di Paolo Vincenti
E’ stato pubblicato, dal Centro Regionale Servizi Educativi e Culturali (Crsec) Le/38 di Copertino, “Le tradizioni popolari nei disegni di Nino Severino”, a cura di PierPaolo De Giorgi, per le Edizioni Greco.
De Giorgi, allora responsabile del Crsec di Copertino, etnomusicologo, è fra i principali artefici del rilancio nel mondo della musica tradizionale della pizzica pizzica, con i suoi Tamburellisti di Torrepaduli. Come critico d’arte, ha presentato numerosi artisti tradizionali e contemporanei in Italia e all’estero, e questa è la volta di Nino Severino.
“La foto è un’azione immediata, il disegno è meditazione”, dice Henri Cartier Bresson, nella seconda di copertina.
Severino, che vive e opera a Sannicola, è autore di disegni in cui, pur utilizzando una prospettiva attuale, predilige persone e cose immerse nell’aurea mediocritas delle tradizioni popolari, predilige cioè un mondo apparentemente umile e sommerso ma ricchissimo di possibilità.
Nei suoi disegni, compare un Salento immerso in una serenità classica, arcadica, come dice il curatore del volume, sul modello delle Georgiche e delle Bucoliche di Virgilio; non l’Arcadia settecentesca, ma un’Arcadia popolare, fatta di persone semplici e scevre da complicazioni intellettualistiche e che sono quasi tutt’uno con il paesaggio circostante, immerse nel sonnacchioso e lento procedere quotidiano della vita di provincia. Ecco, allora, lu scarparu, lu seggiaru, l’umbrellaru, mestieri abbandonati ma quanto mai poetici, lu mmulaforbice, la scapulata ti fore, la ecchia, pesce mmiscatu, rizzi e cozze, la Fontana Greca (Gallipoli), la sarcina, lu trainu, ecc.
Un disegno, quello del Severino, fra finito e non finito, che vuole dare un messaggio di forza positiva, raffigurando un Salento antico, ormai perduto, come memoria da tramandare alle giovani generazioni.