Il beato Giulio da Nardò

di Salvatore Calabrese

Una trascurata, bella e santa figura, è il BEATO GIULIO  che appartiene tra i tanti servi di Dio che aspettano la glorificazione in terra, come quella che già godono in cielo. Tanto ignoto, trascurato e quasi sconosciuto nella sua ingrata terra natia, quanto noto, venerato e visitato da milioni di pellegrini che nei secoli si sono recati a rendergli rispettoso omaggio.

Infatti non vi è pellegrino che dopo la doverosa visita alla Madonna del Santuario di Montevergine, in provincia di Avellino, non sia passato a rendere un breve omaggio a questo umile figlio che riposa in pace nella stessa chiesa in cui era vissuto.

Del frate si conosce ben poco.  Per nostra fortuna, Antonio Borrelli, un bravo ricercatore, per conto della padovana libreriadelsanto, ha rimediato con una interessante biografia.

Nacque a Nardò nel secolo XVI, da nobile famiglia (sarà forse discendente della neretina famiglia Giulio tutt’ora esistente e di antiche e nobili origini?) la quale secondo le consuetudini del casato, lo fece educare nelle lettere, nelle scienze e soprattutto nella musica, disciplina a cui il giovane era particolarmente inclinato.

Giulio fin dalla più giovane età si raccolse nella preghiera e nella meditazione. Animato da grande attenzione per i bisognosi distribuì loro i suoi beni e lasciò la casa paterna, indossando l’indispensabile, quindi si avviò verso la lontana Campania, per trovare un posto adatto al suo desiderio di solitudine.

Arrivato alle pendici del Partenio, presso Avellino, trovò una vallata con faggeti denominata Chiaia e lì, trovato un altro eremita di nome Giovanni, prese a condurre una vita dedita alla preghiera e alla meditazione.

La loro santità di vita attirò le attenzioni di molte persone, comprese quelle dei i nobili Carafa, feudatari del posto, che offrirono ai due un eremo con annessa chiesetta dedicata alla Vergine Incoronata, sopravvissuta con lo stesso nome.

A lavori ultimati Giulio e Giovanni si adoperarono affinchè l’eremo e il nascente santuario fossero affidati ad un ordine religioso e il Papa Gregorio XIII (1502-1585) vi mandò i Benedettini Camaldolesi.

Ormai Giulio era diventato abbastanza noto e già si prospettava la possibilità che ricoprisse i più alti incarichi. Schivo e desideroso di non apparire lasciò l’eremo e andò a bussare alla non lontana abbazia di Montevergine, dove fu ben accolto dai monaci.

Qui visse all’ombra della Madonna, prodigandosi con zelo instancabile per il decoro del santuario e per il culto della Madonna Celeste, distinguendosi come valido organista, compito che con sapiente maestria assolse per ben ventiquattro anni, tanto che, pur di ascoltare la sua celestiale musica, accorrevano anche da Napoli.0

Per umiltà rifiutò di essere consacrato Sacerdote e prima di morire chiese ai suoi superiori di essere seppellito sotto il pavimento della cappella della Madonna, così da poter essere calpestato da ogni passante come un grande peccatore.

Morì l’8 luglio del 1601 e il Signore lo volle esaltare con un grande prodigio. Vent’anni dopo, nel 1621, quando si dovette rifare il pavimento della cappella, il suo corpo fu ritrovato intatto, con la pelle fresca  e gli arti non irrigiditi ma ancora mobili.

Dopo circa 4 secoli dal decesso le sue spoglie mortali sono ancora quasi intatte e per la gloria dei Santi e la gioia dei pellegrini visitatori, quelle spoglie sono esposte e ben visibili in un’ urna, sotto un altare del citato santuario di Montevergine.

Condividi su...

3 Commenti a Il beato Giulio da Nardò

  1. Che Giulio sia il nome e non il cognome del beato è stato già, e da tempo, sufficientemente trattato con osservazioni e con prove documentali inoppugnabili nell’opuscolo “Il “beato” Giulio da Nardò monaco di Montevergine” di G. Mongelli, Edizioni del santuario Montevergine, 1981, pagg. 12-14. Debbo dire che la felice memoria di mia madre provò tanti anni fa una grande frustrazione quando le feci presente che Giulio Cesare, in fondo, era stato, come parecchi cosiddetti grandi, un genocida e la deprimente sensazione si rinnovò quando le feci leggere l’opera appena citata. Mia madre si chiamava Rosa Giulio e, almeno per quanto riguarda le ascendenze onomastiche, le è andata male: tra i suoi antenati poteva pure starci Giulio Cesare ma, almeno per i miei gusti, non sarebbe stata e non è questa cosa di cui vantarsi; avere un beato sarebbe stato meglio, ma il destino ha voluto diversamente…

  2. I miei bisnonni mi raccontavano sempre che il Beato Giulio era nato ad Orsara di Puglia ed era originario del casale Mons Phreis , da cui hanno preso il cognome tutti i Frisoli del mio paese. Non è un caso che un ramo dei Frisoli ha sempre avuto tra i suoi un Giulio; ancora oggi vi è un diretto discendente di questo ramo che porta il nome di Giulio. Io non so se questo possa contribuire a far chiarezza sull’origine del Beato Giulio, ma proprio in questo periodo vi fu una cerchia di frati che seguirono il suo esempio e si fecero predicatori presso vari ordini religiosi.Tra questi spicca il frate cappuccino Frate Simone da Orsara.

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!