di Gianni Ferraris
Ogni volta che ci passavo davanti non potevo non guardare quella stupenda insegna “Tipografia del Commercio”, ho poi scoperto che prima si chiamava tipografia “La Teatrale”, nel centro storico di Lecce. All’interno ci sono pezzi di storia leccese appesa ai muri. Campagne elettorali, festività religiose : Oronzo, Giusto e Fortunato. E altre ancora. Roba d’epoca. E, mi raccontano di un maxi manifesto ante litteram per pubblicizzare uno spettacolo di Totò, molto più grande degli attuali 6 x 3.
Antonio Buttazzo, il tipografo che con testardaggine continuava ad utilizzare attrezzature antiche e sicure, ne era l’anima.
Arte e artigianato che si fondono e si confondono. Il tipografo era compositore, doveva avere intuito e creatività per mettere assieme colori e caratteri. E come lui tutti gli artigiani di un tempo che si dedicavano alla ricerca, si fabbricavano, molto spesso, gli strumenti del mestiere, proprio come lo scultore o il pittore che deve essere, prima di tutto, artigiano, imparare gli strumenti del mestiere.
Il volume presentato ieri sera nel fojer del teatro greco, a Lecce, è la sua storia. Si tratta, in sostanza, della summa, non gli atti, di un convegno realizzato nel 50° anniversario della morte di Antonio (29 maggio 1957) ed è curato da Alberto Buttazzo e Maurizio Nocera . Non sono gli atti del convegno in quanto il volume è arricchito da numerose altre testimonianze e da una ricca iconografia. Importante anche la presenza di relatori, oltre il saluto del sindaco di Lecce e di altri politici, sono intervenuti: Carlo Alberto Augeri, docente dell’Università del Salento – Gianni Carluccio, responsabile dell’archivio Tito Schipa – Giovanni Invitto, Preside della facoltà di scienze dell’informazione dell’Università del Salento – Alessandro Laporta, direttore della Biblioteca Provinciale “N. Bernardini” – Massimo Gatta, della Biblioteca dell’Università degli Studi del Molise.
Alberto Buttazzo Tipografo a Lecce
Edizioni Milella, € 12