di Simone Sapone
Nel raccontare le origini di Mirodìa non posso prescindere dal raccontare di certi luoghi, e di come hanno cambiato per sempre i miei occhi.
Sono luoghi al limite tra il reale e l’onirico e alcuni di loro li ho visitati prima in sogno che dal vivo.
Il trono del Sole, ad esempio, mi rimanda alla primissima infanzia.
In un ricordo (o sogno?) dai bordi sfumati mio padre mi porta nel bosco e nel centro di una radura vengo travolto da un’emozione impossibile da dire a parole.
Nel mio ricordo onirico l’ammasso di mattoni calcarei è più alto di diversi metri, una montagna di pietra e soffice muschio che si accende, quando una colonna di luce solare vi si posa, scendendo attraverso le fronde dei lecci; immobile e viva, quella luce mi osserva scavando nella parte più profonda di me, vedendomi nudo, e ne percepisco il sorriso ieratico e bonario allo stesso tempo.
Tutto intorno è una danza lentissima di polvere dorata.
Oggi torno in quel luogo ed anche se agli occhi tutto sembra così diverso, qualcosa dentro vibra come quella prima volta, quella visione mi è entrata dentro creando nella mia anima un nuovo luogo in cui poter sempre ritrovare quel sorriso, quel calore.
In luoghi simili è possibile incontrare creature mitologiche ricoperte di corteccia, sentirne le risate un pò sinistre, percepirne i movimenti con la coda dell’occhio.
In questi luoghi che amo come fossero l’anima mia, e a onor del vero, lo sono, ho imparato i gesti, gli odori, le attese e le consistenze che ora mescolo in unguenti, saponi e oli.
http://simonesapone.wordpress.com/2011/02/21/i-luoghi-dellanima/
http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/04/08/mirodia-profumo-di-grecia-salentina/