“Don Angelo Marzia: un uomo innamorato di Dio”
di Floriano Cartanì, 2011 AlbusEdizioni
Se la religiosità di un paese si avvale anche della presenza dei simboli e se i suoi camminamenti di fede traspaiono anche dalle parole di chi li ha vissuti, con questo libro ci troviamo di fronte ad elementi di una antropologia umana che formano il tessuto stesso di una comunità.
Si abita un paese, è stato detto, come si può abitare la propria anima. Dentro cioè una realtà in cui la fisicità può andare trascesa dall’intimità del proprio essere. E un paese respira pure di volti, di sguardi, di strette di mano e di silenzi. Camminare tra le pagine di questo libro scritto da Floriano Cartanì è un ricercare e un ritrovare quei solchi veri, tracciati nel tempo da una comunità attraversata dalla figura di un uomo-prete, don Angelo Marzia, che ne ha caratterizzato a lungo il suo humus, spiegando le vele della fede, per andare oltre.
Grazie all’autore, in “Don Angelo Marzia: un uomo innamorato di Dio”, è possibile riconoscere non solo la storia di un sacerdote ma, soprattutto, il vissuto di un camminare nelle vicende di una comunità, quella carosinese, che lo ha accolto per oltre trent’anni, sino alla sua prematura scomparsa.
Il testo steso da Cartanì, che si avvale di una pregiata prefazione di Pierfranco Bruni, attinge a testimonianze vere e dirette ed è arricchito con fotografie di chi ha conosciuto e frequentato don Angelo da vicino. Righe e sottolineature come veri e propri scatti di un passato che è sempre riconducibile ad un presente. Un’esperienza di vita che trova comunque anche nella sua contemporaneità, la grazia e il dono di una geografia metafisica la quale diventa metafora dell’anima. E Floriano Cartanì è riuscito, con intelligenza, formazione, preparazione, ad inserire la sua parola dentro il tempo liturgico ed esistenziale degli uomini e delle donne che hanno raccontato, nel corso di un itinerario di vita, un paesaggio comunitario in nome di una sacralità che è quella dell’incontro della fede predicata da don Angelo Marzia.
Una storia ed una traccia di lavoro ben decifrate le quali, oltre a rendere omaggio ad un “innamorato di Dio”, provvedono a restituire ad un paese intero ed alla sua comunità, quella quotidianità fatta di semplicità e di intrecci tra la storia reale e collettiva e quella che ognuno di noi si porta dentro. Memoria e Fede restano alla fine ad incasellare la figura di un sacerdote, il cui nome è ancora dentro i cuori di tanti Carosinesi. Un nome e un volto, quelli di don Angelo Marzia, che sono testimonianza e radicamento e che si tramandano.
Affinché nulla vada dimenticato.
Carosino: Presentato il libro di Floriano Cartanì su don Angelo Marzia
Nella suggestiva cornice offerta dalla Chiesa Madre di Carosino, gremita in ogni ordine di posto, è stato presentato l’altro ieri l’ultimo lavoro di Floriano Cartanì: “Don Angelo Marzia: un uomo innamorato di Dio”, pagg. 121 AlbusEdizioni editore. Questo libro, di leggero ma gradito allestimento grafico, ha una voce intrinseca che non può essere letta se non penetrando il cuore di un uomo. Un uomo che divenne per volontà di Dio sacerdote e che versò molta parte della sua vita, in particolare oltre trent’anni come parroco di Carosino, al servizio del Signore. In “Don Angelo Marzia: un uomo innamorato di Dio” l’autore snoda amabilmente un percorso umano che si fa viaggio e metafora della vita di molti Carosinesi. E, a ben vedere, le testimonianze di questo sacerdote potrebbero rappresentare documento per ogni lettore che l’abbia o meno conosciuto di persona, come accade quando si parla attraverso il proprio vissuto e si contemplano visi e storie della vita. Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, che lo vide giovane parroco presente assiduamente sino all’ultimo giorno di vita, è così riecheggiato forte ancora una volta il nome di don Angelo; quasi a volerlo salutare sicuri che lui era li a vegliare sui suoi amati parrocchiani. E’ stato lo stesso don Lucangelo De Cantis attuale parroco di Carosino, alla presenza del suo vicario don Graziano Lupoli, di don Leonardo Marzia (fratello di don Angelo), del prefattore del libro Pierfranco Bruni e dell’autore Floriano Cartanì, ad aprire il momento di riflessione sul libro, con una prolusione molto affettuosa, che gli ha permesso di ricordare l’impegno di don Angelo nella fraternità sacerdotale della Vicaria. Nel corso del suo intervento don Lucangelo ha rammentato come, appena venuto a Carosino, avesse sentito il bisogno di recarsi in preghiera presso la tomba di don Angelo. Toccante, a questo proposito, la testimonianza offerta da don Leonardo Marzia, giunto appositamente da Roma insieme all’altro fratello Tonino e agli altri familiari e parenti presenti alla serata. Allora il ricordo si è fatto subito commovente ma è stato poi stemperato dagli aneddoti spensierati della fanciullezza di don Angelo che, tra l’altro, era un grande estimatore di musica. Brillante ed importante la presentazione offerta da Pierfranco Bruni. Calabrese di nascita ma Carosinese d’adozione, Bruni ha dato molto di più che una “semplice” lettura critico-letteraria sul libro di Floriano Cartanì. “Il saggio donatoci da Floriano – ha sottolineato – è molto di più che una storia della vita di un sacerdote. Camminare tra le pagine di questo libro è un ricercare e un ritrovare quei solchi veri, tracciati nel tempo da una comunità attraversata dalla figura di un uomo-prete, don Angelo Marzia, che ne ha caratterizzato a lungo il suo humus, spiegando le vele della fede, per andare oltre, sulla scia degli insegnamenti di San Paolo.”. Le conclusioni sono state affidate all’autore, Floriano Cartanì il quale, nel corso del suo breve intervento, ha ringraziato tutti coloro i quali in qualsiasi modo hanno contribuito attraverso le loro testimonianze a fare di un libro di carta, un libro scritto dal cuore. “Mi ha commosso – ha precisato Cartanì – questo loro desiderio di lasciare una traccia di quell’incontro con don Angelo, nel quale vi ho scorto un affetto sincero, come di chi volesse rivivere quel momento. L’importanza della figura e della testimonianza lasciateci da don Angelo Marzia – ha evidenziato Cartanì – sono elementi di un operato pastorale e di vocazione a favore del prossimo, che solo il tempo ci sta gradatamente consegnando.” Erano presenti alla serata due testimoni del vivaio vocazionale carosinese tanto amato e curato da don Angelo Marzia: mons. Mino Quaranta e don Francesco Nigro.. Alla serata erano presenti, tra gli altri, l’attuale sindaco Biagio Chiloiro accompagnato da rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Carosino, altri esponenti delle Amministrazioni degli anni passati, tra cui gli ex sindaci Costanzo Carrieri e Franco Sapio, ed il consigliere provinciale Mino Sampietro.