di Sonia Venuti
Esistono diverse teorie sulla nascita e sull’origine del toponimo e della città di Taurisano, e sono tre le più accreditate che vanno da quella del monaco ed erudito del ‘600 Luigi Tasselli secondo il quale il nome Taurisano è una derivazione del nome Taurus o Taurius o Taurisanus, di un centurione Romano stabilitosi nella zona, in una villa in cui nei tempi antichi si addestravano “alli giuochi dei tori”; questa villa s’ingrandì con il decadimento degli adiacenti casali di Varano, Pompignano, Ortenzano e Cardigliano, che a causa delle razzie dei saraceni e dall’opprimente peso dell’imposizione delle tasse le popolazioni abbandonarono, per stabilirsi in un posto più sicuro. Teoria questa che sposa quella dello storico Arditi, secondo il quale però l’appellativo Taurisano specificherebbe la presenza di un bovile, un luogo adatto a pascere i tori e atto alla riproduzione di “tori sani”, da qui Taurisano.
Secondo altri la nascita di questo agglomerato ha una connotazione tutta religiosa, accreditando la nascita dello stesso intorno alla primitiva cappella di S.Maria della Strada e del mercante miracolato, per concludere che il paese esistesse già alla fine del XIII sec., al tempo dell’infeudamento del territorio per opera di Tancredi d’Altavilla, allorquando le popolazioni si trasferirono nel feudo di Taurisano costruendo le loro casupole intorno al castello feudale di Hugo de Tauresano, che oltre alla protezione concesse loro un trattamento fiscale più vantaggioso.
Concettualmente possiamo datare la nascita di Taurisano intorno agli anni 1268-1269, anche se per essere esatti già alla fine del XII sec. l’ultimo re della dinastia Normanna, Tancredi d’Altavilla, volendo ricompensare venti capitani leccesi per essersi distinti a fianco del suo avo Roberto contro Guglielmo I il Malo, conferì loro il titolo di Cavaliere e li nominò Baroni di altrettanti feudi dipendenti dalla Contea di Lecce, che qualche anno dopo fu aggregata al Principato di Taranto, infeudando così il territorio di Taurisano insieme alla terra di Specchia e donandoli a Filiberto Monteroni o Montoroni.
Quella dei Monteroni o Montoroni è una delle famiglie più antiche in Terra d’Otranto e tenne il feudo di Taurisano fino al 1256 e dal 1444 al 1536.
Nel 1228 il sovrano Federico II di Svezia organizzò la sesta crociata e nel 1240 concesse il Principato di Taranto, di cui faceva anche parte la Baronia di Taurisano, al figlio naturale Manfredi che però, avendo molti contrasti politici con i pontefici, indusse Innocenzo IV ad offrire la corona dell’Italia Meridionale a Carlo D’Angiò, che accettò ben volentieri accorrendo in suo aiuto, sconfiggendo Manfredi a Benevento e insediandosi sul trono di Napoli col nome di Carlo I, e la sua dinastia regnò per due secoli. Al suo seguito, molti nobili francesi arrivarono nel Salento, che fu lottizzato e dato in loro possesso al punto che molti feudi furono frantumati per poter accontentare tutti.
Barone di Taurisano fu nominato Hugo che poi diverrà De Tauresano. Fu in questo frangente, diventando vassalli dei Del Balzo Orsini, che il casale di Taurisano conobbe il suo periodo di massimo splendore che non si ripeterà più nella storia. Fu in quello stesso periodo che fu edificata la chiesa romanica di S. Maria della Strada introducendo il culto della Vergine del Santo cordone da Valenciennes, città delle Fiandre francesi.
Gli stessi feudatari per dare un’impulso all’incremento demografico e all’economia agricolo-pastorale del villaggio, attuarono un’imposizione fiscale morbida.
Questa fase di prosperità e serenità durò poco perché con il consolidarsi del sistema feudale francese, sia borghesi che servi della gleba furono gravati in tutti i feudi da tasse e balzelli per far fronte alle condizioni pietose in cui gravava il regno.
Le scorrerie degli Ungari e dei Saraceni, le epidemie carestie e terremoti, desolarono la Terrad’Otranto che con le guerre di successione tra Angioini ed Aragonesi visse il suo completo tracollo.
Primo feudatario di Taurisano del periodo aragonese fu Roberto di Monteroni che nel 1452 ricopriva la carica di Goverantore di Taranto, essendo stata la sua famiglia al fedele servizio di Giovanni del Balzo Orsini principe di Taranto. A Roberto successe il figlio Raffaele che ingrandì i suoi domini con la donazione del feudo di Sammarzano da parte della madre Adelisia Taurisano, riscosciutogli in seguito dal sovrano napoletano Ferdinando I d’Aragona.
A Raffaele successe Francesco Monteroni, del quale si ricorda come impresa più gloriosa la sua partecipazione sotto il comanado del figlio di Ferdinando I Alfonso d’Aragona, alla liberazione della città di Otranto dai Turchi nel 1480.
Il sovrano napoletano per ricompensare il suo vassallo dell’aiuto fornitogli, gli condonò metà delle tasse da versare alla Regia Camera per l’anno 1492.
Francesco Montoroni morì nel 1536 senza discendenza diretta, e di conseguenza i suoi beni feudali compresa la baronia di Taurisano, passarono alla dipendenza diretta della Corona, cioè del sovrano dell’epoca Carlo V.
Successivamente, dalla fine del XV secolo, dopo tutte le vicissitudini delle guerre tra Francia e Spagna e l’assegnazione del regno di Napoli alla Spagna, nel Salento fu operata una profonda assimilazione della cultura Spagnola che rivoluzionò le lingue, i costumi, il gusto, i sentimenti e il comportamento della popolazione.
Gli spagnoli attuarono l’ennesima lottizzazione del territorio e il feudo di Taurisano, insieme alla contea di Castro, passò a Mercurino Antonio conte di Arborio e marchese di Gattinara, già Gran Cancelliere del regno di Napoli che, grazie all’influenza dei molti personaggi illustri della sua famiglia, ottenne di pagare per il suo feudo le stesse tasse pagate dal predecessore Francesco per i servizi resi, con la clausola di poter instaurare una nuova tassa in relazione alla crescita socio-economica del feudo stesso.
L’aggiornamento fiscale non venne effettuato perché il cancelliere morì lo stesso anno in cui gli erano pervenuti i feudi che passarono in eredità alla figlia Elisabetta di Valenza e consorte di Alessandro Lignani, che non dimorò mai nella contea di Castro e il suo dominio durò appena due anni fino al 1537.
Il suo successore fu il primogenito Antonio, già personalità illustre e potente, tant’è che risultava uno dei pochi aristocratici invitati alla grandiosa cerimonia di accoglienza dell’imperatore CarloV nel palazzo reale di Napoli; egli nominò come intendente di fiducia ed amministratore del feudo di Taurisano un certo Giovanni Battista Vanini, parente ed omonimo del padre del filosofo Giulio Cesare, fatto giungere da Tresana, un borgo della Lunigiana Ligure.
Antonio, non riuscendo a pagare le tasse di successione alla Regia Camera, nel 1549 decise di vendere il feudo di Taurisano al Barone di Andrano Giovanni Battista Saraceno, riservandosi però il diritto di riacquistarlo.
Antonio Gattinara si spense nel castello di Castro nel 1550 e gli successe Mercurio o Mercurino, che riacquistò subito il feudo di Taurisano dal Saraceno, apportandovi le migliorie per incrementare l’attività agricolo-pastorale e la popolazione, oltre a far giungere, sempre da Tresana, il nuovo intendente Giovanni Battista Vanini, padre del filosofo Giulio Cesare.
Alla morte di Mercurio, avvenuta il 1574 subentrò Alessandro, al quale successe il figlio Antonino, marito di Porzia della potente famiglia Colonna, il quale godette per pochissimi anni dei titoli e dei feudi ereditati, in quanto morì all’età di soli 30 anni.
A lui succedette la sorella Lucrezia, consorte di Francesco Ruiz De Castro, il quale attanagliato dai debiti verso la regia Camera decise di vendere il feudo di Taurisano a Bartolomeo Lopez y Royo, al quale succedette il primogenito Miguel.
Alla morte di Miguel, avvenuta nel 1679, succedette il figlio Antonio, che il 2 Luglio del 1692 ottenne dal re Carlo II il titolo di Duca sopra la terra di Taurisano, elevando così la baronia a ducato.
Il domino dei Lopez y Royo, si connotò soprattutto per la rigidità del prelievo fiscale e nell’estensione dei loro poteri anche nell’ambito ecclesiastico; continuavano a vivere lontano dal feudo e non si spostavano dal palazzo di Monteroni neanche per fare da padrini nei battesimi e nei matrimoni, quando venivano invitati dai benestanti locali, e lo facevano per procura.
Ad Antonio successe Michele II, il quale fece edificare il ramo destro del palazzo ducale, dotandolo di un immenso frantoio oleario ipogeo.
Ultimo duca di Taurisano fu Antonio II che conservò il dominio feudale fino al 1806, ed il suo successore , il nipote Nicola anche se spogliato dai beni ma non dal titolo a causa dell’abolizione della feudalità, provvide a finire di edificare il palazzo ducale nel 1843, facendo congiungere i due rami, edificati rispettivamente nel 1733 e nel 1770.