L’acqua di pioggia e i reflui depurati nelle cave esauste e nelle doline da crollo pure, fresche e dolci acque dei 97 laghetti del Salento leccese
di Antonio Bruno*
È stato pubblicato, il 22 luglio scorso, dalla Regione Puglia, un avviso pubblico per la selezione di interventi volti al recupero ambientale di cave dismesse. Si tratta di risorse derivanti da fondi europei destinati al risanamento e riutilizzo ecosostenibile delle aree estrattive.
Grazie ad una proroga, il termine ultimo per la consegna delle domande di ammissione a contribuzione finanziaria è scaduto alle ore 13 del 19 novembre 2010, se ci fosse un’ulteriore proroga il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li foggi” potrebbe presentare il progetto sintetizzato in questa nota.
Non volevo scrivere di accumulare l’acqua in una delle innumerevoli cave ormai non più utilizzate del Salento leccese, oppure nelle depressioni naturali denominate doline da crollo (cave-collapse sinkholes); intendo lo stoccaggio delle acque di pioggia che, come tutti sappiamo, invece di essere raccolte nelle cave per poi essere utilizzate, penetrano nel terreno o scorrono nel reticolo idrografico fossile per andare a finire giù, sino all’acquifero, che è la falda da cui poi, con le pompe alimentate dall’energia elettrica, che paghiamo a caro prezzo, emungiamo l’acqua che diverrà potabile oppure che utilizzeremo per irrigare le piante.
Non volevo scrivere nemmeno dei reflui urbani che vengono affinati dai depuratori sparsi nel territorio del Salento leccese, che invece di essere raccolti nelle cave abbandonate finiscono a mare, un grande spreco, visto che tutti noi paghiamo all’Acquedotto Pugliese le spese per la depurazione di quelle acque.
Ma poi ho visto sul facebook del Centro Studi Agronomi la foto che Oreste Caroppo, del Forum Ambiente e Salute, ha messo come augurio per San Sidero in Maglie e ho cambiato idea…
Gia! Quella foto mi ha fatto cambiare idea perchè rappresenta un luogo da favola, da sogno, con chiare, fresche e dolci acque che scorrono in un ambiente pieno di vegetazione verde e lussureggiante che dovrebbe essere l’impianto di recapito finale delle acque pluviali della Città di Maglie del Salento leccese (Lecce), nella località archeologica e paesaggistica di San Sidero, nella Dolina di Fauli!
Scrive Oreste Caroppo:
“Riusciremo ad avere nei prossimi anni un paradiso da godere e gustare con gli occhi come quello in foto, ed anche più bello, data la maggiore predisposizione scenica del sito della Dolina di Fauli, nella contrada rurale di San Sidero, in agro di Maglie?!
La Volontà c’è tutta! E l’impegno di tutti non è mancato!
Ora la sensibilità estetica degli amministratori più coinvolti, sono certo, sarà la chiave per la vittoria definitiva di questa importante scommessa di buona politica e di ottima prassi amministrativa del territorio e della ‘cosa pubblica’, della latina ‘res publica’!”
Tradotto significa che il buon Oreste Caroppo si aspetta che a Maglie, in contrada San Sidero, si formi un lago in un parco naturale ed archeologico, per il recapito finale delle acque pluviali!
Poi Oreste Caroppo prosegue scrivendo:
“Anche a Presicce, sempre in provincia di Lecce, ad esempio, si stanno ora predisponendo interventi per le acque pluviali, e non solo, che si inquadrano nel solco della filosofia di‘ingegneria naturalistica inaugurata a Maglie per San Sidero.”
Ma non finisce qui. Massimo Negro sia sul suo blog che su Spigolature Salentine, giornale diretto dall’ottimo dott. Marcello Gaballo di Nardò del Salento leccese, rivela a tutti la posizione dei laghetti di Cutrofiano nel Salento leccese.
Il nostro Massimo Negro, dopo notizie che gli sono giunte in maniera frammentaria e dei tentativi non riusciti, ha fatto una ricerca sul Web 2.0 e ha trovato “il laghetto della Signureddha” che sarebbe proprio a Cutrofiano del Salento leccese.
Scrive nella sua nota:
“Mi inoltro nella campagna, camminando sulla terra rossa e tra le erbacce, scavalco il recinto e dopo pochi passi mi trovo proiettato in un mondo abitato da libellule di vario colore, rane sonnacchiose al sole agostano distese in uno specchio d’acqua verde smeraldo, circondato da canneti e bambù.”
Capite? Nell’afoso agosto del Salento leccese dove il giallo fa da dominatore incontrastato e dove, al massimo, si vede il marrone della terra misto al nero degli incendi c’è una visione da Oasi molto simile a ciò che si aspetta di vedere presto, a Dolina di Fauli, nella contrada rurale di San Sidero, in agro di Maglie il nostro Oreste Caroppo del Forum Ambiente e Salute. E io ti faccio vedere le foto di questo luogo di sogno!
Il nostro amico Massimo Negro continua l’esplorazione e alla fine scopre la bellezza di tre laghi in agro di Cutrofiano del Salento leccese laddove ce ne doveva essere solo uno, quello denominato della “Signureddha”. Ma la mia sorpresa non finisce qui, perchè il nostro Massimo Negro si da una spiegazione per giustificare l’esistenza di questi laghi che potete leggere di seguito:
“Siamo nella zona di Cutrofiano, dove sino a qualche decennio fa era attiva l’estrazione dei mattoni di tufo con la tecnica delle cave ipogee. E’ probabile che alcune cavità sotterranee, forse le cave più antiche e non mappate, nel passato siano crollate e abbiano formato queste depressioni all’interno delle quali si è depositata l’acqua formando questi bellissimi specchi d’acqua. Siamo in una zona attraversata da una delle tanti diramazioni iniziali del Canale dell’Asso.”
Insomma si possono ottenere gli ambienti da sogno dove l’acqua scorre e l’ambiente è verde e lussureggiante se si provvederà a prendere in seria considerazione la mia proposta di ripristino funzionale delle aree di cava.
A chi mai verrebbe in mente di considerare il paesaggio di cava, da sempre sentito come un paesaggio di rifiuto, come qualcosa da proteggere e anzi valorizzare?
Eppure la Convenzione Europea del Paesaggio afferma che non esiste un paesaggio che ha più diritto di tutela di altri ma che tutti devono essere salvaguardati e valorizzati allo stesso modo in quanto costituiscono habitat umano.
Le cave attive in Italia sono 5.725 mentre sono 7.774 quelle dismesse nelle Regioni in cui esiste un monitoraggio. Complessivamente si possono stimare in oltre 10mila quelle abbandonate. Leggendo il rapporto sulle cave stilato da Legambiente per la nostra regione sappiamo che ci sono 617 cave attive ma non sappiamo quante sono quelle dismesse, eppure ognuno di noi, abitante del Salento leccese, conosce le cave non utilizzate nei 97 Comuni del Salento leccese e, anche se ce ne fosse una per Comune, potremmo ottenere 97 laghetti del Salento leccese mettendo in atto la mia proposta.
Ma come dicono i miei amici avvocati, vi è di più, poiché saliremmo a più di cento laghetti de dovessimo ripetere la stessa esperienza con le doline da crollo, anch’esse utilizzabili così come sta accadendo nella Città di Maglie del Salento leccese (Lecce), nella località archeologica e paesaggistica di San Sidero, nella Dolina di Fauli!
Il Sindaco Venneri di Gallipoli del Salento leccese ha più volte proposto che i reflui affinati e le acque di pioggia siano stoccate nelle cave abbandonate poste a poca distanza dal depuratore, ciò che accade a Maglie, a Presicce e a Cutrofiano, dà ragione all’intuizione di questo sindaco illuminato!
L’attività mineraria nel Salento leccese ha sempre avuto un importante significato economico per il territorio, tanto che c’è chi ipotizza che i Messapi fossero un popolo che commerciava la pietra leccese con la Grecia. La mia proposta è la soluzione al problema attuale, che è quello di regolare i rapporti con l’ambiente, il territorio e le comunità locali per il grande impatto che hanno le cave sul territorio sia durante l’attività estrattiva, sia al termine delle concessioni a causa di queste aree, che sono anche fonte di vulnerabilità dell’acquifero calcareo ovvero della falda profonda del Salento leccese.
Quello che ho proposto fa si che per le cave dismesse e per quelle attive, quando avranno finito lo sfruttamento delle aree di escavazione, si attui un piano di recupero ambientale per limitare l’impatto sull’ambiente, per riqualificare le aree, per reinserire le aree nel territorio.
Io propongo di ottenere dei laghetti, come già è accaduto a Cutrofiano del Salento leccese, con il risultato di un ripristino di funzionalità e non con un atto di mascheramento o copertura.
I laghetti del Salento leccese in luogo delle cave e delle doline da crollo sono un paesaggio da tutelare per ristabilire la funzionalità ecologica e faunistica del nostro territorio.
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
Bibliografia
CAMILLO DE DONNO, “Maglie. San Sidero un lago in un parco naturale ed archeologico, per il recapito finale delle acque pluviali!, in La Gazzetta del Mezzoggiorno del 2.10.2010
Cutrofiano. Le perle d’acqua della Signureddha.http://massimonegro.splinder.com/post/23762603/cutrofiano-le-perle-dacqua-della-signureddha
Lisa Zillio, Le cave dismesse: da paesaggio di rifiuto a opportunità di paesaggio
GIANLUCA SELLERI, ROBERTO SALVATI, PAOLO SANSÒ, Doline di crollo (cave-collapse sinkholes) in località “Spedicaturo”, Salento meridionale
Beccarisi L., Delle Rose M., Ernandes P., Napoletano S., Zuccarello V., Distribuzione geografica e stato di conservazione delle doline di crollo della costa jonica salentina (Puglia meridionale)
DELLE ROSE MARCO, FEDERICO ANTONIO & PARISE MARIO, Problematiche connesse a fenomeni di subsistenza carsica e sinkholes in Puglia
Estratto Atti convegno: Ciro Costagliola “L’ingegneria naturalistica nella riqualificazione ambientale delle cave in Campania” – Napoli 12 Giugno 2007
Ne avevo sentito parlare di questo bando e sarebbe interessante capire se qualche comune o privato ne ha approfittato. Inoltre sarebbe interessante capire lo stato delle concessioni di coltivazione per cave non più utilizzate da anni.
I laghetti della zona di Cutrofiano individuati da me sono circa 7 – 8. Le due aree più grandi dovrebbero essere di proprietà comunale. Da capire lo stato del progetto, visto che sembra, dallo stato dei luoghi, languire da un po’ di tempo.
Il recupero delle cave dismesse consentirebbe di creare delle oasi naturalistiche molto suggestive, e molte di queste potrebbero essere sfruttate per la pesca in cava come si usa frequentemente in altre zone d’Italia.
Tra l’altro visto l’uso indiscriminato del territorio salentino, in cui si stanno sempre più riducendo le aree verdi, per assurdo, il recupero di queste cave rappresenterebbe un baluardo contro ogni ulteriore speculazione e, forse, se qualcuno non corre ai ripari, le uniche aree verdi che ci rimarranno in futuro.
Cordialmente
Massimo Negro
Con l’approvazione del Bilancio della Regione Puglia è giunto lo stanziamento di un fondo di 500mila euro finalizzato alla redazione del progetto esecutivo della fitodepurazione e del recapito finale delle acque reflue di Gallipoli nelle cave dismesse “Mater Gratiae”. Vede? Le buone idee camminano da sole, le buone pratiche non le ferma nessuno!
Con la più viva cordialità
antonio bruno
si ma ci vuolo sempre qualcuno che come Antonio Bruno batta e ribatta, che alla fine qualcre risultato si vede!!!
per caso ho consultato il sito riguardo ai finanziamenti per il recupero di cave dismesse. Sono impegnato al recupero di costruzioni rurali poste all’interno di una cava dismessa alla fine dell’ottocento(zona Nardò S.Caterina), costruzioni che erano state ricavate nelle torri di tufo residuate dallo sfruttamento della pietra. Sono presenti numerosi resti delle testimonianze della cava ma interessante la presenza di fossili marini risalenti al periodo pliocenico. Vi sono ancora bandi riguardanti tali recuperi? grazie