di Gianni Ferraris
749 partigiani, patrioti e combattenti, 108 caduti, 55 decorati con medaglie d’oro al valor militare. Questi sono i numeri raccolti da Enzo Sozzo, partigiano combattente, sulla partecipazione dei salentini alla lotta di resistenza. Appartenenza quasi sconosciuta fino a vent’anni fa, in quanto si credeva che la Resistenza fosse affare del Nord.
Eppure l’antifascismo era diffuso anche in Salento. Ad oggi non è ancora finito il censimento dei resistenti e degl antifascisti, lavoro a cui l’ANPI, guidato in provincia da Maurizio Nocera, dedica le sue forze e risorse.
– “il medico di Latiano, Cosimo Rubino e il rotondetto Agesilao… a Taviano il D’Ambrosio, a Gallipoli il falegname inflessibile Francesco Pastore, a Galatina l’avvocato Mauro, nonché i repubblicani Egidio Reale e Antonio Vallone ed il più autorevole di tutti, quella specie di radicale e quacquero all’inglese che fu De Viti Marco…”. Con queste interessanti considerazioni Tommaso Fiore in Salento antifascista (1968), dissolveva i luoghi comuni di un’assenza di opposizione al regime a Lecce ed indicava la necessità di un pieno recupero della memoria relativa alle lotte per la libertà che si erano manifestate in Terra d’Otranto-
Così Vito Antonio Leuzzi nella prefazione del bel libro “Liberi e ribelli” di Enzo Bianco (Argo editore).
Andrea ed Enzo Sozzo. Salvatore Mazzotta. Michele Cafaro. Aldo Masciullo. Giuseppe Zollino. Emanuele Pisanò. Pietro Rollo (il primo caduto). Monsignor Francesco Petronelli. Nino Giancane. Antonio Rondello. Amleto Buia. Nicola Imbriani. Giuseppe Maggio (avvocato). Umberto Leo. Ennio Martina. Guglielmo Fazzi. Aldo Piccinno. Federico Carola. Giovanbattista Barcellona. Carlo Calò. Gaetano Leopizzi. Giuseppe Panzeri. Luigi Paradiso. Antonio Rollo. Luigi Sarcinella. Francesco Turrisi.
Sono i nomi dei leccesi ricordati dall’autore con brevi note biografiche. Sono muratori, salumieri, avvocati. Persone che hanno fatto una scelta di campo, quella della liberazione dal nazismo e dell’uscita dal periodo più nero della storia italiana. Molti non avevano una storia politica alle spalle, non un’ideologia, solo la consapevolezza che il fascismo era il male peggiore. È un libro importante per la memoria, perché, come scrive l’autore nella premessa: “Questo lavoro – che certo non è privo di lacune, di errori e di omissioni per le quali ci scusiamo – non vuole limitarsi a far ricordare a chi vive ormai soltanto nella mente e nel cuore dei propri cari o su qualche targa stradale: ha anche la speranza di offrire spunti di riflessione su un patrimonio morale che ci è stato lasciato dai partigiani ma che, con le tendenze in atto, rischia seriamente di non trovare più eredi legittimi in un paese che, del resto, oggi sembra, in tante espressioni, l’esatto contrario dei valori incarnati dai “banditen” (come li chiamavano i tedeschi) di sessant’anni fa.”
Enzo Bianco. Liberi e ribelli – da Lecce nella resistenza – Ed. ARGO € 10,00