La pasquetta dei leccesi è ben nota in tutto il Salento per tenersi il martedì dopo Pasqua e per la denominazione de “lu Riu”. Su questo termine sono state proposte svariate e talvolta azzardate ipotesi. Il prof. Emilio Panarese chiarisce finalmente l’arcano.
di Emilio Panarese
Il toponimo Riu/ Ria/ Urìa è senza dubbio un oronimo, indica cioè un “luogo posto su un’altura”, anche modesta, com’è quella in questione (la città di Monteroni, a pochissimi km. da Lecce, non si trova forse ad un’altitudine di 35 m.?), come provano del resto due altri oronimi, vicinissimi a llu Riu, Monterone crande e Monterone Piccinnu (in origine Mont-Oriu, raddoppiamento del lessema oronimico, come Mongibello in Sicilia dal lat. mons e dall’arabo gebel).
L’Oriu, diventato per deglutinazione ortoepica e ortografica (v. in it. l’usignolo da lusignolo) lo Riu/ lu Riu, non ha nulla a che fare né con rio “ruscello”, né con brio, né con layrìon, “cenobio brasiliano” (l’autore di un recente ricettario di cucina rusciara sostiene addirittura che siano stati i leccesi ad estendere il segno lu riu a tutta la provincia!), né tanto meno è da accostare al toponimo surbense Aurìo, che R. Buya, attraverso una serie di strampalate congetture, fa derivare nientemeno, spostando l’accento, dal lat. haurio, “assorbo”, “ingoio”. Ignotum per ignotum!
Ricordo che quello che è lu Riu dei leccesi, è la Urteddha (Grottella) per i copertinesi. Questi si danno tutti appuntamento nel martedì successivo alla pasquetta intorno al Santuario della Grottella per una scampagnata collettiva durante la quale si consumano cibi della tradizione pasquale.
Per maggiori dettagli si veda il pezzo di Fabrizio Suppressa: http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/03/31/copertino-il-santuario-della-madonna-della-grottella/
Potrebbe anche derivare dal greco “aurio” che significa “il giorno dopo,domani”…ovvero il giorno dopo Pasqua.
Il toponimo lu Rìu da l’Orìu… ma quale sarebbe poi la voce di origine del lemma?
Come si spiegano le forme con -a di l’Urìa e lu Rìa?
Questo tema mi interessa giacché il mio cognome è Ria e troverei stimolante incontrare nuovi suggerimenti sull’origine del significato, oltre a quello proposto dal Rohlfs nel ‘Dizionario storico dei cognomi salentini’ e nel ‘Dizionario storico dei soprannomi salentini’.
In greco esiste anzitutto oros=monte, altura, il cui plurale Órea risulta usato come personificazione (Le Montagne, figlie di Gea) nella Teogonia (129) di Esiodo. Tuttavia l’ipotesi di passaggio Órea>Urìa mi appare ostacolata dal cambiamento dell’accento; anche immaginando un intermediario latino questo sarebbe dovuto essere Ùria, dal momento che la e del greco Órea è breve; azzardato mi pare pure supporre che lo spostamento dell’accento sia dovuto alla deglutinazione (l’Órea> lu Rìa; il passaggio dall’originario plurale greco al singolare non porrebbe problemi perché Órea può essere considerato un neutro collettivo).
Derivati di oros sono, sempre in greco, il sostantivo òrion (=limite, confine, baluardo) e l’aggettivo òrios/orìa/òrion=relativo al confine; in particolare, di quest’ultimo il femminile (orìa) risolve il problema dell’accento prima evidenziato; ma lo risolve anche il femminile dell’altro aggettivo òreios/orèia/òreion=relativo alla montagna. Tuttavia questi due aggettivi, se risolvono il problema dell’accento, fanno risorgere quello del genere, anche se si potrebbe ipotizzare una confusione (tutt’altro che improbabile visto che la radice è unica) tra orìa e òria (plurale di òrion sostantivo ma anche del neutro di òrios/orìa/òrion).
[…] Ancora delle integrazioni sul termine ben noto ai leccesi, di cui si è parlato e commentato nel post: http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/04/26/lu-riu-pasquetta-dei-leccesi/ […]