Edizioni francescane della biblioteca Comunale di Nardò
In due eleganti tomi della collana “Memorabilia Neritonensia” sono presentate le edizioni a stampa di autori ed argomenti francescani (ben 968), conservate nella biblioteca comunale “Achille Vergari” di Nardò, in cui confluirono le librerie monastiche neritine degli Osservanti, Riformati e Conventuali in seguito alle soppressioni del XIX secolo.
Attraverso il consistente fondo, inedito, è fin troppo evidente il linguaggio delle testimonianze culturali dei conventi presenti in città, “autentici sacrari di cultura” e “miniere inesauribili di sapere”.
Oltre i due incunaboli di Andrea Antonio e di Antonio Trombetta, rispettivamente del 1491 e 1493, sono riportate le cinquecentine, secentine e settecentine, fra le quali sono intercalate, anche a tutta pagina, preziose xilografie e preziose incisioni, in buona parte inedite.
Prima del catalogo, che occupa tutto il secondo tomo e parte del primo, vi sono importanti contributi di esperti e dotti sull’ argomento, fra i quali non possono non menzionarsi quelli di Alfio Pasqua sul prestigio degli ideali francescani nel mondo, del frate minore Pontoglio sul beato Duns Scoto, di Maria Luisa Tacelli sul giurista Reiffenstuel, di Giuseppina Romanello sui codici liturgici francescani.
Insomma una pubblicazione che va oltre il semplice catalogo, comunque rigoroso e preciso, risultando essa utile agli studiosi e a quanti desiderino approfondire la storia dell’ ordine del poverello di Assisi.
Notevole l’ elenco di quanti hanno collaborato all’ edizione e riportati nei “ringraziamenti” del curatore. Molto utili gli indici e la bibliografia sistematica che occupano l’ ultima parte del secondo tomo.
“Signasti me, Domine. Il francescanesimo nei testi e nelle immagini della biblioteca Vergari di Nardò”, a cura di Marcello Gaballo, Martina Franca (Taranto), Congedo Editore-Galatina, 2003, 432 pagine, con 223 preziosissime illustrazioni comprese nel testo e 12 a colori fuori testo. Volumi II e III della collana “Memorabilia Neritonensia”.
Presentazione del sindaco Antonio Vaglio e dell’ assessore alla cultura Piero Caprio del comune di Nardò; prefazione del frate Minore Renato Beretta. Contributi di G. Alemanno, A. Corvo, R. Fracella, M. Gaballo, F. e P. Giuri, A. Pasqua, O. Pontoglio, G. Romanello, A. Stoia, M. L. Tacelli. Catalogo di Marcello Gaballo.
Mi sembra doveroso far presente che, secondo le tradizioni orali e le testimonianze storiche, nel 1211 (esattamente 800 anni fà) il Santo poverello tornando dal viaggio in Terra Santa e dall’Egitto, sbarcato ad Otranto venne e si intrattenne nella nostra Nardò dove ebbe un’accoglienza entusiasmante, tant’è vero che nella circostanza ebbe in dono dal conte Filippo De Tuzziaco il vecchio castello feudatario, già abbandonato da diversi anni, tale castello lo trasformò in Convento Francescano (uno dei primi in Italia) costruendovi accanto la relativa Chiesa di S. Francesco (oggi la chiesa dell’Immacolata).
Si narra che quel gran Santo, stando a Nardò ci volle lasciare una memoria oggettiva scolpendo con le proprie mani una piletta d’Acqua Santa. Ora quel prezioso cimelio si trova depositato e ben custodito presso il locale convento delle Clarisse di Santa Chiara. Si trova in quel posto perchè agli inizi del 19° secolo il Vescovo di Nardò Mons. Vetta volle ingrandire i locali del seminario e per far ciò dovette demolire la chiesetta della Confraternita dell’Immacolata, spostandola presso la vecchia chiesa di San Francesco che dopo l’editto napoleonico del 1808 era stata abbandonata e il relativo convento era stato ceduto a privati facendone residenza privata.
La Chiesa fu ripristinata, restaurata e rimodernata e in tale circostanza la preziosa PILEDDHA fu rimossa dall’ex convento Francescano e consegnata alle Suore del monastero di S.Chiara (dove tutt’ora è gelosamente conservata) come appartenenti alle regola Francescane.