C’è anche l’erba delle fate!

NOMI DI ESSENZE VEGETALI TRA SACRO E PROFANO (5)

                                                                    Capìddhi ti fate

 

di Armando Polito

Con questa quinta puntata abbandoniamo il mondo del sacro e ci immergiamo nel profano, anche se il magico, che qui sarà per un attimo evocato, nella cultura di ogni tempo ha avuto pur sempre un carattere sacrale, magari in contrapposizione alla religione dominante o ufficiale.

Nomi italiani: capelli delle fate, lino delle fate

nome scientifico: Stipa capensis Thunb.

nome della famiglia: Poaceae

L’etimologia dei nomi italiani non pone alcun problema: basta guardare la foto e mettere in moto, non più di tanto, la fantasia.

Per mantenerla viva per un pò sono costretto, però, a tralasciare per il momento Stipa (si capirà alla fine…) e a passare a capensis, che è formazione latina moderna dal classico caput=capo, con riferimento, in botanica, ad uno dei sette regni e, nella fattispecie, a quello che si estende all’estremità sud-occidentale dell’Africa (Penisola del Capo) e che, pur essendo il meno esteso, è il più ricco di endemismi; Poaceae è forma aggettivale latina moderna dal greco poa=erba.

Riprendo quanto avevo lasciato in sospeso. Stipa è voce del latino medioevale1, in cui assume il significato di vegetale adoperato per ricoprire i tetti e questa voce ci consente di fare un viaggio per certi aspetti inatteso nel tempo e tra le parole. Stipa è stata intesa come forma primitiva del classico stìpula2=stelo, paglia, stoppia, ma in realtà è diminutivo di stipes3=tronco, ramo, pezzo di legno. Parente strettissimo di stipes e stipula è nel latino classico stupa o stuppa  (da cui l’italiano stoppa), dal greco stuppe=fibra di lino o di canapa; da stùpula(m), variante del citato stìpula è derivato l’italiano stoppia, da cui il composto ristoppia; altro parente è stips=piccola moneta (da stipàre=ammucchiare4, accomunato a stipula dalla funzione, per quest’ultima, di riempimento non solo di giacigli ma anche degli interstizi tra oggetti per evitare che si rompano durante il trasporto; dall’omologo italiano stipare è nato poi stipo) che, in unione alla radice del verbo pèndere=pesare, pagare, ha dato vita a stipèndium, dal quale il nostro stipendio.

E con quest’ultima parola siamo ritornati dal mondo delle fate alla cruda realtà dei nostri tempi… Ora è chiaro perché ho lasciato stipa per ultima?

Per le altre parti:

1 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/10/gichero-pan-delle-bisce-calla-selvatica-per-i-salentini-recchia-ti-prete-o-ua-ti-scursuni/

2 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/12/plantago-coronopus-nota-come-barba-di-cappuccino/

3 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/14/la-mazza-ti-san-giseppu-ovvero-la-malvarosa-il-malvone-il-rosone/

4 https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/01/18/la-pianta-che-divenne-bicchiere-della-madonna/

6 https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/01/02/lagave-dal-mondo-sereno-delle-fate-a-quello-tumultuoso-del-diavolo/

7 https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/01/25/lerba-che-ricorda-le-unghia-del-diavolo/

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1 Questo spiega perché, almeno per questa volta, eviterò citazioni di autori antichi; d’altra parte, se Linneo né altri ne hanno identificato qualcuna di quelle descritte con la nostra, è pensabile che possa azzardarmi io a farlo?

2 Da cui le voci italiane stipula e stipulare, per le quali si accetta l’etimologia risalente a Isidoro di Siviglia (VI°-VII° secolo d. C.), Etymologiae, V, 24, 30: Stipulatio est promissio vel sponsio: unde et promissores stipulatores vocantur. Dicta autem stipulati ab stipula. Veteres enim, quando sibi aliquis promittebant, stipulam tenentes frangebant, quam iterum iungentes sponsiones suas agnoscebant sive quod stipulum iuxta Paulum iuridicum firmum appellaverunt. (La stipulazione è un impegno o promessa; perciò quelli che la assumono si chiamano stipulatori. Stipulazione è detta poi da stipula. Gli antichi infatti, quando si promettevano reciprocamente qulacosa, tenendo in mano uno stelo di paglia lo spezzavano, riconoscendolo nel congiungere di nuovo le loro promesse, oppure perché secondo Paolo chiamarono stipulo una certezza giuridica). Il Paolo del quale Isidoro riporta la seconda etimologia è Giulio Paolo, giurista romano del II°-III° secolo d. C., la cui opera fu compendiata col titolo di Sententiae; da questa (V, 7, 1) Isidoro trae la sua citazione: Obligationum firmandarum gratia stipulationes inductae sunt, quae quadam verborum solemnitate concipiuntur et appellatae quod per eas firmitas obligationum constringitur. Stipulum enim veteres firmum appellaverunt (Per rendere fermi gli obblighi furono introdotte le stipulazioni che consistono in una certa solennità di parole e che così furono chiamate perché tramite loro si stringe la saldezza degli obblighi. Infatti gli antichi chiamarono stipulo ciò che è fermo).

3 Dal suo accusativo (stìpitem) è derivato l’italiano stipite, parte ferma della porta; a questa idea di stabilità è legata l’etimologia di Giulio Paolo di cui si è parlato nella nota precedente.

4 La densità di un ammasso è tanto più elevata quanto più ridotte sono le dimensioni delle sue componenti. Ecco come dal concetto di stelo di paglia si è passati a quello di formare un accumulo.

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6 Commenti a C’è anche l’erba delle fate!

  1. carissimo
    io sono tania, sono interessata al tessuto e tessitura della civiltà messapica e premessapica. Non riesco ad individuare una pianta simile al cotone o al lino grezzo dalla quale le nostre antenate realizzavano fili per tessere.
    E’ possibile che sia proprio il lino delle fate?La tessitura messapica era florida proprio nelle zone paludose. Potrei avere una risposta? Grazie e complimenti per l’articolo

  2. Se un archeologo in genere potrebbe confermarle la pratica della tessitura presso i Messapi, attestata dal rinvenimento di fuseruole e pesi da telaio, per tentare di rispondere alla sua domanda solo un archeo-botanico potrebbe avere la competenza necessaria. Io, purtroppo, non sono né l’uno né, tanto meno, l’altro. Grazie, comunque, per i complimenti, in me ridimensionati dall’amarezza per non esserle stato utile.

  3. Quindi le varie differenze non contano nulla? Cioè stipa austroitalica, o pennata o etc. etc. tutte si chiamano lino delle fate? No perchè ho visto che in molte classificazioni la mia terra non era compresa (Marsica- Abruzzo), invece ne cresce in abbondanza, e parlo della austroitalica. Grazie

  4. Il nome comune di solito si riferisce a diverse varietà appartenenti alla stessa specie e legate da uno strettissimo rapporto di somiglianza. La specie di cui si parla nel post è, plausibilmente con il nome dialettale, tal quale quella scientificamente individuata, ma non posso sapere se in altre zone essa ha lo stesso o un diverso nome.

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