Impagliatore di sedie, un lavoro artigianale non ancora scomparso, grazie a persone come Andrea De Filippi, che ancora oggi a Lecce con pazienza ed ottimismo, porta avanti questo antico mestiere artigiano.
Una volta il mestiere era diffuso in particolare ad Acquarica del Capo famosa per essere il paese degli “spurtari”, (costruttori di sporte o canestri di giunco). Infatti l’artigianato locale produce questi contenitori sfruttando la materia prima che cresceva nelle malsane paludi che circondavano il paese.
I giunchi, una volta raccolti, subiscono una bollitura e una zolfatura che danno elasticità e resistenza caratteristiche che sono indispensabili per la loro lavorazione. Questi eccezionali artigiani che intrecciano i giunchi di palude per farne degli oggetti di fattura straordinaria furono premiati all’esposizione internazionale di Vienna del 1873.
Ma raccontiamo con le parole di Andrea De Filippi il suo lavoro quotidiano. “Usando le tecniche e i più comuni materiali, riesco a restaurare sedie di ogni tipo, epoca e stile, sgabelli bassi e alti, poltroncine, sedie a dondolo di ogni tipo, dai modelli classici in legno in stile ed arte povera, a quelli contemporanei che hanno bisogno dell’ impagliatura a “ scacchi ” con cordoncino e a “ spicchi ” con erbe palustri e filati più recenti.
La professionalità acquisita trova le sue origini nella passione per le tessiture su sedie, che ha visto evolvere l’acquisizione delle varie tecniche attraverso dieci anni di attività continuativa. La mia specializzazione è l’impagliatura di Vienna, una tecnica difficile e bisognosa di tanta pazienza e bravura”.
L’intreccio di Vienna nasce nei primi dell’ottocento dal genio artistico e creativo di Michal Thonet (1796-1871), considerato il padre della tecnica di curvatura del legno. Il mito e la storia della Gebruder Thonet Vienna divenne un’icona del design europeo. Con la sua produzione Thonet si dimostra non solo un abile artigiano e geniale designer dell’epoca, ma un vero e proprio pioniere del moderno processo d’industrializzazione: alla fine dell’800 infatti, la sua azienda era in grado di produrre quattromila pezzi al giorno, realizzati da circa seimila addetti.
L’arte dell’intreccio del giunco è antica e veramente artigianale. Prima di iniziare la lavorazione, le cortecce di ulivo e gli sterpi di moro, dopo essere stati raccolti, vengono levigati ed ammorbiditi con prolungati bagni d’acqua. La lavorazione poi prosegue come fosse un ricamo e ne ripete i punti: a croce, a stella, a tessuto, a rete.
E’ tutto un gioco di simmetria e di equilibrio; la stella del fondo richiama quella del coperchio, la treccia del manico quella del bordo, i colori delle decorazioni viola, verdognolo e bluastro, riproducono motivi di certi antichi tessuti locali.
I prodotti tipici di tale lavorazione sono: cesti, panieri, contenitori, forme per la ricotta, borse e altri oggetti tradizionali.
L’arte dell’intreccio è una maestria che appartiene a pochi, realizzato oggi, dalle sapienti mani di pochi artigiani.
2 Commenti a Un antico e inusuale lavoro artigianale: l’impagliatore di sedie
Ricordo lucidamente gli anni 50 del secolo scorso quando da ragazzino osservavo LU SEGGIARU (un omino biondino, dal volto allegro, con capelli radi e corti), che con un carretto a ruote basse, trainato da uno stanco e grigio asinello, settimanalmente, ogni martedi, veniva a Nardò e girando per le strade lanciava il suo classico urlo pubblicitario LU SEGGIARUUU UE’, LU SEGGIARU UE’. In diverse occasioni i miei genitori gli hanno consegnato delle sedie da MPAGGHIARE e una volta con curiosità gli chiesi come faceva a ricordare i padroni delle sedie da riparare, visto che quando le ritirava non ci scriveva nessun nome e non ci metteva nessun segno particolare. Mi rispose che mai aveva consegnato SEGGIE MPAGGHIATE a destinatari sbagliati e che questa sua prescisione era dovuta a dei trucchi del mestiere. Non solo, una volta in prima media il professore ci assegno’ un tema in classe dove dovevamo descrivere i lavori dei nostri artigiani. Io scelsi proprio l’argomento del SEGGIARU CADDHIPULINU e ricordo pure che il compianto e bravo Prof. Antonio Trecca, apprezzò il mio elaborato e mi premiò con un bel voto
La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione
al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.
C.F. 91024610759 Conto corrente postale 1003008339 IBAN: IT30G0760116000001003008339
www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.
Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi: Gestione contatti e invio di messaggi MailChimp Dati Personali: cognome, email e nome Interazione con social network e piattaforme esterne Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo Servizi di piattaforma e hosting WordPress.com Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio Statistica Wordpress Stat Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo Informazioni di contatto Titolare del Trattamento dei Dati Marcello Gaballo Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com
Ricordo lucidamente gli anni 50 del secolo scorso quando da ragazzino osservavo LU SEGGIARU (un omino biondino, dal volto allegro, con capelli radi e corti), che con un carretto a ruote basse, trainato da uno stanco e grigio asinello, settimanalmente, ogni martedi, veniva a Nardò e girando per le strade lanciava il suo classico urlo pubblicitario LU SEGGIARUUU UE’, LU SEGGIARU UE’. In diverse occasioni i miei genitori gli hanno consegnato delle sedie da MPAGGHIARE e una volta con curiosità gli chiesi come faceva a ricordare i padroni delle sedie da riparare, visto che quando le ritirava non ci scriveva nessun nome e non ci metteva nessun segno particolare. Mi rispose che mai aveva consegnato SEGGIE MPAGGHIATE a destinatari sbagliati e che questa sua prescisione era dovuta a dei trucchi del mestiere. Non solo, una volta in prima media il professore ci assegno’ un tema in classe dove dovevamo descrivere i lavori dei nostri artigiani. Io scelsi proprio l’argomento del SEGGIARU CADDHIPULINU e ricordo pure che il compianto e bravo Prof. Antonio Trecca, apprezzò il mio elaborato e mi premiò con un bel voto
vorrei provare ad impagliare le sedie di mia proprioetà come fare