di Floriano Cartanì
A chi si interessa veramente alla figura di don Tonino Bello, in questi ultimi anni analizzato ed approfondito in diverse pubblicazioni, non può certamente sfuggire uno degli ultimi volumi dati alle stampe, che affronta l’operato del grande arcivescovo di Molfetta in una chiave del tutto nuova.
Si tratta di “Tonino Bello. Danza la vita”, a cura di Maria Gabriella Carlino e Maria Occhinegro, pag. 150, euro 18.00, Lupo Editore. L’antologia che raccoglie scritti, omelie e lettere di Don Tonino, si avvale di una singolare prefazione esperenziale resocontata da Nichi Vendola e nasce, prende forma e si sostanzia, sotto una preziosa quanto inusuale veste didattica. Vuoi per il substrato professionale degli stessi autori, vuoi anche per il progetto perseguito da una casa editrice come la “Lupo”, la quale affida a queste pagine anche una sorta di riscatto del patrimonio intellettuale salentino.
Probabilmente, se fosse stato ancora presente in mezzo a noi, don Tonino avrebbe (ri)usato i propri interventi e gli innumerevoli scritti autografici da destinare alla formazione delle nuove generazioni, proprio nella forma contestualizzante presa in prestito da Carlino e Occhinegro.
Il compendio antologico contenuto in “Tonino Bello. Danza la vita”, appare infatti non solo comparabile a quello di altri di scrittori o cantanti contemporanei, ma risulta essere anche efficacemente accostabile ad altre forme di comunicazione come il saggio, l’intervista, l’articolo giornalistico.
Per tutti valga l’esempio del paragone contenuto tra la lettera di don Tonino alla guardia campestre Mario (uccisa sul lavoro) e La famosa canzone de “La guerra di Piero” di Fabrizio De André. Il risultato generale che ne consegue, è una magistrale articolazione di schede didattiche, che permettono al lettore anche meno addentrato, uno studio abbastanza completo del pensiero-azione di don Tonino.
Un metodo quello di “Danza la Vita” che, affrontando temi etico-sociali tutt’ora presenti, riesce come pochi testi sanno fare a migliorare la comprensione del mondo d’oggi, offrendo al contempo quegli stimoli positivi (anche laici) che don Tonino riusciva amabilmente a mettere in circolo.