di Armando Polito
Aristotele (IV secolo a. C.), Costituzione degli Ateniesi: “…anticamente lo stato decideva la raccolta e chiunque sradicava o abbatteva un olivo sacro era giudicato dal senato dell’Areopago: in caso di condanna la pena era la morte”.
Tavole di Eraclea (IV secolo a. C.): documento prezioso che consente di ricostruire la riforma fondiaria attuata in quel secolo in Lucania. Sintetizzando: viene ristabilita la proprietà delle terre dei templi di Dioniso ed Atena di cui si erano impossessati dei privati, vengono formati dei lotti (vere e proprie aziende) e fissati gli obblighi per gli affittuari che dovranno piantare un numero minimo di olivi per ogni lotto e ripristinare immediatamente l’albero eventualmente venuto a mancare per malattia o per calamità. L’affittuario che non rispettava le disposizioni doveva rendere conto ai Polienomi, controllori eletti dal popolo con incarico annuale; se questi non vigilavano erano incriminati di incuria. Se dopo quindici anni dalla concessione tutti gli alberi piantati all’inizio non risultavano vivi gli affittuari dovevano pagare una multa di dieci monete d’argento (all’epoca non erano spiccioli…) per ogni olivo mancante.
Plinio (I secolo d. C.), Naturalis historia, XVI, 85: “Si può credere che la vita di certi alberi sia lunghissima se si considerano i luoghi inesplorati del mondo e le foreste inaccessibili. Ma tra quelli di cui l’uomo conserva memoria vivono ancora nel territorio di Literno (in Campania, oggi Patria) gli olivi piantati dalla mano del primo Africano (Publio Cornelio Scipione Africano, che battè i Cartaginesi a Zama nel 202 a. C.); 89: “Si dice che ad Argo vive ancora l’olivo al quale Argo legò Io mutata in vacca…l’olivo selvatico di Olimpia con la cui fronda il primo a coronarsi fu Ercole ancora oggi è custodito religiosamente. Ad Atene pure si dice che viva l’olivo che fu piantato da Minerva al tempo della sua gara con Nettuno”.
Editto di Rotari (643), capitolo 302: “Sull’olivo. Se uno fa tagli su un olivo o lo recide alla base deve pagare una multa di tre solidi”; nemmeno questi all’epoca erano spiccioli…
Regione Puglia: “?
Firma la petizione “Nessuno tocchi gli ulivi di Puglia”
Non ci sono dubbi che il progresso non sia stato un avanzo per l’Umanitá nel campo della qualitá di vita, dell’etica, dell’educazione, del rispetto per la vita, della Giustizia……………………. andiamo avanti forse per ore.
In cambio di qualche facilitazione e comoditá abbiamo rinunciato a principi morali e etici che creavano culture e imperi e stiamo cadendo velocemente in mano a conglomerati che controllano tutto, l’esistenza del Grande Fratello non si puó piú certo negare, l’olio di oliva non ci interessa, meglio sradicare tutto e piantare un albero. si un albero di trenta piani, e il cemento ci tappa anche il naso …. la triste storia finisce con: ripudiato sará!!!
Nessuno tocchi gli ulivi della mia Puglia!