di Armando Polito
Culùmbu è il fico fiorone e l’idea del fiore è alla base della sua etimologia: dal latino corýmbu(m)= infiorescenza a grappolo, dal greco kòrumbos con lo stesso significato. La voce, insieme a milungiàna, è usata anche nel significato traslato di bernoccolo.
Sculumbàre=ridurre a mal partito con le percosse. Il Rohlfs non propone etimologia ma nella definizione mette in campo il sinonimo slombare e, perciò, debbo intendere che per lui anche per la voce dialettale la base è lombo; ritengo l’ipotesi improbabile perché non spiega –cu– e d’altra parte non conosco (né lui registra) per il Salento un prefisso scu– (frutto, magari, della fusione di due preposizioni); quando questo nesso compare è sempre scindibile in una s– (dal latino ex) estrattiva o rafforzativa, mentre –cu– fa sempre parte della parola base. Il Garrisi, invece, si mette al sicuro affermando che la voce è “dall’incrocio tra leccese culu, culummu e italiano lombo” (melius abundare quam deficere).
1 Finalmente ho scoperto chi mi fotte i fioroni…scendi perché ti devo fare un bel servizio!
2 Facciamo così: se riesci a dirmi quello che vuoi farmi con due parole che abbiano la stessa radice, io scenderò. Sennò mi lasci andare…
3 Per i fioroni che mi hai fottuto voglio slombarti bello bello.
4 Culùmbu e sculumbàre non sono per niente parenti. Hai sbagliato, perciò lasciami andare!
5 Vatti a leggere quello che ha scritto ieri il professore Polito su Spigolature salentine. Il Garrisi non esclude un incrocio e perciò culumbu e sculumbàre sono parenti .E poi quest’albero l’ho innestato io: più incrocio di così? E adesso scendi!
6 Se gli dico che il Rohlfs non convince, che Garrisi si è sbagliato e che Polito non capisce niente, questo forse mi ammazza sull’albero. Ho deciso: scendo!
7 Per sicurezza prima mi ha slombato, poi mi ha fatto spuntare i bernoccoli in fronte. Per una settimana non voglio sentire nemmeno parlare di etimologia!
*Il post, originariamente con titolo diverso, è del professore, le vignette del contadino, che ha provveduto ad inviarle in redazione il giorno dopo che il fattaccio era successo, alle cinque del mattino quando il post cui fa riferimento era stato pubblicato da appena due minuti e, presumibilmente, solo lui l’aveva letto; la redazione lo ha immediatamente e sadicamente ripubblicato integrandolo con le vignette e con il nuovo titolo fornito, anch’esso, dal contadino.