Le foto sono di Stefano Crety
Le segnalazioni di Beniamino Piemontese, della professoressa D’Orsogna e dei pochi amici sensibili al pericolo delle trivellazioni nei mari del Salento erano assolutamente vere!
Mentre tutti noi eravamo impegnati a consultare il carnet degli appuntamenti salentini per trascorrere in spensieratezza le serate agostane, le autorizzazioni giungevano puntuali. Stefano ha immortalato, per gli scettici e i noncuranti, il pericolo che incombe. Nei vari commenti al link potete farvi una cultura su ciò che ci aspetta!
Intanto continua la raccolta delle firme, che finora ha visto solo 281 “innamorati” del Salento!
dal Blog della prof.ssa D’Orsogna:
La societa’ inglese Northern Petroleum ha iniziato il suo iter autorizzativo per trivellare i mari del Salento e del Barese. Ben nove concessioni sono in giacenza presso il Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali per l’approvazione di ispezioni sismiche e successiva perforazione di pozzi esplorativi, allo scopo di estrarre petrolio per decenni. L’area interessata si estende per circa 6,600 chilometri quadrati a circa venticinque chilometri da riva, da Bari fino a Santa Maria di Leuca.
Secondo comunicati agli investitori del 28 Luglio 2011, la Northern Petroleum ha ottenuto di recente il permesso di eseguire ispezioni sismiche con la tecnica dell’air-gun nell’area di Monopoli-Ostuni-Brindisi in due proposti campi di petrolio chiamati Rovesti e Giove. Si afferma di volere iniziare i lavori a partire da Ottobre 2011.
Il direttore resposabile della Northern Petroleum, Derek Musgrove, aggiunge che “l’esplorazione dell’Adriatico Merdionale e’ una priorita’ per la Northern Petroleum” e che la ditta intende procedere velocemente con l’air-gun in modo da identificare i siti da trivellare gia’ all’inzio del 2012. Simili permessi sono in giacenza, ma ad uno stadio meno avanzato, per la provincia di Lecce.
Le ispezioni sismiche sono violente esplosioni di aria compressa in mare che permettono di dare stime sui giacimenti delle riserve di petrolio grazie ai segnali riflessi. Sono dannosi al pescato, al delicato equilibrio marino e alla vita dei cetacei che spesso possono spiaggiare. Soprattutto sono il primo passo verso la petrolizzazione dei mari del Salentino e del Barese, che si concludera’, secondo le intenzioni della Northern Petroleum, con l’installazione di almeno nove piattaforme a mare. Inevitabilmente, queste porteranno con se perdite di petrolio e rilasci di materiale inquinante, dannoso a pesci e all’uomo, e la possibilita’ di disastrosi scoppi e incidenti.
http://dorsogna.blogspot.com/2011/08/la-northern-petroleum-nei-mari-di.html
E’ finita la sceneggiata del “non so, non ci credo”, o quella del “sono in ferie” (nuova versione del non vedo-non sento-non parlo).
E tempo che vi svegliate ex non-credenti, ex non-udenti, ex non-vedenti…
Non avete creduto, non avete udito, non avete visto.
Ora basta:
SVEGLIA SALENTO!
Il titolo è estremamente azzeccato, anche se i Turchi (quelli veri…) disseminarono terrore, morte e distruzione sì, ma non irreversibili. Triste, poi, constatare come la politica si sia ridotta a fungere da “palo”, mentre gli altri fanno il colpo…Votate, gente, votate!
Quello che hanno fatto i Turchi lo faranno gli Inglesi!!!!!!!!!!
Segnalazione:
“Aperta la caccia al petrolio del Salento”
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
di Tonio Tondo
(martedì 6 settembre 2011)
L’intervento SALVIAMO L’ADRIATICO E IL SALENTO DALLE TRIVELLAZIONI IN MARE del Prof. Nicolino Sticchi ( pubblicato nei giorni scorsi da Il Paese Nuovo e sui siti web http://www.messapi.info e
http://www.spigolaturesalentine.it ) è oggi pubblicato in prima pagina da La Gazzetta del Mezzogiorno.
In prima pagina e a pagina III de La Gazzetta di Lecce sotto il titolo “Nel mirino delle compagnie i luoghi più belli del litorale” con sottotitolo “Allarme dal web: <>” viene riportato l’appello della Prof. Maria Rita D’Orsogna.
da “La Repubblica” di oggi:
…Il giallo si infittisce, perché da Roma, nelle ultime settimane, non sono arrivate notizie certe. Le ultime risalgono al 28 luglio scorso, quando pare che il ministero dell’Ambiente abbia dato l’ok ad una serie di ispezioni sismiche preliminari alle trivellazioni. Destinataria dell’autorizzazione sarebbe la Northern petroleum, colosso del settore, già titolare di due permessi di ricerca dell’oro nero nell’Adriatico meridionale e in attesa di risposte per altre sette istanze relative a vaste aree marine antistanti l’intero Tacco d’Italia. Le ispezioni sismiche dovrebbero essere condotte tramite la tecnica dell’air gun, ovvero spari di aria compressa verso i fondali, considerati estremamente dannosi per la vita della flora e fauna marina. Non a caso gli ambientalisti, durante l’estate, hanno
lanciato sul web una vasta campagna, con tanto di petizione popolare, per sollecitare il ministero a impedire quello che viene considerato un nuovo possibile scempio, dopo il pericolo scampato delle trivellazioni vicino le Tremiti…
http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/09/06/news/piattaforma_per_il_petrolio_spunta_nel_salento-21281058/
Petrolio, inquinamento e povertà
E’ di oggi il rapporto Amnesty International:
“Petrolio, inquinamento e povertà nel Delta del Niger”.
Purtroppo, fra non molto, se non fermiamo le trivellazioni in Adriatico,
ci sarà un rapporto Amnesty International su:
“Petrolio, inquinamento e povertà nelle regioni adriatiche dell’Italia”.
le sciagurate torri avvistate al largo di Santa Cesarea erano solo in transito verso Crotone. Non è comunque una buona notizia, significa che le cose proseguono e presto, molto presto, arriveranno in Regione richieste di autorizzazioni a distruggere flora e fauna delle marine salentine. Vigilare, vigilare, vigilare ed indignarsi.
da http://www.20centesimi.it/blog/2011/09/06/falso-allarme-trivellazioni-ma-a-brindisi-e-tutto-vero/ di Victor Botta:
“…Si può finalmente tirare un sospiro di sollievo: la piattaforma petrolifera avvistata nei giorni scorsi al largo di Santa Cesarea non sta eseguendo alcun tipo di attività lungo la costa leccese. Ad assicurarlo è l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro.
Da informazioni assunte presso la Capitaneria di Porto di Bari la piattaforma, denominata Key Manhattan, è oggi al largo di Crotone ed era solo in transito davanti alle coste salentine…
…Se un’emergenza – fortunatamente solo mediatica – sembra essere rientrata, un’altra, tuttavia, continua ad allarmare e non poco. A Brindisi, in base ad un accordo stipulato nel novembre 2009 per la ragguardevole cifra di 1 miliardo di euro tra l’Eni e la Saipem Spa, quest’ultima, nella seconda metà di settembre, avvierà le estrazioni petrolifere a 25 miglia dalla costa in un giacimento denominato campo “Aquila”…
…Ma la Provincia di Brindisi è stata avvertita dell’avvio delle operazioni? “Assolutamente no”. Tuttavia, rassicura Ferrarese, “Insieme alle altre istituzione locali cercheremo di far pressioni sul governo centrale affinchè si possano bloccare e vietare le trivellazioni. Contestualmente domani incontrerò l’Eni per capire qual è l’interesse e che cosa hanno intenzione di fare sul giacimento Aquila”, conclude il Presidente.
Il tempo stringe, la piattaforma petrolifera da Dubai si avvicina sempre di più…
Leggendo si scopre che l’allarme -lanciato proprio dai documenti in nostro possesso- e’ verissimo!
La storia del sacco di Otranto si ripete.
Era il 27 luglio del 1480 quando da Otranto fu avvistata la flotta turca di Akumt Pascià.
“State calmi, non c’è pericolo… le navi del nemico sono dirette a Brindisi…!
Così dicevano i comandanti della guarnigione spagnola al sindaco e alla popolazione otrantina.
E furono prorio i soldati spagnoli i primi a scappare, calandosi con le funi dagli spalti delle mura di Otranto quando -in barba ai loro proclami rassicuranti- le navi della flotta turca volsero la prua verso Otranto.
Sono passati 531 anni da quel fatidico giorno.
Proprio il 27 luglio 2011 le istituzioni locali e i giornali ricevevano dalle nostre mani sulle loro scrivanie (senza nemmeno doversi affaticare per acquisire le informazioni allarmanti e urgenti che gli davamo) l’appello contro le perforzioni di fronte alle nostre costre e nei nostri mari alla ricerca del petrolio da parte del nostro nemico: le compagnie petrolifere, straniere o italiane che siano.
La storia si ripete:
“Calmi, state calmi, non c’è pericolo, le trivelle sono solo in transito, sono dirette a Crotone, forse ce ne sono altre dirette a Brindisi…”
Ovvero, vogliono dirci: “Sudditi, state calmi, ci pensiamo noi…”
Non ci prendete in giro.
Le trivelle vengono qui da noi, nei mari della Puglia, alle Tremiti, a Brindisi, a Lecce, alle cesine, a Otranto, a Santa Maria di Leuca, a Porto Cesareo, e poi ci circondano dappertutto, a Crotone, a Pantelleria e…
ANDATE AL DIAVOLO!
Leggo sui giornali di oggi che c’è chi pensa ad azioni risarcitorie contro le compagnie petrolifere.
Sob!
Prima di chiedere risarcimenti bisognerebbe impegnarsi per fermare le trivellazioni.