La gravina del Fantiano
di Carmela Santantonio
La gravina di Fantiano è situata a Sud-Ovest della gravina di Riggio, ed è perimetrata nel suo insieme da una pineta, dalla omonima denominazione, la cui vegetazione è costituita essenzialmente da pini d’Aleppo e macchia mediterranea.
La gravina conserva una vegetazione ricca che le dona un aspetto attraente e piacevole nel suo andamento serpeggiante, oltre a ricevere dal lato Nord due immissari di discreta lunghezza. Le pareti sono articolate in stretti terrazzi, nei quali affondano le radici dei pini secolari di alto fusto.
Villaggio di Fantiano
Il vallone di Fantiano, conserva un importante insediamento medioevale, pressoché inedito, probabilmente perché non ha attratto l’attenzione degli studiosi interessati particolarmente agli affreschi delle chiese rupestri, che a Fantiano non si trovano.
L’habitat era caratterizzato da ampi terrazzamenti, indispensabili a causa della ripidità delle pareti. Da segnalare, tra i meglio conservati, un ambiente con cisterna, cui si accede tramite una scalinata scavata nella roccia. Da quest’ambiente si passa ad un giardino ricavato in un terrazzamento, sul quale si aprono alcune grotte e numerosi incassi per arnie.
Sullo spalto di sud – est sono state identificate quattro tombe medioevali, a sezione trapezoidale, già violate.
Grottaglie – La gravina del Fullonese
La gravina del Fullonese lunga quasi un chilometro e profonda in alcune parti anche 40 metri, risulta oggi molto compromessa specie nella parte superiore letteralmente soffocata dall’espansione edilizia urbana.
La lama cinge l’abitato a Ovest ed è quella che ha maggiormente subito i danni derivanti dalla recente trasformazione del territorio, essendo l’edificazione spinta fino al ciglio del vallone.
Uno dei suoi rami conduceva ad un piccolo eremo che oggi giace pressoché dimenticato, orrendamente inglobato in uno degli isolati moderni che hanno invaso l’area subito a ridosso della gravina. Conserva anch’essa numerose testimonianze archeologiche, tra le quali va ricordata la chiesa-cripta del SS. Pietro e Paolo con un calvario scolpito ormai quasi completamente vandalizzato.
La gravina, detta volgarmente Foronese, è circondata da macigni tufacei e montani, oltre ad essere arricchita dalla natura con molti alberi. Questo luogo si estende, serpeggiando da Oriente a Occidente e a Mezzogiorno, in una zona profonda a causa di canali scavati dalla forza delle acque che discendono dai colli. Lì molti contadini, tempo addietro, avevano scavato antri come domicili notturni, affinché non fossero obbligati a tornare in paese dopo il lungo lavoro della giornata.
Villaggio del Fullonese
La piccola Lama del Fullonese, attualmente inglobata nell’espansione dell’abitato della Città, è occupata dall’insediamento rupestre che probabilmente ha avuto vita più lunga fra quelli di Grottaglie.
Il villaggio rimase, infatti, abitato anche dopo la fine del XIII secolo, quando gli abitanti degli altri casali furono costretti a lasciare le loro sedi per arroccarsi a Grottaglie. La ragione di questo dato va ricondotta alla presenza di una colonia di ebrei dediti all’arte della tintoria (donde il nome della Lama, da ricondursi al latino fullo, “tintore”) che andava esercitata fuori dalla città, in prossimità di un corso d’acqua.
L’insediamento comprendeva in antico almeno tre chiese, quella dei Santi Pietro e Paolo (ora nelle pertinenze dell’Ospizio), quella del Crocifisso e quella di Santa Maria in Campitelli.
Preg.mi, mi duole leggere informazioni inesatte, ma il rigore scientifico è importante e quindi senza assolutamente criticare niente e nessuno Vi invito personalmente a venire a Grottaglie a visitare l’eremo di Santa Maria in Campitelli ed a rivisitare la gravina (ove la sua incisione è più profonda) e lama (ove il suo profilo diventa ad u schiacciata) del Fullonese con la mia assoluta disponibilità.
Visto il periodo auguro una Santa Pasqua di pace nel cuore nell’anima e nello spirito a Voi ed ai Vostri cari