di Paolo Vincenti
Lo studioso ruffanese Vincenzo Vetruccio, già apprezzato per il suo precedente lavoro, “La Chiesa di San Sebastiano in Ruffano” (2002-Congedo Editore), ha dato alle stampe questa nuova opera “L’antica Parrocchiale di Ruffano”, anch’essa edita da Congedo, per la prestigiosissima collana “Biblioteca di Cultura Pugliese”, fondata da Michele Paone e diretta da Mario Congedo.
Un lavoro articolato ed affascinante, che si addentra nei meandri della vecchia chiesa parrocchiale di Ruffano, dimenticata dai più, riscoprendo particolari artistici dell’antico tempio, ma offrendo anche uno spaccato sociale della comunità ruffanese del tempo.
Nel passaggio dal rito greco al rito latino, si avvertì l’esigenza di sostituire la vecchia parrocchiale, ormai troppo piccola ed indecorosa, con una nuova chiesa.
I lavori di ricostruzione vennero affidati ai fratelli Margoleo di Martano, dalla famiglia Grassi di Ruffano, e, nel 1706, si diede inizio ai lavori, grazie alle offerte dei cittadini e degli ecclesiastici. Nonostante gli immancabili inconvenienti, la chiesa venne terminata nel 1711, come attesta Mons.De Rossi, vescovo di Ugento, in una sua visita a Ruffano, avvenuta quell’anno, e, nel 1712, cominciarono a celebrarsi le funzioni.
La chiesa si presentava molto imponente all’esterno, ma scarna e disadorna al suo interno: ecco, allora, che iniziò la costruzione degli altari, delle sculture e delle pitture, fra le quali si stagliano, per suprema bellezza, le tele di Saverio Lillo, illustre pittore ruffanese del ‘700.
Nel 1716, fu costruita la sacrestia e, nel 1725, la torre dell’orologio. Ma l’incuria e soprattutto l’azione delle acque piovane che si sono infiltrate nel corso degli anni nel fabbricato della chiesa, alimentando l’umido e producendo sgradevoli esalazioni, ha reso inevitabile ed improcrastinabile un ulteriore massiccio intervento di restauro e recupero della chiesa parrocchiale ed ha portato agli imponenti lavori, iniziati nel 2002 e ora terminati, che hanno quasi rivoluzionato la chiesa, riportando alla luce il vecchio cimitero ipogeo e quello di superficie preesistente all’antico edificio sacro.
L’autore documenta fedelmente, nel suo libro, tutti gli interventi eseguiti nei lavori di ristrutturazione che, insieme agli architetti e alle maestranze, ha egli stesso amorevolmente seguito, passo dopo passo, fino alla realizzazione finale.
Il volume di Vetruccio si presenta come la continuazione dell’altro volume “Ruffano, una chiesa un centro storico”, a cura di A.De Bernart e M. Cazzato, edito nel 1990 da Congedo.
“E’ in queste pagine sofferte di Enzo Vetruccio”, come dice proprio De Bernart nell’introduzione dell’opera, “la storia antica di Ruffano; è in queste pagine la storia di Ruffano di ieri, matrice di quella di oggi”.