di Sonia Venuti
Gusto il mio caffelatte mentre osservo dalla finestra della mia cucina la bandiera italiana che sventola sul terrazzo “te lu Pippi”; il momento della colazione è per me quello in cui sono sola a riflettere e e rimuginare i miei pensieri, e mentre lo faccio osservo il cielo e quella bandiera, che oltre ad indicarmi la direzione del vento nella giornata, facendomi intuire il clima che dovrò affrontare, è il mio contatore personale delle vittime Italiane, nei vari conflitti in cui L’italia è impegnata con il suo esercito: stamattina era a mezz’asta, si onorava la 40a vittima Italiana nel conflitto Afghano, Roberto Marchini 28 anni.
Era assente “lu Pippi” il 02 luglio, quando è caduto il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo 29 anni; lui non era in casa era andato a far visita alla figlia che si trova in Basilicata, e mi sembrava strana quella bandiera che sventolava al vento, svettante in cima all’asta.
“lu Pippi”, la prima cosa che ha fatto al rientro dal week-end, è stato salire sul terrazzo ed ammainarla, in segno di rispetto per il soldato caduto, per la patria, per suo figlio che combatte in prima linea questa assurda guerra e per se stesso.
Ad ogni notizia di soldati caduti in quello e altri conflitti in cui ci sono presenze dell’esercito italiano, “lu Pippi” si affanna a salire sul terrazzo ad ammainare la bandiera , per rendere onore alle giovani vittime, sperando sempre nel suo cuore che non sia la volta in cui deve essere lui a raccogliere l’infausta notizia, e sperando sempre che suo figlio torni sano e salvo.
E’ in questo modo che “lu Pippi” vive questa condizione di padre di un soldato (giovane ufficiale dell’esercito) impegnato a portare la “pace” in quelle terre lontane e tormentate, e quando spesso in passato giungevano notizie di perdite di giovani soldati italiani, sembrava che non gli appartenessero, sembrava una cosa lontana, che si sente solo al telegiornale e che non potesse mai accadere a lui.
Invece è successo, la notizia dell’attacco kamikaze ad Herat ci ha sconvolti tutti quel 30 di Maggio, una giornata intera senza notizie certe, tutti in apprensione con il vicinato in subbuglio fino a quando non si sono saputi i nomi e, cinicamente ed egoisticamente tutti uniti in quel respiro di sollievo, quando tra quei nomi abbiamo constatato che non c’era quello del ragazzino che giocava al calcio, in strada , da bambino.
Il Salento ed il Sud tutto ha pagato un prezzo molto alto di giovani vite umane, che hanno combattuto per la patria e per gli ideali di pace, e sparsi nella nostra terra ci sono tanti “Pippi” che sono in apprensione per i loro figli.
Ognuno a modo suo vive e sente quest’ impegno militare della nostra nazione , ed io ho voluto testimoniare con questo scritto, quello di Via G. Gentile, e di uno dei tanti “Pippi” sparsi nel salento, sperando ogni mattina a colazione di vedere svettare il tricolore italiano, sempre più in alto nel cielo terso e azzurro della nostra terra.