Avetrana. Uno stupido ed allucinanante tour dell’orrore

il castello di Avetrana

di Raimondo Rodia

Pochi cenni su Avetrana, il piccolo paese in provincia di Taranto ed  incuneato tra le provincie di Brindisi e Lecce, di cui tanto si parla nelle cronachew nazionali. Lo faccio per reazione allo stupido ed allucinanante tour dell’orrore dei luoghi che hanno visto protagonista Sarah Scazzi. In questo mia prima lettera vi faccio accenno ad un pò di storia .
Il territorio di Avetrana, immerso un tempo nella grande foresta oritana di cui oggi rimangono residui il Bosco di S. Martino e quello di Motunato, fu certo un luogo ideale per favorire i primi insediamenti umani: le grotte che si affacciano sulle sponde del canale di S. Martino e la grotta di Villanova-Spècchia Rascìna testimoniano, con quanto in esse rinvenuto, presenze umane fin dal VI-V millennio a.C. e forse provenienti dal materano. Si giunge poi fino all’età del bronzo (XI- I millennio a.C.) senza apprezzabili soluzioni di continuità (vedi Monti della Marina, Masseria Sinfaròsa, Spècchia Crocècchia oggi localmente nota col nome di “Turrinu” ed altri).
chiesa parrocchiale di Avetrana
Resta ancora inspiegabile una struttura in cima ai Monti della Marina che alcuni vogliono essere i resti di una antica torre d’avvistamento messapica. Chiusasi la fase protostorica si giunge alla presenza della espansione latina (in genere tra i secoli. IV e I a.C.) come ad esempio in contrada S. Francesco, poco a nord di Avetrana, ove si sono rinvenute le fondamenta di un’antica fattoria romana, oggi obliterate in attesa di un piano di recupero turistico .
All’alba dell’alto medioevo il territorio appare occupato da alcuni villaggi, tra i quali emergono, per citarne alcuni: S. Maria, S. Giorgio e Motunato (corrispondenti ai tre colli rappresentati nella stemma comunale).
Fatti più o meno fantasiosi o più meno leggendari vogliono che l’antica Avetrana sia stata fondata dal concorso di gente proveniente dai casali circumvicini, assaltati dalla furia distruttrice delle invasioni saracene del IX sec. d.C. e per trovare qui riparo all’ombra del grande “Torrione”. Varie osservazioni ci permettono di dissentire. Basti considerare che il Torrione è certamente di epoca non anteriore al XIV sec.; ancor più striderebbe l’ evento se fosse avvalorata l’ipotesi che i vani ipogei posti alla base della torre rotonda e che si aprono sul fossato fossero in realtà antichissimi abituri.
Da allora vari signori si succedono nel possesso del piccolo “casale” che, solo con l’avvento dei Pagano (1481, secondo altri nel 1507), diverrà “Terra”, ossia borgo fortificato da mura di cui oggi sopravanzano pochissimi monconi.
Ai Pagano succedono gli Albrizi e nel 1651 (?) i Romano. Con l’estinzione di quest’ultimo casato il feudo di Avetrana passa agli Imperiale, già signori del suffeudo di Modunato.
Gli Imperiale, famiglia di origine genovese. sono signori di vastissimi feudi a cavallo tra le province attuali di Taranto e di Brindisi (in merito, vale la pena visitare Francavilla ed Oria) tanto che si fregiano del titolo di Prìncipi di Francavilla e Marchesi di Oria.
La storia feudale di Avetrana termina con l’estinzione degli Imperiale-Francavilla (1782).
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