di Tommaso Esposito
Il giro lo faccio di mattina presto, ma oggi è domenica e le botteghe di Nardò son chiuse.
Sarà la domenica del villaggio.
Passo al market per i panini da preparare.
Qui son freschi anche oggi e non mi mancano i pomodori comprati ieri l’altro con i sanàpi.
Che son queste sul banco appena giunte?
“Pittèddhe e mustazzuèli. Cose duci.”
Naturaliter, leggere -ddhe come –gge.
Uhm e chi le fa?
“Mia nonna. Cioè ce le porta il nostro fornaio, ma la ricetta è di mia nonna.”
E me la dai questa ricetta?
“Sine”
Tralascio i mustazzuèli e vi porgo quella delle pittèddhe.
Deliziose. Sono una piccola calàngia, cioè una pitta con conserva di uva, fatta invece grande a mo’ di crostata.
Ingredienti
Farina di semola rimacinata 200 gr
Olio extravergine di oliva pugliese 40 gr
Conserva o marmellata casalinga di uva
Una buccia del limone grattugiata
Un pizzico di sale.
Un po’ di cannella in polvere
Impastare farina, cannella e olio fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
Aggiungere un po’ di acqua se necessario.
Stendere la pasta in uno strato sottile.
Ricavare dei dischi con il bordo di un bicchiere o con lo stampino.
Porre un cucchiaio di marmellata di uva al centro di ogni disco.
Pizzicare lungo il bordo del disco in modo da dare la forma di cestino.
Un ricciolino di pasta potrà decorare la pittèddha
Ponetele in forno caldo 180° fino a quando la pasta non risulterà croccante, circa 15 minuti.
E gusterete piccoli bocconi profumatissimi e dolci quanto basta di primo mattino.
Ma se vien voglia durante il dì non sarà peccato.
Ah, dimenticavo, la conserva d’uva la si trova facilmente da queste parti.
Arrangiatevi se non con la marmellata che più vi piace.
che meravigliaaaa! questa mattina mi avete risvegliato odori e sapori…ma qui non le trovo!!!
dovrò prepararle da me??? ma non troverò la marmellata d’uva?
dovrò farla da me?
OK, mi avete dato da fare…grazie!