di Gianni Ferraris
Quando finisce l’estate? Domanda banale in fondo. Per i calendario termina il 21 settembre. Posto questo assioma, supponiamo che il 22 settembre ci siano 38 gradi, chi di noi uscirebbe con un maglioncino di lana, l’ombrello e un giubbino perché “l’estate è finita”? Soprattutto chi, se libero da impegni, non approfitterebbe per passare una giornata al mare?
Mi ponevo questa domanda domenica 18 settembre rosolando al sole a Castro Marina. La temperatura era estiva nel senso più caldo del termine, e l’acqua piacevolmente fresca. Di solito frequentiamo spiagge libere, non certo perché ci fanno ribrezzo gli stabilimenti, anzi, sostanzialmente per abitudine, oltre che per la scelta di poterci spostare dove ci piace.
Oggi lo stabilimento, l’unico, di Castro marina era aperto e senza cassa all’ingresso. Era diventato spiaggia libera. Spariti ombrelloni, lettini, sdraio, sparite le docce sostituite poi da una gomma per annaffiare le piante, ed era stata smurata (letteralmente visti i frammenti di cemento pericolosi, pungenti e zozzi che stavano lì attorno) la scaletta che agevolava la risalita dall’acqua. Il chioschetto bar era rigorosamente chiuso e squallidamente era in pieno sole il gazebo di fronte al chiosco in quanto le coperture erano state tolte.
Semplicemente, banalmente, ironicamente, i gestori hanno stabilito che il 15 settembre l’estate era finita. Alla faccia di chi parla di destagionalizzare il turismo. Le centinaia di persone che affollavano Castro erano praticamente allo sbando, solo i bar della piazzetta funzionavano, ma quelli stanno aperti tutto l’anno. Ora si chiede ai gestori dello stabilimento (l’unico) di Castro se il loro è da considerarsi, oltre che businnes, anche un servizio, come parrebbe quando cori tristi come funerali accompagnano i pianti dei balnearisti in caso di maltempo.
Da antico commerciante provavo una spontanea solidarietà ascoltando le loro lamentele in caso di mareggiate o di stagioni estive che tardano ad arrivare e giugno ha ancora temperature invernali. Però la solidarietà necessiterebbe anche una piccola spinta, se in piena estate, sia pur settembrina, decidono di chiudere, danno fiato a chi dice (ed erano veramente molti domenica) “hanno guadagnato quanto basta in due mesi per tutto l’anno”.
La rivolta alla proposta della Regione di obbligare i gestori all’apertura fino al 30 settembre mi pareva, in un primo tempo, quasi da sostenere. Un operatore commerciale conosce e sa distinguere quando e come tenere aperto, che senso ha farlo se dal 31 agosto al 15 settembre piove e poi inizia un precoce autunno? Probabilmente debbo ricredermi, qualcuno rema contro il turismo in Salento con comportamenti a dir poco bizzarri. Immagino la scena: 6 gennaio, riunione di famiglia dei gestori dello stabilimento, calendario alla mano decidono: deve esserci sole dal primo luglio al 13 settembre, né più né meno. E se l’estate dura fino a ottobre inoltrato, noi no. Siamo padroni a casa nostra, noi. Anzi, tappiamo anche i buchi degli ombrelloni la prossima volta, e se hanno sete vadano a bere al rubinetto. E che diamine.
credo che sia una banale questione di concessione. e quella quando scade… scade. per cui i gestori, qualora dovessero arbitrariamente decidere di occupare il suolo demaniale con attrezzature e chioschi, rischierebbero una sanzione.