I Consorzi di Bonifica per favorire il commercio di foglie d’uva con l’Arabia Saudita
di Antonio Bruno
“A voi che dall’albero della vita cogliete le foglie e trascurate i frutti”
(Silvano Agosti) la frase con cui Fabio Volo apre il suo libro “E’ una vita che ti aspetto”.
Il Direttore dell’ Istituto per il Commercio Estero di Bari Dott. Giuseppe Lamacchia ha convocato un gruppo di lavoro per organizzare un importante esportazione di foglie d’uva a Riyad in Arabia Saudita. Grandi assenti proprio i produttori d’uva da tavola.
In questa nota una proposta al Dott. Lamacchia per ottenere una partecipazione di questa importante categoria.
Il 70% dell’uva da tavola prodotta in Italia è pugliese.
Nelle Puglie si ottiene quasi il 70% della produzione nazionale di uva da tavola. Come dici? Che lo sapevi già? Ma io ti voglio ricordare che ancora una volta ti sorprenderai perché oggi ciò che importa non è l’uva ma la foglia dell’uva da tavola!
Ho già riferito in una mia precedente nota della richiesta da parte dell’Arabia Saudita di foglie d’uva che sarebbe stata soddisfatta dalla lavorazione della Cooperativa Nuova Generazione di Martano del Salento leccese.
Quanto pagano un chilo di foglie di vite gli Arabi
Tanto per farvi un idea sapete quanto hanno pagato un chilo di foglie d’uva gli importatori dell’Arabia Saudita? No? e va bene ve lo dico io. Un chilo di foglie d’uva da tavola lavorate e pronte per la ristorazione l’hanno pagato 1 euro e 20 centesimi! Ne hanno importate più di 9mila tonnellate per una spesa di 11milioni di Euro! Come, come? Hai capito proprio bene! La cosa interessante è che ci sono altri 14 paesi dell’Asia che sono golosi di queste benedette foglie di uva da tavola. Insomma un mercato potenziale di 150 milioni di Euro all’anno!
I più grandi chef dei più lussuosi alberghi di Riyad valuteranno la qualità delle foglie
Ma si badi agli chef dei più lussuosi alberghi dell’Arabia Saudita come Sheraton, Radisson e Golden tulip che dovranno valutare la qualità del prodotto che dovrebbe sostituire le foglie provenienti dalla California della varietà d’uva Thompson che poi è l’ uva sultanina, una varietà d’uva di origine greca, turca o iraniana particolarmente nota per il fatto che viene utilizzata, attraverso un processo di essiccazione, per ottenere l’uva passa.
L’uva sultanina
L’uva era tradizionalmente importata nei paesi anglosassoni dai territori dell’impero ottomano, e per questo ha il none di uva del sultano. C’è una narrazione su quest’uva nella tradizione dell’impero ottomano secondo cui il nome dell’uva fu inventato dopo che il sultano fu costretto a lasciare esposta al sole l’uva per sfuggire ad un attacco di una tigre, da cui derivò il nome sultana.
Come ho già scritto negli Stati Uniti l’uva sultanina è conosciuta anche con il nome di Thompson Seedless, dal nome di William Thompson, il primo viticoltore a coltivarla in California.
Le varietà d’uva da tavola delle Puglie
Nelle Puglie sono coltivate le varietà d’uva da tavola Sugraone bianca, Italia bianca, Regina bianca, Victoria bianca, Red Globe rossa, Michele Panieri nera, Matilde bianca, Primus bianca, Baresana bianca, Cardinal nera.
La produzione di foglie di vite per ettaro
Ma tornando alle foglie di uva da tavola considerando che è ottimo un rapporto area fogliare – produzione di uva di 1,1-1,3 metri quadrati di foglie per chilogrammo d’uva di uva e che nella provincia di Taranto abbiamo una produzione di circa 29mila chilogrammi d’uva per ettaro possiamo senz’altro affermare che ogni ettaro di terreno investito a uva da tavola produce più di 40mila metri quadrati di foglie.
Il Gruppo di lavoro formato dal Direttore dell’ICE di Bari
Il dott. Giuseppe Lamacchia, direttore dell’ICE Puglia, ha messo su un importante gruppo di lavoro a Bari che si è riunito con i partners della Thamer Est di Riyad. Sia i businessman guidati dal general manager Jalal O. Thamer sia Raffaella Lovino del Centro ricerche Bonomo che gli altri convenuti hanno rilevato un grande assente ovvero i viticultori di uva da tavola delle Puglie.
Il coinvolgimento dei produttori grazie ai Consorzi di Bonifica di Puglia
Al dottor Lamacchia che è direttore dell’ICE faccio presente che sarebbe bastato estendere l’invito alla Dottoressa Anna Chiumeo dell’Unione Regionale delle Bonifiche è una struttura dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche e delle Irrigazioni e dei Miglioramenti Fondiari perché moltissimi dei vigneti d’uva da tavola hanno la consulenza per l’irrigazione da parte delle Aree Agrarie dei Consorzi di Bonifica delle Puglie. Comunque si fa ancora in tempo a coinvolgere i Consorzi di Bonifica che ricordo sono l’unica struttura pubblica che fornisce infrastrutture ai produttori d’uva da tavola delle Puglie.
Bibliografia
Antonio Bruno, 200 tonnellate di foglie di vite da Martano del Salento leccese a Riyad dell’Arabia Saudita. http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2010/12/200-tonnellate-di-foglie-di-vite-da.html
Antonella Millarte, Tra Puglia e California sfida delle foglie d’uva. La Gazzetta del Mezzogiorno del 28 gennaio 2011
Ufficio statistico Assessorato Agricoltura Puglia, La vite per uva da tavola
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