tutti.
 
  
 
 
Carissimi,
rivolgo anche a voi l’appello contro il massacro autorizzato dell’ecosistema marino che si sta perpetrando nel mare Adriatico tra le isole Tremiti e Santa Maria di Leuca e tra le acque del mare siciliano.
 
Al largo della costa del nostro comune si trova un banco di Posidonia di tre km. di lunghezza e di circa 270 kmq. di superficie, tutelato dalla CE, come Sito di interesse comunitario che i cittadini di Patù vorrebbero ulteriormente tutelare e valorizzare istituendo un parco Marino Protetto.
 
Naturalmente tutta la costa dell’Italia meridionale conserva delle bellezze uniche che rappresentano insieme alla pesca le uniche vere  fonti di sviluppo dell’economia. Purtroppo nessuno ne sta parlando, e vorremmo lanciare un grido d’allarme per le disastrose conseguenze alle quali stiamo andando incontro. Ancor prima delle trivellazioni c’è lo scempio in atto che si sta registrando a causa delle rilevazioni geologiche effettuate con la tecnica dell’Air-Gun.
 
In allegato troverete  il testo della delibera che il consiglio comunale di Patù ha approvato e la lettera di trasmissione delle osservazioni approvate in consiglio che abbiamo inviato al Ministero dell’Ambiente, a quello dei Beni Culturali, al Prefetto ecc.
 
Vi chiediamo di farvi portatori di un allarme che metterebbe in ginocchio l’economia turistica del meridione d’Italia, in modo che se ne parli adeguatamente sulla stampa nazionale, perchè tutto questo ha l’unico obbiettivo di far aumentare il valore delle azioni delle società in borsa fregandosene dei danni irreversibili che queste società (del tutto fantomatiche) ci lasceranno come risultato finale.
 
Antonio De Marco
Assessore all’Ambiente del Comune di Patù
 
 

Patù, 06 ottobre 2011

La proposta dell’Assessore all’Ambiente e Territorio del Comune di Patù Antonio De Marco di dichiarare il Comune di Patù contrario a qualsiasi operazione di ricerca e di estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico e lungo le Coste salentine e pugliesi, è stata accolta favorevolmente dall’intera amministrazione, che ha votato all’unanimità il relativo punto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale tenuto il 5 ottobre scorso alla presenza di numerosi concittadini.

Abbiamo ritenuto necessario un intervento di forte coinvolgimento dell’intera comunità di Patù al fine di dare il massimo dell’incisività alle osservazioni contrarie che abbiamo sottoscritto e che invieremo entro breve tempo al Ministero dell’Ambiente, al Ministero delle attività Produttive e al Prefetto.

Nello specchio d’acqua ricadente tra il mare di San Gregorio e S. M. di Leuca, da tempo la Comunità Europea ha individuato un Sito d’Interesse Comunitario denominato “Posidonieto Capo San Gregorio – Punta Ristola”. L’amministrazione Comunale di Patù, di recente insediamento, ha iniziato a individuare l’iter burocratico per tutelare ulteriormente l’area SIC con l’istituzione di un’Area Protetta con l’idea di trasformarla in un Parco Marino considerando i benefici dal punto di vista ambientale e per la creazione di una serie di attività turistiche che creerebbero nuovi posti di lavoro.

Se le procedure burocratiche avallate dal Governo centrale permetteranno lo scempio che comporta l’ultilizzo della tecnica della ricerca del petrolio e della sua estrazione nel nostro mare, tutto questo non sarà possibile programmarlo all’interno di una pianificazione integrata con il territorio circostante, e questa ulteriore penalizzazione comprometterà seriamente lo sviluppo di un’economia legata al corretto utilizzo delle materie prime che caratterizzano fortemente il nostro territorio – tra le quali non può essere menzionato il petrolio-  e per le quali un numero sempre più consistente di visitatori continua a frequentarlo e ad apprezzarlo.

La preoccupazione delle comunità locali è altissima, e quindi speriamo di poter scongiurare una tale  catastrofica evenienza mettendo in atto ogni procedimento, come previsto dalla legge italiana, per spingere il Ministero dell’Ambiente a bloccare le autorizzazioni alla Northern Petroleum a trivellare il nostro mare, per sventare questo tentativo di massacro dell’ecosistema marino concordando iniziative comuni, in quanto l’interesse alla salvaguardia deve essere allargato ai Comuni dell’intera penisola pugliese.

Non può passare inosservata la volontà di calare dall’alto le decisioni sulle teste dei cittadini, del territorio e delle istituzioni locali.

                                                                                       Comune di Patù

                                                                              Assessore all’Ambiente e Territorio

                                                                                          Antonio De Marco

 

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7 Commenti a Eccoli che arrivano! Rilevazioni geologiche nella marina di Patù (Lecce)

  1. Praticamente è ora di rendersi conto che siamo in guerra, la Puglia è sotto attacco su tutti i fronti: a questi invasori esterni che hanno già iniziato a distruggere il mare e che non siamo ancora riusciti a fermare come è evidente, si aggiungono i nemici interni, i traditori che ci vogliono vendere sfregiando il paesaggio e gli ulivi. Diventa ogni giorno più duro resistere…la politica regionale e nazionale dov’è? Possibile che dobbiamo fare tutto noi? Possibile che abbiamo dovuto avvisare NOI i politici regionali dell’arrivo dei petrolieri? Possibile che dobbiamo vigilare NOI sulla salvaguardia del territorio?

  2. Si, hai propprio ragione sono i cittadini che hanno il dovere di scuotere i rappresentanti politici ed istituzionali in special modo in casi come questo nei quali la minaccia al bene comune è incombente e sembrerebbe di scontrarsi contro i titani. Ma se volgiamo lo sguardo ad altre località come la Val di Susa o in Basilicata o in Abruzzo, quando le comunità insieme alle amministrazioni locali in maniera civile, si oppongono alla distruzione del territorio, si è visto che possono essere raggiunti risultati positivi. Avanti tutta quindi e cerchiamo in maniera responsabile di portare avanti ogni iniziativa per fermare questo scempio autorizzato dal Governo centrale.
    Antonio De Marco – Patù

  3. Ho fatto il bagno in questo bellissimo mare quest’estate e vorrei continuare a farlo! Il Salento deve tutelarsi contro gli arrivisti che vedono solo sfruttamento dei territori e dei mari che appartengono a chi li abita!
    Ada Panarese – Maglie

  4. Dal Trentino, uno dei più bei posti per le montagne, una sentita solidarietà a chi vuole tutelare uno dei più bei mari di Italia e del mondo
    grazie per il vostro lavoro
    Ruggero Pozzer
    vice Presidente Verdi del Trentino

  5. E’ on-line una petizione il cui testo, correlato dalle firme raccolte, sarà inviato come lettera di osservazioni al Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali. La petizione nello specifico riguarda la richiesta di bloccare le concessioni di “ricerca ed estrazione di idrocarburi” riferite alle aree d71 e d72, nel tratto del basso Adriatico, tra la marina di Lecce e il Posidonieto Capo San Gregorio. Per firmare la petizione on-line, o farla firmare, digitate l’indirizzo web http://www.petizioneonline/no-salento-damare-nero/5362.
    Grazie a tutti Voi.
    Antonio De Marco – Patù

  6. La Gazzetta del Mezzogiorno una settimana fa, riportava la notizia di uno strano caso di spiaggiamento di cernie nel litorale di Leuca. Sul numero della Gazzetta di ieri Domenica 30 ottobre, la ASL di lecce attribuisce la morìa dei pesci ad un virus riscontrato durante le analisi denominato VNN (Viral nervous necrosis). I pesci colpiti, riporta l’articolo, “subiscono danni sia alla parte nervosa dell’occhio che porta alla perdita della vista, che al sistema nervoso centrale con encefalopatia e perdita d’orientamento e capacità di nuoto regolare”. Sembra esattamente la sorte alla quale sono andati incontro i malcapitati Capodogli che spiaggiarono sulle coste del Gargano un paio di anni fa negli stessi giorni nei quali al largo di quelle acque si svolgevano le ricerche petrolifere con la tecnica dell’air-gun che prevede l’esplosione di bombe ad aria compressa ogni 6 secondi 24 ore su 24 di continuo per diversi giorni, settimane, senza che nessuno di noi ne sappia nulla. Non possiamo solo sperare che la ASL abbia ragione e che non ci sia nessun nesso di casualità tra queste vicende, se possiamo fermare le ricerche per individuare i luoghi in mare dove effettuare le trivellazioni, facciamolo firmando la petizione on-line NO SALENTO D’AMARE NERO. Le conseguenze disastrose arriveranno una dietro l’altra nel più assoluto silenzio.
    Antonio De Marco

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