di Giuseppe Massari
Io non so se i 150 anni dall’Unità d’Italia siano sufficienti per tracciare un sereno bilancio storico. Forse, è necessario ripercorrere le tappe della nostra storia italiana per capire i fermenti, le ansie che l’evento, non compiuto, per certi aspetti, portò con se.
Gli anni post unitari sono stati segnati da due guerre, da una dittatura, da una guerra civile, spaccato di rottura dell’unità che sembrava essere stata conseguita. Finalmente, le luci, gli albori di una democrazia nata sotto le insegne del riscatto, della rinascita con tutte le conseguenze che ne sono derivate; con tutte le anomalie e le ambiguità connesse e tipiche di una nuova e giovane creatura.
In tutto questo lasso di tempo, la Puglia, credo, abbia avuto la sua parte decisiva per le sorti dell’intera nazione. Cinque fra i suoi migliori uomini hanno segnato, con la loro presenza e la loro attività politico sindacale, gli anni cruciali, anche se fra ombre e luci, della storia italiana ponendo la Puglia ai primi posti sulla strada di quello che doveva essere l’inarrestabile sviluppo.
Da Antonio Salandra, foggiano di Troia, capo del governo nazionale dal 21 marzo 1914 al 18 giugno 1916, dopo essere stato ministro dell’agricoltura, dell’industria e del commercio, delle finanze e del tesoro. Non da meno è stato il contributo del meridionalista molfettese, Gaetano Salvemini, il quale da studioso e da parlamentare, seppe coniugare le esigenze storiche con quelle dell’economia. Le esigenze di una visione del mondo in chiave socialista, cioè moderna, liberale e riformista. Se l’avvento del fascismo mutilò la sua intraprendenza, non venne meno il coraggio di denunciare, di impegnarsi per il progresso delle classi meno abbienti. Egli, a distanza di tempo, lesse positivamente l’idea che aveva avuto Benedetto XIII, il papa pugliese, di istituire i Monti frumentari, per sottrarre i poveri dalla tenaglia, dall’usura dei ricchi proprietari di grano.
Politico ma con uno sfondo più sindacalizzato fu l’avvento sulla scena della storia pugliese e nazionale del cerignolano Giuseppe Di Vittorio. Figura, forse, necessaria in quegli anni di povertà e di miseria, di sottosviluppo culturale, intellettuale, economico e sociale. Di Vittorio fu il fondatore, insieme ad altri pugliesi, come il socialista gravinese, Canio Musacchio, della CGIL, divenendone primo segretario generale. Figlio di contadini, fu contadino nell’animo, nel cuore, nella mente, con la vicinanza ad un mondo che veniva sfruttato, umiliato, sottopagato. In quegli anni difficili fu l’uomo del coraggio e delle sfide, ma anche l’uomo che non seppe rinunciare al suo impegno politico parlamentare nelle fila del PCI.
Un’altra figura di alto spessore morale fu senza dubbio il ministro di Mussolini, il barese Araldo Di Crollalanza, colui che seppe far rinascere Bari con alune opere monumentali che stanno ancora lì a testimoniare l’impegno per la sua città: la fiera del levante, il policlinico, il palazzo dell’università e tutti i palazzi che fronteggiaro il lungomare del capoluogo pugliese. Uomo dalle grandi doti umane seppe conquistarsi, fino alla sua morte, la fiducia e il consenso anche dagli avversari politici, che lo stimavano, e, quasi, lo veneravano, soprattutto quando egli era il candidato di Bari, nelle liste del MSI, anche se non si sentiva e non si sentì mai il candidato di Bari, ma dei baresi come lui, di coloro che la baresità ce l’avevano nel sangue. Egli non si sentì mai senatore della parte politica che lo candidava, ma di tutti. Era ben visto, stimato e votato dalla gente più umile e più semplice, quella delle sue origini familiari.
Per ultimo non va dimenticato l’altro statista pugliese, il magliese Aldo Moro. Un professore universitario, come si direbbe oggi, prestato alla politica. Un cattolico formatosi negli ambienti dell’Azione cattolica, della Fuci, amico e stimato collaboratore del cardinale Montini, futuro Paolo VI. Ministro prima, presidente del Consiglio dei Ministri in diverse legislature. Fu il traghettatore dei socialisti nell’area di governo, ma anche colui che, forse, proprio per questo pagò il prezzo più alto, con la cruenta morte ad opera delle BR, che lo sequestrarono per 55 giorni e poi lasciarono il suo cadavere in una macchina a due passi da piazza del Gesù, sede della direzionale nazionale del DC. Fu uomo mite, silenzioso, elaboratore di strategie politiche non sempre comprese dai suoi amici del suo partito, ma, forse, neanche da lui stesso, se è vero che si racconta un aneddoto. Quando qualche amico fidato e sincero gli confessò di stimarlo ma di non essere o sentirsi moroteo, cioè seguace della sua corrente e linea politica, questo interlocutore si sentì rispondere: siamo in due a non esserlo, io e lei. Aveva una forte sensazione e percezione della democrazia sino al punto da ripetere spesso che essa è la selezione al peggio.
Ecco, questi cinque grandi uomini del passato rappresentano il segno di unità, che non può essere solo festeggiamenti, ricorrenza, ma meditazione e riflessione per quello che la Puglia è stata, per il contributo che la Puglia ha dato negli anni più difficili, ma più esaltanti, perché sul campo vi sono stati uomini di indiscusso valore, di ineccepibili intuizioni, di cultori e costruttori di pace e di benessere, che, in sintesi, hanno fatto la storia d’Italia.
Complimenti per l’articolo. Credo anch’io che ” questi cinque grandi uomini del passato rappresentano il segno di unità”, ovviamente anche per gli aspetti negativi legati alle loro figure. Premetto che il mio non vuole essere un giudizio storico complessivo. Mi limito esclusivamente a fare due esempi:
1.Non è negabile, a mio parere, che Salandra sia stato un ministro conservatore, spesso poco attento alle condizioni delle masse; non può essere, inoltre, passato sotto silenzio il suo appoggio al fascismo;
2.Non credo si possa dimenticare che Aldo Moro, al di là della stima che si può nutrire per lui come uomo, oltre la rettitudine che lo caratterizzò, etc, abbia di fatto avallato (magari non condividendolo, ma questo è difficile da dimostrare) il malcostume democratico cristiano dei suoi anni.
Il 17 marzo l’Italia compie 150 anni.
Sono contento di festeggiare l’Italia Unita, con tutti i suoi difetti e i suoi pregi che la rendono unica, con tutte le sue differenze caratteriali, culturali e dialettali che la rendono ricca, attraente e piena di risorse.
Spero che questi primi 150 anni rinnovino nel nostro animo valori importanti come l’amore e il rispetto per la nostra Patria, la nostra meravigliosa “Italia”.
Auguri da un italiano in Cina!
Questo articolo del Sig.Marcello per noi che abbiamo vissuto quando il Magliese Aldo Moro Statista dialogava con l’opposizione rimarrà un ricordo, Grandi i nostri personaggi Pugliesi ricordati al Pantheon.
Ersilio Teifreto
News-Tratto dal giornale la Repubblica e la Stampa di Torino una donna Salentina giovane nativa di Novoli per il premio Pugliesi nel Mondo si chiama Paola Leaci e tra le artefici della scoperta sulle onde gravitazionali.
E’ TUTTO PRONTO PER IL GRANDE EVENTO CHE SI TERRA’ SABAT0 25 GIUGNO 2016 A CASTELLANA GROTTE PRESSO IL TEATRO SOCRATE
Mancano pochi giorni dal grande evento, unico nel suo genere, che vedrà la partecipazione di illustri corregionali che arriveranno anche da Paesi lontani, tutti emozionati ed entusiasti e che con la loro grande “pugliesità” avranno desiderio di conoscere la terra dei loro avi, occasione anche per visitare il nostro magico territorio. Rappresentanze Istituzionali sia italiane che estere, occasione per la nostra Puglia per nuovi contatti e incontri, affinchè si possano creare nuove opportunità con altri Paesi.
L’evento è confernato per sabato 25 giugno 2016 e si terrà nella Città delle Grotte presso il Teatro Socrate. Avrà inizio alle ore 17,00 circa e sarà condotto da Daniela Mazzacane, giornalista di Telenorba e da Attilio Romita, capo redattore del RTG Puglia.
Tra gli ospiti il cabarettista barese UCCIO DE SANTIS. La manifestazione è Patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dal Presidente della Giunta Regione Puglia, dall’Ambasciata del Canada, dall’Ambasciata d’Israele, dal Comune di Castellana Grotte, dal Ciheam, dal Politecnico di Bari, dall’Università degli Studi di Bari, dall’Università del Salento e dalla Confindustria Puglia.
L’ingresso è gratuito. Tutti i premiati li trovate sulla brochure (fai click qui) ad eccezione del castellanese Ing. Michele Elia, attuale Country Manager Italia di TAP (Trans Adriatic Pipeline), già Amm.re Delegato Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che ritira il Premio già assegnatole ma impossibilitato ad essere partecipe all’Edizione 2014 che si tenne al Teatro Traetta di Bitonto.