di Giovanna Falco
Solitamente nei miei articoli evito di fare considerazioni personali. In questo caso non è stato proprio possibile, perché sono veramente indignata a causa del restauro a cui è stato sottoposto un monumento tra i più rappresentativi di Lecce.
Da mesi aspettavo che fossero tolte le impalcature al Sedile in piazza Sant’Oronzo. La mia idea era quella di scattare qualche foto da pubblicare su “LECCE SI’ – LECCE NO (immagini dal Salento), la mia pagina su Facebook ideata come un raccoglitore di immagini di Lecce e provincia.
Tempo fa ho avuto la fortuna di vedere il Sedile privo delle vetrate, pur se ancora intrappolato dai ponteggi: l’armonia tra i volumi interni ed esterni riconduceva al momento della realizzazione dell’opera, concepita come loggia aperta. Spiccavano gli affreschi già citati nel 1634 da Giulio Cesare Infantino nella sua Lecce Sacra, riportati alla luce grazie alla pulitura delle pareti.
Sabato 5 maggio finalmente è stato inaugurato[1]. Qualche giorno dopo sono andata a vederlo, ma arrivata in piazza Sant’Oronzo mi sono chiesta “Chi ha rubato il sole al Sedile?”. Mi sono trovata davanti ad un parallelepipedo di pietra leccese senza alcuna anima, denudato e intrappolato da fredde doppie lastre di vetro trattenute da graffe d’acciaio. Il monumento non ha più quel caldo colore tipico del materiale lapideo nostrano, eppure, a pochi passi da lì, i restauri compiuti sulla facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie ne hanno conservato le peculiarità. Ho avuto l’impressione che il Sedile sia diventato la custodia dell’orologio di don Giuseppe Candido, restaurato e collocato sulla parete dove, nella prima metà del Novecento, era stato realizzato il camino sormontato dallo stemma di Lecce.
Ho scattato senza convinzione qualche foto: mi ha divertito la colonna di Sant’Oronzo che si specchiava nella vetrata antiriflesso.
Ieri sera sono tornata in piazza Sant’Oronzo, perché avevo sentito parlare dell’illuminazione artistica e volevo vederla di persona: sono rimasta senza parole, parlano sin troppo le immagini di Matteo Amorino pubblicate su YouTube[2].
Mi sono posta tante domande: prime tra tutte chi ha concepito questa idea e com’è stato possibile autorizzarla? Ho voluto approfondire l’argomento ed ho cercato su internet notizie inerenti il restauro. Ho trovato più di un sito dov’è stata pubblicata una sorta di scheda, credo distribuita alla stampa, dove alla voce Illuminazione Artistica sono riportate le seguenti parole: «Il Sedile restaurato trova risalto anche durante le ore serali grazie ad una nuova illuminazione che lo valorizza esaltando la sua architettura, facendo vibrare i suoi pregevoli elementi plastici e sottolineando, allo stesso tempo, la centralità del suo volume, attorno al quale si svolge, oggi come allora, la vita della Città»[3].
Il Sedile di sera indubbiamente “trova risalto” ed è stata sottolineata “la centralità del suo volume” in piazza Sant’Oronzo, ma a che prezzo?
Da inesperta mi chiedo: l’impatto ambientale è molto forte, cosa prevedono le normative vigenti in materia? Quali sono le direttive inerenti l’illuminazione degli edifici pubblici previste nel Piano Regolatore di Lecce?
Ci troviamo, sembrerebbe di capire, di fronte ad un intervento di restauro di tipo filologico: a quale epoca risale l’illuminazione rosa fucsia? Se si tratta di un intervento filologico, perché non sono state ripristinate le grate in metallo? Così come riportato nella suddetta scheda sono attestate sin dal 1616 e sono presenti in tutte le immagini d’epoca del Sedile! Sono una caratteristica dei sedili, seggi o tocchi del Meridione d’Italia, tant’è vero che Benedetto Croce li definì: “portici quadrilateri con cancelli di ferro e a uno dei lati una sala chiusa per le riunioni, discussioni, deliberazioni”[4].
Molti dubbi rimangono e vorrei tanto che si aprisse un dibattito tra gli esperti della materia, o, per dirla tutta, che sia posto rimedio a questo intervento che va aldilà della fantasia. In fine, mi chiedo il perché del silenzio della stampa.
[1] Immagini del Sedile restaurato: http://www.youtube.com/watch?v=TKOF7Q1eiOk
per le notizie storiche sul Sedile di Lecce concordo che le notizie più complete si trovano in:
http://www.sudnews.it/notizia/37953.html
PROPONGO DA GIORNI UNA PETIZIONE PER RESTITUIRE AL PALAZZO DEL SEGGIO (O SEDILE) LA SUA VETRATA, SONO FELICE DI SCOPRIRE CHE NON SONO LA SOLA.
…Ho le mie case preferite, ho tra loro delle amiche intime; una addirittura è intenzionata a farsi curare quest’estate da un architetto. Verrò a trovarla appositamente ogni giorno, perché non me la curino male, Dio la protegga!… Non dimenticherò mai l’episodio accaduto ad una bellissima casetta, color rosa chiaro. Era di pietra, così graziosa che sembrava guardarmi con tanta affabilità, ma fissava le sue goffe vicine con tanta alterigia da far rallegrare il mio cuore, quando mi accadeva di passarle accanto. Ecco che la settimana scorsa, ad un tratto, passo per la strada e, non appena ho dato uno sguardo all’amica, sento un grido lamentoso: … Malfattori! Barbari! Non hanno risparmiato nulla: né le colonne, né i cornicioni, … (“Le notti bianche” Dostoevskij )
Dov’è andata a finire la mia bella vetrata !!!???
No Monica, non sei assolutamente sola. Bisogna organizzarsi per poter aiutare il nostro caro amico Sedile
Organizziamoci, ho contattato alcune persone, molto probabilmente ci sarà un intervista, ti lascio il mio indirizzo email alcisia23@yahoo.it
su facebook monica montanaro. La petizione: http://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=172533106133811&id=148695
Concordo pienamente con l’analisi di Giovanna. A questa si aggiunge l’intera illuminazione “fuori scala” del monumento. Come se il sedile fosse in pieno deserto e non avesse nulla accanto. Non so se avete notato, ma non si riesce a capire se sembra fuori posto rispetto al palazzo delle assicurazioni o è colpa dell’anfiteatro che con la sua cavea scura distorce la luminosità del sedile. Ovviamente non è colpa nè dei palazzi nè dei romani, ma solo di quei tecnici dell’illuminazione che continuano a fare copia-incolla di progetti senza contestualizzarli. Stessa sorte per l’Arco di Trionfo dove l’illuminazione di contrasto mette in risalto lo “spezzato” del taglio delle mura.
[…] dalla sottoscritta riguardo i restauri pubblicati lunedì 16 maggio su Spigolature Salentine (http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/05/16/lecce-il-sedile-illuminato-rosa-fucsia) e rilanciati dalle pagine de Il Paese nuovo giovedì 19 […]
salve
sono danilo ammassari e, con la mia associazione, sto organizzando una mostra sulla figura di s. irene. mi, anzi, ci farebbe piacere un suo piccolo intervento nel pomeriggio del 2 marzo. interverrà anche il professore spedicato. le lascio la mail dell’associazione in modo da poterci sentire personalmente. grazie e a presto.
ecco la mail: bozzettidiviaggio@libero.it
[…] https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/05/16/lecce-il-sedile-illuminato-rosa-fucsia/ […]