di Stefano Donno
Emanuele Spano. Classe 1978. Il suo background affonda le radici e
prende corpo a partire da due esperienze ad alto potenziale di
“creatività”: il FORMA ovvero il Centro Internazionale di Fotografia e
la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA).
Per descrivere in cosa eccelle o cosa è in grado di realizzare, non
basterebbe un anno intero, proviamo a sintetizzare in poche immagini.
Emanuele Spano è visual designer, photographer, street photographer e
molto, molto di più. Con l’architetto Yona Friedman, realizza per il
Mart di Rovereto una casa/installazione di origami. Nel suo entourage
circolano nomi “immensi” come Peter Gehrke o Eikoh Hosoe. È stato
assistente/fotografo ufficiale per campagne pubblicitarie di aziende
del calibro di Armani, Yamamay, Richmond. Ha vinto diversi premi di
importanza nazionale e internazionale, suoi lavori compaiono nelle più
prestigiose e autorevoli pubblicazioni a livello mondiale del settore
fotografico e del design. A partire dal 2008 il pulsare della sua
incontenibile voglia di manipolare e realizzare nuovi linguaggi
artistici, lo portano a creare “I’M WHERE I LIVE” a vera e propria
factory presente a Muro Leccese, a pochi chilometri dal capoluogo
salentino.
Un concetto di biocompatibilità tra arte e vita, un vero e proprio
biospazio dove il concetto stesso di factory si trasforma in pura
funzionalità, comfort e bellezza. Uno spazio vitale che è anche
showroom e allo stesso tempo laboratorio, studio, fabbrica artistica e
atelier post-moderno.
“I’M WHERE I LIVE”, questo nome evocativo che è anche un habitat di
vita nasce grazie a uno spunto di della grande Marina Carrara
direttrice della storica rivista CASAVIVA.
Ora Emanuele Spano sta lavorando ad un progetto per immagini di
“eco-visione” dove l’obiettivo cattura ombre, immagini, colori, quasi
fosse senziente. Un progetto di intelligenza naturale della
fotografia.