San Pelino, vescovo
di frà Angelo de Padova
L’episcopato di Pelino va inquadrato nella temperie culturale del settimo secolo, negli anni che immediatamente precedono la distruzione longobarda di Brindisi del 674. Pelino, monaco basiliano formatosi in Durazzo (Albania), si trasferisce in Brindisi, coi siri Gorgonio e Sebastio e col suo discepolo Ciprio, in quanto non aderente al Tipo ossia all’editto dogmatico voluto dall’imperatore bizantino Costante II nel 648.
Durante l’anno successivo il pontefice Martino scomunica gli autori della nuova eresia; il papa deve, per questo, subire l’arresto, la deportazione a Costantinopoli e l’esilio a Cherson in Crimea ove muore fra il 655 e il 656. Ferme opposizioni al Tipo si ebbero anche in oriente. Pelino, coi suoi compagni, è anch’egli difensore dell’ortodossia e in Brindisi, i cui vescovi venivano confermati da Roma, pensa di trovare un asilo sicuro. Deve tuttavia accorgersi che non è così; il vescovo Proculus pare sulle posizioni concilianti che già erano state proprie del pontefice Onorio I.
L’arrivo dei profughi albanesi, su posizioni molto radicali, non consente tuttavia una politica di mediazione. Pelino spinge su posizioni chiare in difesa dell’ortodossia. Proculus, con procedura inconsueta, associa allora il nuovo venuto nell’episcopato designandolo quale suo successore. A tal fine è richiesto l’avallo papale; i sinodi avevano infatti contrastato ogni tentativo dei vescovi di designarsi un successore.
La disposizione con cui Proculus aveva designato il proprio arcidiacono Pelino all’immediata successione aveva dunque bisogno dell’avallo diretto del papa. Ottenuta la desiderata conferma, seguita la morte di Proculus, il non ancora quarantenne Pelino assume la dignità episcopale; si mostra, in questa veste, fermo e intransigente innanzi ai funzionari imperiali che, infine, lo allontanano dalla cattedra brindisina.
Deportato a Corfinio, viene qui condannato a morte e ucciso probabilmente nel 662, il 5 dicembre, con Sebastio e Gorgonio, archivisti della sede episcopale di Brindisi. Da qui il vasto culto che negli Abruzzi è riservato al santo: patrono della diocesi di Valva – Sulmona, dedicatario della basilica di Corfinio e di un paese nella diocesi dei Marsi.
La vita di san Pelino ha una prima redazione già nel VII secolo, allorché Ciprio, eletto dal clero e popolo vescovo di Brindisi, seguita verosimilmente la morte di Costante II nel 668, poté erigere una chiesa in onore del predecessore in cui furono collocate le reliquie di Sebastio e Gorgonio. L’atto sanziona la canonizzazione di Pelino di cui, per l’occasione, sarà stata scritta la vita da proporre come paradigmatica alla popolazione.
Rev.mo Padre,
seguo da tempo con molto interesse il sito della Vostra Basilica Cattedrale, per i legami l’Albania, mia moglie che è di origine arbreshe di Greci-Katundi (Av) mi ha sempre incoraggiato ad approfondire gli studi sull’Albania, in particolare sulla letteratura e sulla storia ecclesiastica.
La comune amicizia, trentennale con D. Antonio Sciarra, Premio Madre Teresa di Calcutta, insignito dal Presidente della Repubblica di Albania, missionario fidei donum nella regione della Zadrima, nonostante la sua malattia, continua a sostenere la Missione Cattolica “Danjel Dajani ” di Blinisht (Leshe) Albania, con numerosi interventi socio-sanitari, religiosi e di promozione sociale e formativa, mi ha permesso di essere legato da vincoli fraterni con la Missione fidei donum e con l’Albania.
Siamo venuti a conoscenza che la Chiesa Cattolica dell’Albania da tempo sostiene l’iniziativa di riappropriarsi dei valori religiosi, una chiesa antica ma che ancora è rinata grazie anche alla testimonianza del “martirio” nel secolo scorso, ed è impegnata nella valorizzazione dei suoi Santi e Figli che hanno onorato con lo spargimento del sangue per l’antica e nuova evangelizzazione.
Mi permetto di chiederLe la cortesia di voler esprimere un Vostro gradimento, da poter inviare successivamente alla Conferenza Episcopale dell’Albania, per la reintroduzione del Vescovo Martire originario di Durazzo, S. Pelino, vescovo della Sede di Brindisi.
E’ in corso uno studio sul santo vescovo S. Pelino e sull’origine del cristianesimo con riferimento alla storia ecclesiastica dell’Albania. Rientra tutto questo nello sforzo della Chiesa albanese, di riappropriarsi delle sue origini, per la nuova evangelizzazione.
Il giorno 8 dicembre 2010, solennità dell’ Immacoltata Concezione è stato chiuso il processo diocesano per la beatificazione dei Santi martiri albanesi,
Tutto farà sperare in bene!
Le chiedo la cortesia di voler sostenere l’iniziativa con una co-partecipazione sia allo studio e sia nel sostenere a livello accademico la proposta di richiesta per la valorizzazione del Santo Vescovo Pelino, da proporre alla Conferenza Episcopale dell’Albania per una possibile reintroduzione del culto nella Terra amata dell’Albania.
Cordialmente
Giovanni Orsogna , vostro fratello diacono permanente
Via torana, 148 B 1
83031 Ariano Irpino (Av)
tel. 0825891854 – 3285522952
http://hirpusmephitis.blogspot.com
p.s. sono graditi anche gli inni, novene del Santo Vescovo Pelino ed ogni altra indicazione, che Lei riterrà opportuno.
pace e bene, ho inoltrato la Sua email alla Curia Arcivescovile di Scutari e a gennaio parlerò direttamente con l’Arcivescovo Mons. MAssafra. auguro ogni bene nel Signore.
fr. Angelo
Carissimo Padre Angelo,
La ringrazio moltissimo per la sua squisita gentilezza e premura, vorrei avere un contatto telefonico e/o email per poter avere una corrispondenza, Sarei felice che poteste collaborare per la relazione biografica e co-firmare lo studio.
Auguro tanta gioia, ace e serenità nel Signore.
Con affetto e gratitudine
Giovanni vostro fratello diacono