di Marcello Gaballo e Armando Polito
Il testo che segue in corsivo è la nostra traduzione quasi letterale (abbiamo solo optato per una punteggiatura più moderna) dall’originale latino di una pagina a stampa occasionalmente rinvenuta in un contenitore di documenti settecenteschi. Indipendentemente da questo dettaglio, ci riserviamo alla fine di formulare e motivare la nostra ipotesi di datazione.
CASI RISERVATI NELLA DIOCESI DI NARDÒ*
I
Casi riservati ai quali è connessa la scomunica immediataa.
1 Tutti coloro che di persona o per interposta persona in qualsiasi modo si servono del Sacramento della Santissima Eucaristia, della Cresima, dell’Olio Santo o di qualunque altra cosa consacrata o dei riti sacramentali per incantesimi, divinazioni, sortilegi o per un uso diverso da quello per il quale sono stati disposti o chi tra questi abbia dato o ricevuto qualcosa per gli stessi scopi, anche se non ne è seguito per nulla l’uso.
2 Tutte le persone di entrambi i sessi che promettono ossequio al demonio, gli offrono incenso e sacrifici, sebbene siano in possesso delle loro facoltà mentali. Inoltre quelli che a nome loro o altri costruiscono o fanno costruire immagini, anelli o qualsiasi altro oggetto col quale invocano il demonio o ammaliano.
3 Coloro che abbiano osato senza il nostro permesso accedere al monastero delle monache di questa nostra città per parlare con qualcuna di loro, anche se è Novizia, o Conversa o vi soggiorna per motivi di educazione o altro, eccettuati solo i congiunti di primo o secondo grado di consanguinità. Inoltre quelli che dichiarano che colui il quale abbia ottenuto il permesso di parlare con una delle predette non possa parlare, essendoglielo stato concesso, con le altre. Inoltre coloro che tanto nel predetto Monastero quanto nel Conservatorio di S. Maria della Purità si siano resi responsabili di comportamenti osceni da presenti per mezzo di parole o atti impudichi, da assenti per mezzo di lettere o intermediarii. Nonché uomini e donne sia dentro che fuori le mura del Monastero o del Conservatorio che abbiano recapitato le predette lettere o gli ordini.
4 Tutti coloro che in un processo penale o civile con grave danno altrui rilasciano falsa testimonianza o provvedano a che sia rilasciata; quelli che col danno predetto falsificano o alterano le scritture; allo stesso modo chi confeziona false ricevute, cambiali, atti notarili, processi o scritture pubbliche o se ne serve consapevolmente, nonché o mandanti e i collaboratori.- Parimenti quelli che si impossessano di qualsivoglia scrittura pertinente alla nostra Chiesa o Curia e che non rispettano le procedure del nostro Archivio. Inoltre quelli che danno vita a opuscoli diffamatori o a oscure lettere contenenti calunnie; infine quelli che muovono una falsa accusa a qualcuno a voce o con uno scritto presso il Re o qualsiasi regio Ministro.
5 Quelli che fanno donazioni dolose a favore del patrimonio ecclesiastico degli ordinandi o quelli che in qualsiasi modo si adoperano per questo col suggerimento o con un atto concreto. Coloro poi che sono stati ordinati nella consapevolezza di questo patrimonio immediatamente subiscano la pena della sospensione e la scontino finché non sia loro conferito un patrimonio legittimo.
6 Tutti i confessori, anche parroci, e ognuna di quelle persone che confidando in sé o nell’atto della confessione sia prima che dopo sollecitano alla disonestà o quelli che, colta qualsiasi occasione dalla stessa confessione, tentano allo stesso scopo incorrano nella pena della scomunica per interposta sentenza1 e immediatamente in quella della sospensione, dalla quale non possono essere assolti che da noi.
7 Quelli che spostano i confini, popolarmente detti finete, che occupano i beni delle Chiese o che donano le reliquie delle Chiese senza il permesso del Vescovo. Parimenti quelli che per trovare tesori abbattono Chiese o Cappelle oppure buttano giù i muri, scavano i pavimenti o sfigurano le sacre immagini.
8 Quelli che commettono omicidi e mutilazione delle membra nelle stesse Chiese, cimiteri o o santuari.
9 I promessi sposi e le promesse spose che dopo aver contratto la promessa di matrimonio, anche privata e tra di loro, e prima del matrimonio legittimamente celebrato, abbiano tra loro accoppiamento carnale; nonché i genitori, i consanguinei e tutti gli affini o chiunque abbia cura della casa che anche per una sola volta abbia permesso il medesimo accoppiamento carnale o la coabitazione e il pernottamento dei promessi sposi.
II
Casi riservati, ai quali non è connessa la scomunica.
1 Coloro che bestemmiano Dio o la B. Vergine per perversa consuetudine reiterata in qualsiasi modo per almenob cinque volte.
2 Coloro che commettono un omicidio volontario o mutilazione delle membra; quelli che a ciò danno mandato, decisione o aiuto.
3 Quelli che preparano veleni a danno degli uomini, quelli che già confezionati li danno agli altri o a ciò collaborano in ogni modo, anche senza effetto.
4 I maschi che commettono l’esecranda scelleratezza della Sodomia, anche non perfettac, o si accoppiano con le bestie.
5 Allo stesso modo i maschi che stuprano le consanguinee o le affini in primo o secondo gradod.
6 Non abbiano l’assoluzione i concubini, sia palesi, sia occulti, se non a separazione avvenuta del letto e della casa, si siano astenuti dall’avere rapporti per due mesi o se non risulta certamente o probabilmente che fisicamente o moralmente sono divenuti incapaci ad essere recidivi o che siano sul punto di lì a poco a contrarre matrimonio fra loro.
7 I medici che visitando gli infermi costretti al letto dopo tre giorni dalla visita non abbiano provveduto a che i predetti infermi confessassero i loro peccati al competente confessore, o altrimenti non l’abbiano lasciato secondo i termini della Costituzione di Pio V e Innocenzo XI.
8 Quelli che per qualsiasi motivo osano aprire e leggere le lettere di coloro la cui cura o guida non è di loro pertinenzae.
9 I promessi sposi che dopo il primo annunzio di matrimonio fatto in Chiesa vanno a trovare le loro promesse sposef; i compagnig dei promessi sposi e i genitori delle promesse spose, o chi di loro ha cura, che consentono una visita di tal fatta.
10 Tutti quelli dell’uno e dell’altro sesso che nei giorni Pasquali non abbiano soddisfatto al precetto della comunioneh in Cattedrale o nella propria Parrocchia, oltre al fatto che soggiacciono alla pena dell’interdettoi, secondo il capitolo Omnis utriusque sexus, de poenitentia et remiss.; inoltre non abbiano l’assoluzione se non per facoltà da Noi ottenuta o da Confessori che hanno la facoltà di assolvere nei casi riservati.
Dopo aver affidato alle note le nostre, sempre opinabili, considerazioni, assolviamo alla promessa fatta all’inizio e relativa alla datazione del documento. Intanto la citazione del Conservatorio di S. Maria della Purità ci consente di affermare che esso è posteriore al 1710, anno in cui fu terminata la realizzazione della struttura per volontà di Antonio Sanfelice, vescovo di Nardò dal 2/11/1707 al 1/1/1736. Pensiamo, però, che le disposizioni si possano ascrivere senz’altro all’ultimo quarantennio del secolo perché esse nella forma e nella sostanza ricalcano, parzialmente in compendio, con adattamenti ala realtà locale, in ordine inverso e spesso con fedeltà pure alle virgole, i punti focali del decreto emesso dal papa Clemente XIII nella chiesa di S. Maria Maggiore il 20 dicembre 1759 e destinato al sinodo della chiesa napoletanal:
CASUS RESERVATI IN SYNODO NEAPOLITANA SINE EXCOMMUNICATIONE
1 Blasphemantem Deum, vel B. Virginem ex perversa consuetudine coram pluìribus supra quatuor.
2 Exercentes ppeccatum sodomiae, vel cum brutis coeuntes; ita tamen ut in his luxuriae casibus tantum masculi comprehendantur.
3 Confessarii omnes, etiam curati, ad obscena quaslibet personas sibi frequenter confitentes, licet non immediate post vel ante confessionem, inducentes, seu sollicitantes, vel cum iis quomodolibet impudice tractantes.
4 Medici, qui, visitantes in lectos infirmos, post tres dies a visitatione non curaverint, ut praedicti infirmi peccata sua idoneo confessario confiteantur, aut alias non deseruerint, secundum terminos constitutionum S. Pii V et Innocentii XI.
6 Non absolvantur concubinarii et concubinae, etiamsi excommunicationis sententia in eos lata non fuerit, nisi, facta reali separatione et tori et domus, per duos menses se continuerint, vel nisi certo aut valde probabiliter constet factos physice, vel moraliter impotentes ad reincidendum, aut paulo post esse inter se matrimonium contracturos.
7 Omnes utriusque sexus, qui a dominica palmarum, usque ad diem ascensionis Domini inclusive, paschalis communionis praecepto in cathedrali, vel propria parochia non satisfecerint, interdicti poenam ex cap. Omnis utriusque sexus, de Poenit. et Remiss. ipso facto incurrunt a nobis, sive facultatem a reservatis absolvendi a Nobis, vel vicario Nostro generali habentibus, tantummodo relaxandam, dummodo non fuerint nominatim denuntiati.
……..
CASUS RESERVATI CUM EXCOMMUNICATIONE
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2 Omnes personae utriusque sexus, quae vel per se, vel per alium, sanctissimo altari sacramento, charismate, oleo sancto, sive quacunque alia re consecrata vel ad veneficia, divinationes, sortilegia, aut ad alium usum quam fuerint ordinata, vel instituta, quomodolibet abutantur; omnesque utriusque sexus qui de praedictis ad praedictos fines aliquid sumpserint, vel alicui dederint, aut datum acceperint, etiam abusu minime subsecuto.
3 Omnes utriusque sexus personae, quae daemoni spondent obsequium, thus, et sacrificia offerunt, quamvis absque errore intellectus. Insuper quaecumque sive suo, sive alterius nomine, condunt aut condere faciunt imagines, anulos, aut quodvis aliud arte factum, in quo daemonem costringant.
4 Venefici et veneficae omnes, necromantes, divinatores, sortilegi, lamiae, striges, sive quovis alio nomine nuncupentur, ex utroque sexu, qui cum expressa daemonis invocatione, ad captandam dilectiionem, vel odium concitandum, sive ad inveniendos thesauros, aut ad alium finem quemcumque, utuntur incantationibus, aliisque maleficiis; sive etiam ligaturis, ut a naturali et legitimo matrimonii coniuges avertant…
5 Loquentes sine Nostra, vel vicarii Nostri monialium licentia cum monialibus, in monasteriis etiam exemptis, vel cum aliqua, aut aliquibus earum, etiamsi sit conversa, aut novitia, sive educationis, sive alterius rei causa ibidem commoretur; coniunctis in primo vel secundo consanguinitatis gradu dumtaxat exceptis: declarantes quod qui facultatem obtinuerint loquendi cum aliqua praedictarum, non possit data opera et ex professo cum aliis loqui. Insuper ii praesertim, tam in monasteriis, quam conservatoriis, seu collegiis commorantibus, de rebus obscenis per verba, aut actus impudicos, praesentes egerint, absentes vero per literas, aut internuntios; nec non viri aut mulieres, sive intra sive extra monasterii, vel conservatorii, aut collegii claustra ac septa, qui praedictas literas vel mandata detulerint.
6 Omnes in causa criminali aut civili cum gravi damno alterius falsum deponentes, aut deponendum curantes, nec non inducentes ad falsum deponendum, falsisque testibus, depositionibus, instrumentis, scripturis, tam publicis quam privatis, quomodocumque utentes, directe, vel indirecte, in quavis cura civitatis, et dioecesis neapolitanae. Item quicunque falsum aliquod impedimentum matrimonii dolose abiecerint; nec non consilium vel auxilium ad illud dolose obiiciendum dantes. falsificantes etiam cum gravi damno alterius, vel corrumpentes; falso, aut quae falsum continent, conficientes apochas, syngrapha, vulgo fedi di credito, o polizze notatein fede, sive instrumenta, processus, aut scripturas publicas, et authenticas, aut scienter his utentes, nec non mandantes aut cooperantes. Similiter praesentantes falsum, fictum, aut fiduciarium patrimonium, aut quomodolibet fraudulentum pro ordinibus suscipiendis etiam pro prima clericali tonsura; nec non constituentes, consulentes, aut quomodolibet concurrentes, sive cooperantes. declaramus autem quod clerici praesentantes, quando ab excommunicatione absolvuntur, remaneant ab exercitio susceptorum ordinum susopensi, quam suspensionem nullus, nisi Nos personalite, constituto reali patrimonio, et causa discussa, relaxare valeat. Praeter hos, subactuarii, notarii, scribae, qui cum alterius patri offensione, aut cum reipublicae, aut legalis iustitiae detrimento, dolose auctam, vel diminutam informationem capiunt, et sic dicta testium scribunt; ac nuntii, cursores, aut alias nuncupati, qui in grave tertii praeiudicium falsum in acta referunt.
7 Confessarii omnes, etiam parochi, ad inhonesta personam quamcumque, sive in actu confessionis, sive ante, vel post immediate, aut praetextu, vel occasione confessionis, etiam confesione non secuta, vel extra confessionem in confesionalibus, sollicitantes, aut quomodolibet cum iisdem impudice tractantes. Respectu regularum vero censuram suspensionis ab audiendis confessionibus, quam ipso facto incurrunt, Nobis tantummodo reservamus…
9 Incestus cum coniunctis in primo vel secundo gradu consanguinitatis, vel affinitatis…
11 Homicidia, vel mutilationes membrorum in ipsis ecclesiis, coemeteriis, aut sacristiis, aut publicis oratoriis patrantes.
12 Conficientes cuiuscumque generis venena in hominum perniciem; eadem scienter dantes, apponentes, vel quomodolibet propinantes; sive ad hoc qualitercumque ciioerantes, vel consulentes, etiam non secuto effectu.
13 Cuiusvis conditionis personae, quae libros in civitatem, vel dioecesim introducunt, vel scienter introductos tradunt, aut traditos recipiunt, sive etiam de eadem civitate, et dioecesi extrahunt, priusquam a deputatis nostris fuerint recogniti; similiter bibliopolae, qui bibliothecas emunt, non exhibito prius praedictis deputatis emptorum librorum catalogo; transgressores autem, etiam de Nostra licentia numquam absolvantur, quoad usque libros sine praedictis requisitis introductos, aut emptos, recognitioni subiecerint; typographi similiter, et eorum operarii, qui sine Nostra vel vicarii Nostri licentia libros aut cuiuscumque generis folia imprimunt; praeterea auctores eoru, si typis mandent,vel quicunque mandari faciunt.
15 Falsarii monetarum videlicet ii qui monetas quomodocumque vitiant, nimirum, vel eas diminuendo, vel fundendo, aut imprimendo cum deteriori liga, aut sine legitimo principis sigillo.
16 Sponsi et sponsae post contracta sponsalia etiam privata inter se, et ante matrimonium legitime celebratum, carnalem inter se copulam habentes; nec non parentes, consangionei, et affines omnes, aut quicumque domus curas habentes, eamdem carnalem copulam, vel sponsorum cohabitationem, vel pernoctationem, etiam pro una vice permittentes.
Se le identità formali attestano il ricalco delle disposizioni neretine dal decreto papale (le formule più o meno stereotipe sono esistite, si può dire, dai tempi di Omero e Clemente XIII si sarà rifatto ad un modello anteriore) è sul piano della sostanza che si avverte la divaricazione temporale; ci ha colpiti, in particolare, la censura sull’ingresso dei libri nella città e nella diocesi, nonché, la loro uscita e, forma ancora più grave, quella sulla stampa.
Ci sembra irrilevante, poi, il maggior peso dato nel decreto papale ai reati di truffa, falsificazione, coniazione e spaccio di moneta falsa, nonché lo spazio dedicato pure a maghi, indovini e simili: a meno che non si voglia ancora cedere al luogo comune che vede in Napoli il modello di simili comportamenti scorretti, questi sì, purtroppo, ormai comuni a tutta la penisola e credere che alla fine del ‘700, invece, a Nardò…
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*Testo originale latino:
CASUS RESERVATI IN DIOECESI NERITINA
I
Casus reservati, quibus adnexa est excommunicatio ipso facto.
1 Omnes personae, quae vel per se, vel per alium, Sanctissimo Eucharistiae Sacramento, Crismate, Oleo Sancto, sive quacumque alia re consecrata, aut Sacramentalibus, sd veneficia, divinatiiones, sortilegia, aut ad usum aliquem diversum ab eo, ad quem sunt ordinata, quomodolibet abutuntur, quive de praedictis ad expositos fines aliquod alicui dederint, aut acceperint, etiamsi abusus aliquis inde sit minime secutus.
2 Omnes utriusque sexus personae, quae doemoni spondent obsequium, thus, et sacrificia offerunt, quamvis absque errore intellectus. Insuper quicumque sive suo, sive alterius nomine condunt, aut condere faciunt imagines, annulos, aut quodvis aliud artefactum, quo d doemonem vocent, vel constringant.
3 Qui ad monasterium Monialium nostrae huius Civitatis, absque nostra licentia, accedere ausi fuerint ad colloquendum cum aliqua earum, etiamsi Novitia sit, aut Conversa, aut quae educationis, vel alterius rei causa ibidem commoretur, coniunctis primo, vel secundo consanguinitatis gradu dumtaxat exceptis. Declarantes praeterea, eum qui facultatem obtinuerit colloquendi cum praedictarum aliqua, non posse data opera cum aliis colloqui. Insuper ii, qui tam in Monasterio praedicto, quam in Conservatorio S. Mariae Puritatis de rebus obscoenis per verba, aut actus impudicos praesentes egerint, absentes vero per litteras, vel internuncios. Necnon viri, aut mulieres sive intra, sive extra Monasterii, vel Conservatorii septa, qui praedictas literas, vel mandata detulerint.
4 Omnes in causa criminali, aut civili, cum gravi alterius damno, falsum deponentes, aut deponendum curantes: cum damno praedicto falsificantes scripturas, vel corrumpentes; item conficientes falsas apochas, syngraphas, instrumenta, processus, vel scripturas publicas, aut scienter his utentes, necnon mandantes, vel cooperantes. item occupantes scripturas quaslibet ad nostram Ecclesiam, vel Curiam pertinentes, neque restituentes processus nostri Archivii. Praeterea efformantes libellos famosos, vel litteras coecas calumniam continentes; denique imponentes alicui falsum crimen voce, aut scripto apud Regem, vel regios Ministros quoscumque.
5 Facientes dolosas donationes pro ecclesiastico patrimonio ordinandorum, vel quomodolibet ad id consilium, vel operam praestantes. Ordinati autem cum scientia huiusmodi patrimonii, suspensionis poenam statim subeant, ferantque, donec legitimum sibi confecerint patrimonium.
6 Confessarii omnes, etiam parochi, quamcunque earum personarum, quae sibi confitentur, sive in ipso confessionis actu, sive ante, vel postea ad inhonesta sollicitantes, vel quacumque ex ipsa confessione occasione arrepta idipsum tentantes, excommunicationis poenam latae sententiae, ac suspensionis ipso facto incurrant, a qua absolvi nonnisi a nobis postmodum possint.
7 Amoventes terminos, vulgo dictos finete, occupantes bona Ecclesiarum, vel donantes Ecclesiarum reliquias absque Episcopi licentia. Item qui ad inveniendos thesauros, Ecclesias, vel Cappellas, seu ipsarum mures diruunt, pavimenta effodiunt, aut sacras imagines deformant.
8 Homicidia, membrorumque mutilationes in ipsis Ecclesiis, coemeteriis, aut sacrariis patrantes.
9 Sponsi, et sponsae post contracta sponsalia, etiam privata inter se, et ante matrimonium legitime celebratum, carnalem inter se copulam habentes: necnon parentes, consanguinei, et affines omnes, aut quicumque domus curam habentes, eamdem carnalem copulam, vel sponsorum cohabitationem, et pernoctationem, etiam pro una vice permittentes.
II
Casus reservati, quibus adnexa non est excommunicatio.
1 Blasphemantes Deum, vel B. Virginem ex perversa consuetudine, saltem quinque vicibus quocumque modo protracta.
2 Homicidium voluntarium committentes, vel membrorum mutilationem; mandatum, consilium, vel auxilium ad hoc praestantes.
3 Conficientes venena ad hominum perniciem, eadem confecta aliis tradentes, sive ad hoc quomodolibet cooperantes, etiam sine effectu.
4 Mares committentes execrandum scelus Sodomiae, etiam non perfectae, vel cum brutis coeuntes.
5 Mares itidem consanguineas, vel affines in primo, aut secundo gradu carnaliter violantes.
6 Non absolvantur concubinarii, sive publici, sive occulti, nisi facta separatione et tori et domus, per duos menses se continuerint, vel nisi certo, aut probabiliter constet, factos esse physice, vel moraliter impotentes ad recidendum; aut paullo post esse inter se matrimonium contracturos.
7 Medici, qui visitantes in lecto infirmos, post tres dies a visitatione non curaverint, ut praedicti infirmi peccata sua idoneo confessario confiteantur, aut alias non deseruerint ad terminos Constitutionis Pii V, et Innocentii XI.
8 Audentes aperire, ac legere quacunque de causa epistolas eorum, quorum cura, aut regimen ad se non pertinet.
9 Sponsi post primam matrimonii denuntiationem in Ecclesia factam, visitantes sponsas suas; comites sponsorum, parentesque sponsarum, vel earum curatores huiusmodi visitationem permittentes.
10 Omnes utriusque sexus, qui in diebus Paschalibus communionis praecepto in Cathedrali, vel in propria Parochia non satisfecerint, praeter quam quod interdicti poenae subiacent, ex cap. Omnis utriusque sexus, de poenitentia et remiss., non absolvantur postmodum, nisi facultate a Nobis obtenta, vel a Confessariis iam facultatem a reservatis absolvendi obtinentibus.
a La scomunica immediata, excommunicatio ipso facto, era quella comminata direttamente dall’autorità locale (Il Vescovo); scomunica per interposta sentenza, excommunicatio relata (o lata) sententia) era quella comminata dal Papa.
b Questo significa in latino saltem. Ma c’è da chiedersi: il conteggio avveniva sulla scorta della registrazione di testimonianze? E poi: perché non era prevista la scomunica diretta per chi superava la quota delle cinque bestemmie?
c Unione carnale in luogo innaturale fra persone di sesso diverso.
d Si direbbe, opinione ineccepibile da un punto di vista giuridico laico, che l’aggravante dell’incesto renda più grave il reato rispetto allo stupro semplice, tant’è che per quello è prevista la scomunica sententia relata, mentre questo nell’intero documento non è nemmeno contemplato. Si direbbe che la discriminante tra reato e non reato non sia tanto la violenza in sé quanto il concomitante rapporto di parentela: insomma, per dirla (è il caso…) papale papale, vien quasi da concludere che lo strupro all’epoca era considerato un fatto quasi naturale.
e Articolo 15 della nostra Costituzione: La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge. E proprio sulle garanzie stabilite dalla legge, come si sa, è in atto il putiferio…quando solamente due categorie di cittadini non dovrebbero avere paura di intercettazioni telefoniche, riprese audio e video, o altro: quelli affetti da esibizionismo (reale o artefatto) televisivo (e non solo) e gli onesti.
f Senza ironia che sarebbe stupida, perché antistorica: la semplice visita prevede, dunque, la scomunica sententia relata; se poi la visita diventa, per così dire, più lunga e accurata, scatta la scomunica immediata; la gradazione della pena mi pare giusta; peccato che la stessa giustizia non appare applicata, come si è visto in nota 5, nel caso dello stupro/incesto da una parte e stupro dall’altra.
g A differenza di quelli della sposa, sono esonerati da ogni responsabilità di “favoreggiamento” i genitori dello sposo, per il quale rispondono solo gli amici (comites); è evidente da una parte il concetto dell’uomo cacciatore e, in un certo senso, del branco (i cui frutti estremi, lo strupro, ai nostri tempi la cronaca registra giornalmente), dall’altra quello del dovere da parte della donna e, per lei, dei genitori di difenderla dagli attacchi del cacciatore (per quanto riguarda questo punto, quando non sfoci nell’azione vigliacca, altro non dico, prima ricordata, direi che le parti si sono formalmente e sostanzialmente invertite…). Comunque, una conferma alle idee allora vigenti viene anche dal punto 5 della seconda parte (vedi nota n. 4).
h L’iniziale minuscola sarà senz’altro una svista non solo tenendo conto del precedente sinonimo (Santissima Eucaristia) ma anche perché di iniziale maiuscola appaiono corredati non solo i nomi indicanti direttamente o indirettamente uno status (nell’ordine: Monialium, Novitia, Conversa, Ministros, Episcopus, Nobis, Confessariis) ma anche gli edifici o le istituzioni (nell’ordine: Monasterio, Conservatorio, Curiam, Archivii, Ecclesiarum, Ecclesias, Cappellas, Ecclesiis, Cathedrali, Parochia) e, addirittura, un peccato (Sodomiae). Il contesto, oltretutto, impedisce di attribuirgli il significato generico di comunanza.
i In diritto canonico sanzione punitiva con cui si vieta la celebrazione pubblica dei riti sacri in alcuni luoghi o si priva qualcuno del godimento di determinati diritti spirituali, senza però escluderlo dalla comunità ecclesiale.
l Citiamo dalla Theologia Moralis di S. Alfonso Maria de’ Liguori, v. 8°, Besançon, Ant. Montarsolo e Soci., 1828, pagg. 91-95, passim, saltando le parti non comuni.