DALLE MURGE SALENTINE ALLE ANDE CILENE: IL SODALIZIO MAURIZIO NOCERA-SERGIO VUSKOVIC ROJO NEL SEGNO DI PABLO NERUDA
a cura di Paolo Vincenti
Voglio raccontare una storia di amicizia. Quella fra Maurizio Nocera, intellettuale salentino di spicco, poeta, scrittore, appassionato ricercatore di storia patria, bibliofilo, impareggiabile operatore culturale, editore, docente e maestro di pensiero, e Sergio Vuskovic Rojo, politico e filosofo cileno, una delle intelligenze più vive e brillanti dell’intera America Latina.
Come per tutte le grandi storie, iniziamo da un piccolo evento ( piccolo, ben inteso, se rapportato alla storia di una amicizia che varca i confini nazionali per andare da una parte all’altra del globo, appunto, dalle murge salentine alla cordigliera cilena). Nel 1986, in occasione del 40° anniversario della Repubblica Italiana, il comune di Martignano, in provincia di Lecce, organizza una manifestazione molto importante dal punto di vista simbolico, non solo perché ricorda la riconquistata libertà del popolo italiano dal giogo della dittatura fascista ma anche perché quella manifestazione è l’occasione per il popolo martignanese e salentino di solidalizzare con il popolo cileno, oppresso, all’epoca da 13 anni, da una feroce quanto barbara dittatura militare guidata da Pinochet. Quella manifestazione è molto importante anche per Maurizio Nocera poiché è lì che avviene il primo incontro con Sergio Vuskovic Rojo, illustre ospite di Martignano. Comincia proprio in quel momento il lungo sodalizio fra Nocera e il grande filosofo cileno.
Quell’evento viene poi ricordato in un libro, pubblicato nel 1988, dall’Amministrazione comunale di Martignano, La via del Cile, con molte foto che ben documentano quell’incontro. Il libro, che si apre con una fiera dichiarazione del Presidente Allende, “Dichiaro la mia volontà di resistere, anche a costo della mia vita, in modo che questo serva da lezione nella ignominiosa storia di coloro che hanno la forza ma non la ragione”, racchiude bene in sé tutta la drammaticità di un’esperienza dolorosa quale quella della dittatura sofferta dal popolo cileno e da Sergio Vuskovic Rojo.
Rojo, che aveva patito la tortura dei campi di concentramento e poi dell’esilio, la sera del 10 agosto 1986, nella manifestazione di solidarietà col popolo cileno, che aveva visto salire sul palco di Martignano anche lo storico gruppo degli Inti Illimani, era stato omaggiato dal Sindaco del paese salentino, dal Vice Sindaco, Luigino Sergio, e da personalità politiche di spicco. Molto toccante fu l’intervento di Rojo, riportato nel libro La via del Cile, con Prefazione di Maurizio Nocera.
Durante gli anni della dittatura di Pinochet, Vuskovic Rojo venne mandato in esilio e l’Italia fu il posto che egli scelse per il suo soggiorno forzato fuori dal paese natale. Ma procediamo con ordine. Nato a Illapel (Cile), nel 1930, sposato con Elena Villenueva, è professore di Spagnolo e Filosofia. Nel 1952 conobbe Pablo Neruda e Salvador Allende con i quali mantenne un’inalterabile amicizia fino alla morte d’entrambi. Durante il governo Allende, fu sindaco di Valparaiso. In seguito al golpe del 1973, fu arrestato e torturato sulla nave scuola “Esmeralda”. Rimase prigioniero per tre anni nei campi di concentramento di Isla Dawson, Puchuncavi e Ritoque.
Frutto di questa esperienza sono i due libri-testimonianza: “Dawson” (1984) e “Un viaggio molto particolare” (1986 e 2001): l’autore, trascendendo il dolore del corpo, tocca profondi livelli di consapevolezza e presa di coscienza dello spirito.
Negli undici anni di esilio dal Cile, ha ricoperto il ruolo di professore di Storia della Filosofia presso l’Università di Bologna e ha tenuto seminari nell’Università Cattolica di Lovaino, in Belgio. Attualmente è titolare della cattedra di Storia della Filosofia nelle Università di Valparaiso e di Playa Ancha. È Direttore del Centro di Studi del Pensiero Latinoamericano (CEPLA), dove ha pubblicato “Filosofia latinoamericana” (2004). Ha pubblicato, tra gli altri: “La base materiale del pensiero” (1958), “Speculazione sulle origini del pensiero” (1961), “Dialogo con la Democrazia Cristiana” (1964), “Teoria dell’ambiguità” (1964), “Rivoluzione, stato, Proprietà: problematica democratico-cristiana” (1967), “Lenin o Marcuse” (1969), “Un filosofo chiamato Lenin” (1971), “Il processo rivoluzionario cileno” (1973), “Dallo stalinismo alla Perestroika” (1991), “Breviario di Platone” (1998). In Italia, ha pubblicato: “Neruda, sono un poeta di pubblica utilità” (Tricase 2001), “Neruda e l’invenzione di Valparaiso” (Valparaiso 2004), “Filosofia latinoamericana” ( Valparaiso 2004), “Allende nel mondo” (Lecce 2005), “Breviario di Platone” (Venezia 2007), “Dawson” (Lecce 2008).
Il nome di Rojo dunque si intreccia strettamente con quelli di Allende e di Neruda. E chi ha scoperto, almeno per il Salento, e ci ha fatto scoprire ciò, è stato Maurizio Nocera, nella cui sterminata produzione bibliografica trovano posto tante opere dedicate al poeta cileno Neruda, da Nocera molto amato. Fra queste opere, senz’altro, il posto più importante spetta a Neruda Cento anni, che è il Quaderno n° 11 della gallipolina collana “I poeti de ‘L’uomo e il mare’” (Tuglie 2005). Con questo libro, Maurizio Nocera manifesta in maniera poetica e dirompente il suo amore per il grande poeta. Neruda Cento anni è un libro dalla colorata copertina double face, opera del pittore Antonio Massari (uno dei nomi più ricorrenti nella produzione noceriana), che ritrae un Neruda giovane accanto ad un Neruda più attempato da una parte e, come un gioco di specchi, lo stesso poeta da giovane e da vecchio sul retro di copertina, che reca il titolo del libro tradotto in castigliano ( Neruda 100 anos). Il volume si presenta abbastanza vario dal punto di vista contenutistico e raccoglie molta parte delle esperienze umane e letterarie maturate dal suo autore negli anni. Come spiega lo stesso Nocera nella “Avvertenza”, il poemetto era stato abbozzato a Valparaiso, in Cile, dove l’autore si era recato nel luglio 2004 in occasione dei festeggiamenti per il Centenario della nascita di Pablo Neruda. In quell’occasione, venne presentato il libro di Sergio Vuskovic Rojo, Neruda/ L’invenzione di Valparaiso, già pubblicato in Italia nel 2001 col titolo Neruda/ … sono un poeta di pubblica utilità” (Bleve Editore), a cura dello stesso Nocera.
Nel libro Neruda 100 anni, a mo’ di “minima nerudiana”, Maurizio Nocera pubblica: un breve testo di Sergio Vukovic su “Il raggio verde di Valparaiso”; un testo del poeta greco Nicos Bletas Ducaris, Nudo pensiero ( tratto da “Canto particolare del Cile”, del 1977), dedicato a Pablo Neruda; poi, una lettera del prof. Mario Marti in cui il grande italianista dà dei preziosi consigli al Nocera in fase di elaborazione del suo poema per una migliore riuscita dello stesso; quindi, una lettera al Nocera dei coniugi Elisa Castro e Oscar Quiroz Mejia, Rettore dell’Università di Playa Ancha e Valparaiso, che una fotografia in bianco e nero ritrae, nella loro casa cilena, insieme a Nocera, Elena Villanueva e Sergio Vuskovic Rojo. Viene pubblicato il testo poetico Canto per Pablo Neruda di Massimo Troisi, tratto dal suo film capolavoro “Il postino”, un film che Nocera evidentemente deve amare molto per averne riportato un brano nel suo libro. A questo punto, si trova il corpus poetico vero e proprio del libro, che ha per titolo “Neruda 100 anni” e per sottotitolo “Addio mondo, ti bacio e mi accomiato” che è un verso di Pablo Neruda tratto dalla sua opera “Fin de mundo”, del 1969. Questo poemetto, dedicato “a Valparaiso città del Cile porto mondiale della poesia”, è un grande atto d’amore di Nocera nei confronti di “Don Pablo”. Nel poema canto d’amore entrano tutti i topoi dell’universo poetico nerudiano, trasfigurati dall’autore con la forza della sua passione. Colpiscono, in questa lunga lirica, la potenza delle immagini e la forza evocativa dei suoi versi, nei quali è condensato tutto il senso di un amore forte ed universale che travalica le barriere del tempo, dello spazio, della lingua, delle ideologie e delle appartenenze politiche, per consegnarci il ritratto di un grande intellettuale ispirato e raffinato, un luminare della poesia mondiale di tutti i tempi e un grande uomo, quale era l’autore di “Canto Generale”. Nel brano poetico, Nocera cita tutte le opere più importanti del poeta cileno, da “Crepuscolario” a “Memorial de Isla Nigra”, dalle “Odi” alla sua magnifica autobiografia “Confesso che ho vissuto”, da “Canto General” a “Estravagario”, a “Geografia infruttuosa”, ecc. E poi, il grande poeta, definito “Marinero en tierra” da una espressione che lui stesso aveva coniato nella poesia “Il padre”, viene ripreso anche nei suoi luoghi cari, a partire dalle case della “Isla Negra”, la prima casa di Neruda ed oggi Museo Nazionale, a Valparaiso, la “Chascona”, nei pressi del fiume Mapocho, anch’essa Museo Nazionale, e la “Sebastiana”, terza ed ultima casa di Neruda. E poi, le vicende biografiche di Don Pablo, al secolo Neftalì Ricardo Reyes Basalto, la cui vita si intreccia strettamente con la sua opera, e tutte e due sono entrate ormai nella leggenda. Il poema di Nocera si dipana fra il ricordo delle opere nerudiane, come “Cancion de gesta”, “La Barcarola”, “Anillos”, ecc., e l’esperienza personale vissuta da Nocera in quel del Cile sulle tracce del tanto caro poeta. Il testo è tradotto anche in castigliano da Sergio Vuskovic, stretto al Nocera da un vincolo di salda e sincera amicizia, nel segno del poeta di Valparaiso. Al poemetto, segue un testo, “Sono un poeta di pubblica utilità”, tratto da un Discorso tenuto da Pablo Neruda nel Municipio di Valparaiso nel 1970, quando era Sindaco della città proprio Sergio Vuskovic Rojo, che gli conferì la Medaglia d’Oro e la cittadinanza onoraria e che proprio a questo discorso si è ispirato per il titolo della versione italiana del suo libro Neruda/ La invencion de Valparaiso del 2004, vale a dire Neruda/ … sono un poeta di pubblica utilità. Segue “La costruzione della città”, un altro testo tratto dal discorso di Neruda, e quindi i brani: “L’amico, il malacologo”, “L’ebbrezza cosmica” e “L’invenzione di Valparaiso” , tratti dal già citato libro di Sergio Vuskovic. Ancora, un testo di Luis Alberto Mansilla, amico personale e biografo di Pablo Neruda, tenuto in occasione della presentazione nel 2004 del libro di Sergio Vuskovic Rojo, nella Sala della Rappresentanza della Dogana di Valparaiso, presentazione alla quale era presente lo stesso Nocera, autore della Prefazione di quel libro, e Ada Donno, giornalista e moglie del Nocera, autrice del testo “Il Cile nei Cento anni di Pablo Neruda”, pubblicato sulla rivista gallipolina “Anxa News” (settembre 2004), e qui riportato. Bellissime foto in bianco e nero corredano il libro e ritraggono Neruda con Salvatore Allende, Sergio Vuskovic Rojo e tutti i suoi compagni di avventura, di quella formidabile parabola umana ed artistica, che ora rivive nei luoghi cari cileni ed anche italiani (non dimentichiamo la breve e forzata, perché costretta dall’esilio, ma intensa parentesi italiana nella vita di Neruda). “Un poeta ed un filosofo di pubblica utilità” è il contributo di Giovanni Invitto, tratto dalla “Presentazione” del libro Neruda/… sono un poeta di pubblica utilità, tenuta a Martignano nel 2002. Un saggio di Antonio Motta “Cher ami…Lettere di Pablo Neruda a Alberto e Bianca Tallone”, testimonia il sodalizio fra Neruda e gli editori di Alpignano (Torino) e così anche lo scritto di Maurizio Nocera, “Il nerudiano 2000 dell’editore Tallone”, il tutto intervallato da foto di varia datazione di Neruda con i Tallone nella loro casa di Alpignano, con la loro numerosa famiglia e la mitica locomotiva che stazionava nel loro giardino. Le lettere inedite di Pablo Neruda a Bianca e Alberto Tallone (pubblicate per la prima volta da Antonio Motta su “Il Giannone” numero 2, luglio-dicembre 2003, nella loro lingua originale) costituiscono il valore aggiunto di quest’opera noceriana. Molto bello anche il disegno inedito di Renato Guttuso che ritrae Neruda sul letto di morte (tratto dalla rivista “Gramsci”, luglio 2004).
(continua)
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