di Luigi Scorrano
C’è un’aria fina di primavera e vi si sveglia dentro il desiderio di una bella passeggiata? Il paese non offre molto sotto questo punto di vista. Qualunque passo pone il problema dell’incolumità personale: il pedone è sempre a rischio.
Lasciate pure le solite strade del centro e cercate un luogo appartato ma non proprio nascosto. C’è! Vi svettano alberi superbi, comodi viali vi permettono di camminare senza rischi, una gran quantità di piante fiorite e ben curate rallegra la vista: insomma, c’è quanto si può desiderare per andarsene a braccetto dei propri pensieri. Il luogo spira calma e serenità. Camminandovi, anche se siete da soli, vi sembrerà di essere in buona e numerosa compagnia. Non correrete il rischio che qualche seccatore vi capiti tra i piedi. Coloro che vedete hanno tutti un sorriso benevolo, vi guardano con simpatia e si rallegrano di vedervi. Forse soffrono un poco di solitudine e non gli par vero che nelle loro case silenziose di tanto in tanto risuoni il rumore d’un passo diverso dal loro, ch’è felpato e quasi inaudibile.
Si respira, qui. E vi si gode un panorama stupendo, tanto che quasi quasi nasce un po’ d’invidia per coloro che son venuti ad abitare qui dal momento che godono d’una visione che altri luoghi del paese non potrebbero offrirvi nemmeno a pagarla. Aggirandovi tra le loro abitazioni, generalmente piccole e funzionali, a uno svolto il panorama cambia e vi offre sempre nuovi scorci, nuove vedute. Sicché l’andare a spasso qui dona anche qualcosa di sorprendente. Lontane ondulano propaggini di colline, che forse sognarono d’essere monti; macchie d’olivi ben coltivati punteggiano di verdegrigio il paesaggio; nei campi le piante stagionali hanno un colore fresco e tutti quei colori si distinguono e si mescolano, e le case bianche o di vivaci colori sono come tanti segnaposto sulla gran tavola imbandita per l’occhio dalla natura.
Ma è all’interno di questo luogo che vale la pena di soffermarsi. Se ne incontra di gente! Qui, però, ciascuno osserva una misura di discrezione che cerchereste invano nella vita quotidiana, dove domina sempre più la colonna sonora gridata delle trasmissioni televisive o di altri equivalenti. Qui c’è una pace che chi se l’è conquistata sa che nessuno può rubargliela! E allora vien forse in mente che, intanto, quella pace è bene cominciare a capirla. Le persone che fanno compagnia al passeggiatore solitario (oh romantico promeneur solitaire!) quasi invitano, guardandovi, a restare almeno un po’ con loro: non per sempre, sia chiaro, ma almeno per un poco. Per il sempre ci sarà tempo! Voi le guardate, quelle persone, e anche quelle che non conoscete personalmente ricordate d’averle incontrate in qualche occasione, e un po’ vi meravigliate nel constatare il loro trasferimento. Ma non le avevate viste appena ieri, o ier l’altro? Vi accorgete, allora, che la passeggiata vi risveglia dentro un senso del tempo ch’è diverso da quello abituale, da quello quotidiano, sempre così affannosamente consumato. E desiderate, perciò, di godere ancora un poco della pace che trovate sul vostro cammino in quella passeggiata.
Dov’è questo luogo meraviglioso? vi chiederete anche, una volta finita la passeggiata, lasciandovelo alle spalle. Vi sembrerà di dovervi studiare la mappa del paese per ritrovarlo. Ma se volete fare un poco più in fretta basta ricordare che la zona in cui si trova confina con quello che, un tantino pomposamente, è chiamato “palazzo di città”.
Se i due luoghi abbiano qualcosa in comune, o facciano una cosa sola, onestamente non sapremmo dirlo.