di Daniela Lucaselli
“ Il Mar Piccolo ricorda da vicino lo stagno di Berre, le cui pittoresche e classiche bellezze sono ammirate da chiunque vada a Marsiglia. Tutto il paesaggio è inondato di luce, quasi bagnato in un’atmosfera d’oro che rende più dolci i contorni e ne fonde armoniosamente i toni. Mi meraviglio che nessun pittore si sia spinto fin quaggiù: in questa prima veduta di Taranto vi è un quadro completo, mirabilmente composto: basta trasportarlo sulla tela come la natura ce lo consegna… Sulla riva Nord di Mar Piccolo, si trova il grazioso villaggio di Citrezza, sede favorita per le gite dei Tarantini, che vi vanno nei giorni di festa a far colazione sull’erba e a ballare sotto i limoni. Un ripiegamento della collina rocciosa disegna qui un anfiteatro di poco meno di un chilometro di lunghezza, dai pendii cosparsi di fichi d’india e piantati ad oliveti, aperto sul mare alla sua estremità meridionale; giardini lussureggianti di verde ne occupano il fondo. Fra questi giardini sgorga dalla terra una copiosa sorgente d’acque limpide come cristallo, la cui conca, circondata da alte canne, ricorda la fonte Ciane, nei pressi di Siracusa. Un profondo ruscello, largo circa tre metri, trascina con rapida corrente le acque della sorgente, che mai si esaurisce, nemmeno nei periodi estivi più critici, e si getta nel golfo. Il percorso è di circa cinquecento metri, abbastanza per creare un’oasi dolce e tranquilla, dove la bellezza delle acque e gli alberi ombrosi e fronzuti ricreano una sensazione di fresco, il cui fascino, in questo clima ardente, non si potrebbe descrivere” (1)
Franҫois Lénormant
L’avvenente porto, la sua costa, ma anche il riverbero argenteo del Mar Ionio che riflette con il sue irruenti onde il suo splendore e i due mari, Mar Grande e Mar Piccolo che si stringono in un incantevole abbraccio, questa è Taranto.
Il Mar Piccolo è un ricco mare interno, un bacino semichiuso, che si trova a nord della città, la cui bellezza non può certo passare inosservata a chi ha tanto girato il mondo e riesce, con encomiabile adulazione, ad esaltarne la grandezza e il profumo.
Questo specchio di acqua, collegato al Mar Grande dal canale navigabile ad est dell’Isola e dal canale di Porta Napoli ad ovest, nella parte settentrionale del golfo di Taranto forma una doppia insenatura, ad occhiale.
I suoi due seni (Seno di Ponente o Primo Seno; Seno di Levante o Secondo Seno) di diversa estensione sono teoricamente divisi dal Ponte Punta Penna Pizzone, che congiunge il promontorio detto di Punta Penna con la sporgenza denominata Pizzone. Il primo seno ha la forma di un triangolo, i cui vertici meridionali si aprono ad est sul secondo seno e ad ovest sul Mar Grande tramite il canale naturale di Porta Napoli; il secondo seno ha invece una forma ellittica, il cui asse maggiore misura quasi 5 Km in direzione sudovest-nordest.
Nella economia tarantina questo specchio d’acqua costituisce una significativa e cospicua risorsa per la creazione e lo sviluppo di attività produttive.
Le principali qualità, emerse in un’ analisi e studio volti a trovare le strategie idonee per un congruo sviluppo produttivo e la conseguente valorizzazione ambientale del Mar Piccolo, hanno evidenziato un’elevata potenzialità biogenica di queste acque, derivante da una costante capacità produttiva.
“Il mar Piccolo di Taranto presenta una condizione ecologica naturale caratterizzata da produttività biologica eccezionalmente elevata.
Le caratteristiche talassografiche di bacino interno poco profondo, l’escursione di marea limitata, la protezione da condizioni meteo marine avverse, il clima temperato mediterraneo, le correnti modeste, l’afflusso di acque dolci superficiali ed ipogee ad azione termoalina positiva, generano un ambiente acquatico eutrofico, con ricambio lento” (2).
Tante sono le attività che il Mar Piccolo ha in passato consentito ai tarantini di sviluppare. Famose fino agli inizi del ‘900 la lavorazione del bisso, ricavato dai ciuffi di un mollusco marino, la pinna nobilis, e quella della porpora, una tintura ricavata dalla frantumazione ed essicazione dei gusci dei murici.
Un’attività ancora oggi incisivamente produttiva e redditizia è la pesca e la coltivazione di cozze ed ostriche.
Il bacino naturale del Mar Grande è invece notoriamente conosciuto come “rada di Mar Grande” in quanto stazionano le navi in attesa di entrare in Mar Piccolo.
Il Mar Grande è circoscritto dalla terraferma, l’isola della Città vecchia, Capo San Vito, le isole Cheradi di San Pietro e San Paolo, l’isola di San Nicolicchio, oggi non più esistente, Capo Rondinella, due scogliere artificiali e comunica con lo Jonio attraverso due aperture, una delle quali è chiamata “ Bocca del diavolo”.
Queste acque serrano dolcemente e allo stesso tempo tenacemente i segreti di una storia, di un popolo, di una terra: Taranto.
Il tarantino, Diego Marturano, avvinto dal tramonto spettacolare del sole sul Mar Grande, così declama (3):
L’Angele a ‘cchiuppe scènnine da ‘n ciele,
E a mare Mâsce dònne n’accattuse,
Da rète n’otra chioppe stènne ‘u vele,
Addò le munte e ‘u sole stonne a’ muse.
Pètre preziose e perle d’acqua pure,
Indr’a ‘nu cuèppe ‘nghiànene da funne,
Ca pàssene squagghiate a le petture,
Ca stonne appriesse a Dije all’otre Munne.
Pìttene chiste, come indr’a ‘nu vuèle,
Le cose bedde viste all’otre Regne,
Ca dìcere no po’, ne manghe fare,
Nesciune, come suse a quedda tele:
D’u paravise cumbarèsce ‘u segne,
E ‘mmiènze a quiste pure Dije cumpare.
NOTE:
1) Franҫois Lénormant, La Magna Grecia. Paesaggi e Storia. Litorale del mar Jonio. Parigi, (1881);
2) G. Tonti, S. Tomassi, Il Mar Piccolo di Taranto. Proposte per lo sviluppo produttivo e per la valorizzazione ambientale, Foggia (1991), pag. 29
3) A.A.V.V., Mar Piccolo, Taranto (1968)
4) E. Cecere, The Mar Piccolo and the Mar Grande of Taranto – Italy, Istituto Ambiente Marino Costiero – CNR, Talassografico “A. Cerruti”, Taranto.
La prima parte in:
http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/08/25/taranto-e-il-suo-porto/
negli anni sessanta, ormai del secolo scorso, da marinaio ancora giovane, avevo avuto cognizione dell’esistenza di un bacino di carenaggio in muratura, la cui costruzione ed era stata interrotta con l’arrivo della seconda guerra mondiale, situato tra i margini della città ed il complesso delle scuole della Marina Militare. non ne ho mai più sentito parlare. Ma c’era sul serio ?