Billy che “òsima” e il buco dell’ozono.
di Armando Polito
Può sembrare, è proprio il caso di dire, una bufala ma è accertato da tempo che il gas metano emesso dagli escrementi dei bovini contribuisce in percentuale significativa alla creazione dell’effetto serra. Per la par condicio sarebbe corretto fare indagini pure sul nefasto contributo che nella fattispecie dà la specie umana con i suoi quasi sette miliardi di individui, ma soprattutto bisognerebbe chiedersi chi ha inventato l’allevamento puro e semplice prima e intensivo poi. Se le mucche, poi, potessero parlare, sicuramente osserverebbero: “Con tanti ovini che ci sono, proprio noi dobbiamo essere il capro espiatorio?”. E gli altri animali dove li mettiamo? Forse che nel loro piccolo non scorreggiano anche le cavallette (non ne sono al corrente, ma forse qualche ricercatore ha già pubblicato qualcosa sull’argomento…)? Forte di queste considerazioni e indifferente all’analisi premonitoria fatta da Marx quasi un secolo e mezzo fa1, ho cominciato a guardare con sospetto il mio cane (i miei gatti no, il loro sguardo mi mette in soggezione…) e ho scoperto quanto segue.
È notorio che tutti i cani (e Billy non fa, purtroppo, eccezione) hanno, chi più chi meno, un olfatto straordinario e che tutti, comunque, annusano o, come si dice in dialetto neretino, òsimanu, terza persona plurale del presente indicativo attivo (bisogna essere precisi per poter fare un’accusa circostanziata…) di usimàre.
La voce (l’indagine è appena agli inizi e a qualcuno sembrerà procedere, come quando gli investigatori hanno le idee molto chiare, a 360°…) deriva2 dal verbo greco osmàomai che significa percepire un odore. Osmàomai, a sua volta deriva dal sostantivo osmè (che significa odore) e questo dalla radice del verbo ozo che significa mandare odore, puzzare. Il colpevole ha le ore contate, anzi il cerchio si è chiuso se dico che ozono deriva dal francese ozone e questo dal tedesco Ozon, che è dal citato verbo greco ozo.
La brillante indagine appena condotta mi consente di concludere che Billy (e tutti i rappresentanti della specie canina) è doppiamente colpevole non solo per il fatto che defeca e scorreggia ma, filologicamente parlando, perché òsima.
Però, quando al mio cane ho confidato l’esito di questo mio studio, aggiungendo che al suo padrone molto probabilmente sarebbe stato conferito il premio (Ig)nobel per le scienze, mi ha risposto con un’espressione (ho tagliato la foto perché non apparisse la mia…) che, forse, tanti umani vorrebbero usare nei miei confronti.
Ma a Billy concedo questo ed altro, per i miei simili ho già pronta la controrisposta…
**Ma va’ a c…!
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1 Il capitale. Critica dell’economia politica, Einaudi, 1975, pagg. 617 e 618 (traduzione di Delio Cantinori): ll modo di produzione capitalistico … turba il ricambio organico fra uomo e terra, ossia il ritorno alla terra degli elementi costitutivi della terra consumati dall’uomo, turba dunque l’eterna condizione naturale di una durevole fertilità del suolo. … Ogni progresso dell’agricoltura capitalistica costituisce un progresso non solo nell’arte di rapinare l’operaio, ma anche nell’arte di rapinare il suolo; ogni progresso nell’accrescimento della sua fertilità per un dato periodo di tempo, costituisce insieme un progresso della rovina delle fonti durevoli di questa fertilità.
La mia amara indifferenza nasce dall’abisso, confermato dalla storia, che esiste tra il dire e il fare, tra il potere inteso come privilegio di pochi (un po’ meno nel capitalismo…) e quello inteso come servizio per il bene comune.
2 Il Rohlfs registra per Ostuni la variante jusemà e rinvia ad usimàre che, però, manca. Certamente l’illustre studioso, se non se ne fosse dimenticato, avrebbe registrato l’etimologia che ho indicato, anche perché è di una semplicità estrema per me (figurarsi per lui!).