di Dora Elia
Care amiche e cari amici, vi racconto una storia. In una campagna assolata, appena fuori da Melendugno, nei pressi della strada vecchia che porta ad Acquarica di Lecce, c’è uno stradone bianco che conduce ad uno dei più bei monumenti rurali del nostro territorio: lu Furnieddhu Cranne.
I melendugnesi e le genti vicine conoscono bene la straordinaria bellezza di questo imponente monumento rurale, dalla cui cima è possibile osservare tutto il Comune e, se guardi benebene in fondo, il mare. Tanti ricordi sono legati alla grande costruzione a secco: chi ci è andato in bici con gli amici quando era poco più che bambino, chi l’ha raggiunto in motorino con la ragazzina del primo bacio o con il gruppo delle uscite, chi ci è andato da solo per riflettere, chi si è fatto una birra liberatoria ai suoi piedi, chi, salito sul solaio si è messo a gridare la sua rabbia o la sua gioia come sfogo… tutti, ma proprio tutti i melendugnesi almeno una volta nella loro vita sono andati o sono stati portati per mano da qualcuno dal Furnieddhu Cranne e il furnieddhu questo lo sa, ed è fedele custode di tante storie che sono state depositate tra la trama fitta delle sue pietre dure. Un giorno, di cinque mesi fa, inizia l’installazione di un parco fotovoltaico alle spalle del grande gigante buono e… è brutto dirlo, nessuno se ne accorge. Chi è cresciuto e non ha più il tempo per le passeggiate in campagna, chi è andato fuori a cercar miglior fortuna e torna solo di rado nel Salento, chi ha iniziato a girare il mondo e pensa di tornare a fine giro nei luoghi cari dell’infanzia… insomma, le vecchie generazioni non hanno visto o non hanno ritenuto giusto chiedersi il perchè di tale scempio e le nuove, forse, non conoscono nemmeno il Furnieddhu Cranne! Un ragazzo, tornando da Roma con la sua fidanzata- la ragazza è “forestiera”- decide però, un bel giorno di marzo di portarla a vedere uno dei posti più belli della sua terra, quel luogo dove da bambino si divertiva tanto con gli amici e dove non tornava da tempo e… orrore!!! Pannelli neri a tutto spiano a far da sfondo al Furnieddhu Cranne.
Che fare? I 60 giorni per intervenire sono belli e passati, l’impianto sembrerebbe a norma e tutto è ormai cintato e sorvegliato. Dopo un primo momento di vergogna per non essersi accorto prima del fattaccio, decide di chiamare gli amici perchè, forse, non è ancora tutto perduto. Crea un gruppo d’informazione e con i ragazzi che un tempo erano a giocare con lui al Furnieddhu decide che, se agire non si può, almeno si può parlare e far conoscere a tutti il grande sacrilegio, sperando che sia l’ultimo e invitando quanti condividono il suo dolore a partecipare ad una mobilitazione che dimostri che certe cose, anche se legali, non si possono fare senza che gli animi ne soffrano e che ognuno s’indigni per l’offesa ricevuta. La gente, piano piano, si avvicina al gruppo ed inizia a dire la sua e se anche questo non dovesse servire a bloccare i lavori, beh, almeno farà capire che da oggi in poi ci saranno tanti occhi a guardarsi intorno perchè le attenzioni che non sono andate al caro Furnieddhu Cranne– al quale vanno le nostre scuse più sincere- non manchino alle tante altre bellezze artistiche e naturali che sono intorno a noi e fanno parte della nostra storia.
Se anche tu vuoi aiutare il Furnieddhu Cranne a sentirsi meno solo, se vuoi farti sentire perchè i parchi fotovoltaici lì intorno- o in luoghi affini- non si moltiplichino, partecipa alla fotopetizione indetta dal gruppo “Giù le mani dal Furnieddhu Cranne” (trovi il profilo in Facebook) scaricando la foto che trovi lì in allegato- o creando un cartello simile a tuo piacimento- fotografandoti con il foglio in mano e pubblicando la foto sul gruppo!!!
Caro Marco, eccolo qui. Appena ci arrivi vicino, l’imponenza ti colpisce:Giù le mani dal Furnieddhu crande mi sembra il minimo, ma penso non si possa più fare molto ormai. I diritti dell’impianto sono acquisiti
vergogna a chi ha permesso lo scempio!
Cranne è lu furnieddhu ma di più lo è Dora Elia, :)http://www.youtube.com/watch?v=l9dUCdGWk_8