a cura di Mino Chetta
Storico “pagghiaro” appartenuto a Cosimo Mazzeo (detto Brigante Pizzichicchio), situato in zona “Principe” a San Marzano (Ta).
E’ una struttura imponente tipo fortezza, costruita in roccia calcarea posizionata a secco. Edificata su diversi piani, al piano superiore è incassata una nicchia di tipo altana che fungeva da luogo di avvistamento.
In questa zona sono presenti moltissimi “pagghiari Sammarzanesi” (vallata dei pagghiari Sammarzanesi), i quali facevano da sentinella a quello principale del Pizzichicchio.
Si può notare che la struttura è costeggiata da una fitta vegetazione mediterranea, alberi di ulivo secolari che avevano la funzione di occultare il rifugio del Brigante Mazzeo (nato il 13 gennaio 1837 a San Marzano, fucilato in Basilicata il 28 novembre 1864, alla giovanissima età di 27 anni). Era figlio di Maria Friolo e Pasquale Mazzeo.
Esiste in paese una leggenda legata al tesoro del Pizzichicchio: Lui prima di essere fucilato pare che avesse seppellito il suo fortino “baule di preziosi” sotto un albero secolare di ulivo in zona “Petrosa” a San Marzano; questo tesoro non è mai stato trovato, forse rimarrà solo una leggenda.
Questo pagghiaro rappresentava una vera e propria base logistica in cui i briganti si organizzavano e dalla quale partivano alla volta del bosco dell’Arneo di Porto Cesareo, Torre Lapillo, Erchie, Cellino San Marco, Torre Santa Susanna, sino ad andare nel bosco della Pianelle a Crispiano e Martina Franca.
Il Mazzeo è un Sammarzanese DOC che parlava anche l’antica lingua Arbereshe (lingua del 1400 del tipo Illirica che ancora si parla a San Marzano). Con la morte di Pizzichicchio inizia in vero percorso dell’Unità d’Italia.
Attualmente il “pagghiaro” è di proprietà privata. Si ringrazia il signor Malagnino per aver concesso la disponibilità e le immagini esterne.
Video messo in rete dai ragazzi Sammarzanesi:
La fama di Pizzichicchio era ancora grande fino a qualche decennio fa, quando sentivo mia zia chiamare affettuosamente i suoi pargoli discoli “Pizzichiccu”. Si conferma quindi l’affetto del popolo neritino nei confronti di questo personaggio che girovagava nella vasta macchia di Arneo
Nel tarantino oltre Pizzichicchio, c’erano i temutissimi Coppulone e Catavd u’ tignus