Floriano Cartanì
Non c’è nel mondo cristiano, città o un villaggio, che non abbia un tempio o una cappella dedicata alla Vergine Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni. Anche Carosino, in provincia di Taranto, s’innesta a pieno titolo in questa consuetudine religiosa, certamente la più remota sentita dai Carosinesi.
Il culto mariano carosinese ha radici antichissime anche se, storiograficamente, viene ricollegato alle tragiche vicende occorse all’antico casale proprio il giorno di Pasqua dell’anno 1462. Fu la stessa comunità locale di allora, già da tempo profondamente legata alla Madonna, ad attribuire la scampata distruzione dei propri casamenti all’intervento prodigioso della Vergine Maria. La tradizione popolare racconta invece come, ancor prima di quella data, esattamente nel mese di febbraio, la Madonna apparve ad un pastorello sordomuto esprimendo la volontà di far edificare su quella zona (l’attuale chiesa Madre di Carosino) un edificio sacro in Suo onore, che divenne in poco tempo meta obbligata degli abitanti del circondario e dei viandanti, per le numerose grazie che si ricevevano.
Oggigiorno degli antichi fasti di questo importantissimo sito religioso locale, rimangono purtroppo solo poche vestigia storiche, racchiuse essenzialmente nel prezioso e, a quanto si dice, miracoloso dipinto della Vergine. Gli elementi iconici dell’opera, fanno ascrivere il soggetto pittorico tra le matrici con chiaro influsso dell’arte bizantina. Esse sono costituiti dall’atteggiamento materno, dai lineamenti del volto e dal disegno delle mani della Vergine Maria istoriata, che emanano ancora oggi una spiritualità molto intensa, così come testimoniano fotograficamente anche le piccole figure racchiuse in quadretti devozionali che attorniano l’altare maggiore.
Se di questo profondo culto locale appare sbiadita dal tempo la “traccia” storica, non è così per quanto attiene la devozione popolare, che risulta invece essere ancora viva nella fede mariana testimoniata dai cittadini locali. Un apposito Comitato per la celebrazione della ricorrenza continua ancora oggi, a sollecitare e far sopravvivere questo ricordo dai forti sapori religiosi, che continua ad interrogare sulle motivazioni della fede nella tradizione popolare. A questo proposito un grandissimo slancio ad abbandonare per sempre la sterile pratica devozionale fine a se stessa ed abbracciare invece la vera forza che Maria porta con sè, racchiusa nel condurre al figlio Gesù Risorto, è stata sollecitata dalla presenza in loco del nuovo parroco. Si tratta di ripulire totalmente la becera superficialità che potrebbe accompagnare talvolta l’esteriorità del devozionismo, per dedicarsi invece a quello che più conta e cioè, nel nostro caso, amare la madre celeste alla quale lo stesso Gesù sul Golgota ci ha affidati. Significativo, a questo proposito, il messaggio di don Lucangelo, il quale ha più volte sottolineato come nell’avere bisogno di Gesù dobbiamo necessariamente rivolgerci proprio alla Madonna, in quanto nessuno come lei può raccontarcelo. Ma la fede, si diceva prima, si esprime anche attraverso la forma della festa religiosa e, per la Madonna delle Grazie Patrona di Carosino, come al solito il tradizionale cerimoniale prevede una parte prettamente religiosa, con la Santa Messa solenne, panegirico e processione del Lunedì di Pasqua; mentre per il giorno successivo, martedì, dopo la Messa Vespertina, è previsto il caratteristico corteo religioso serale di ringraziamento.
La parte civile, invece, come di consueto sarà curata con la presenza nel giorno di Pasqua e Pasquetta di ben due complessi bandistici ai quali, nella serata di martedì, si affiancheranno rinomati fuochi pirotecnici che concluderanno i festeggiamenti.