San Lorenzo, frate minore cappuccino
di frà Angelo de Padova
Giulio Cesare Russo, nasce a Brindisi i 22 luglio 1559, sul luogo in cui egli stesso volle che sorgesse una chiesa intitolata a S. Maria degli Angeli, da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella.
Frate Lorenzo Russo è a Piacenza malato grave; il duca Ranuccio I di Parma si fa già promettere dai Cappuccini la consegna della salma, da tenere come reliquia. Questo accade nel 1616. Nel 1619 il frate muore a Lisbona, in casa di don Pedro di Toledo, e questi vuole il suo corpo per mandarlo a un monastero della Galizia.
D’altra parte già nel 1601, alla battaglia di Albareale (in Ungheria) contro i Turchi, molti soldati imperiali lo credevano un essere soprannaturale, vedendolo passare disarmato e illeso tra frecce, pallottole e scimitarre, per soccorrere feriti e confortare morenti. Questo frate Lorenzo è principalmente uno studioso, ma le vicende del tempo fanno della sua vita un’avventura continua.
Orfano dei genitori a 14 anni, è accolto da uno zio a Venezia. Studia a Verona e a Padova. Si è fatto cappuccino, nel 1582 è ordinato prete, diventerà Generale dell’Ordine. Lui è uomo da libri, conoscitore eccezionale della Bibbia (che può citare a memoria anche in ebraico), e diviene famoso come predicatore, appunto per la vasta cultura, aiutata poi dalla bella voce e dalla figura imponente.
Lo mandano sulle prime linee più difficili: in Boemia dove in gran parte la popolazione si è staccata dalla Chiesa cattolica. Accolto ostilmente, si dedica a un’intensa predicazione, sostiene controversie, guida l’opera dei Cappuccini. L’evidente coerenza tra le sue parole e la sua vita lo fa rispettare anche da autorevoli avversari. Quando celebra la messa, poi, lo si vede davvero “rivivere” il sacrificio della Croce rinnovato sull’altare: si può respingere la sua fede, ma non si resta indifferenti di fronte al suo modo appassionato di sentirla e di manifestarla. I papi e vari prìncipi europei gli affidano continue missioni diplomatiche. Per tre anni frate Lorenzo rappresenta la Santa Sede in Baviera.
E i napoletani, che non ne possono più del duca di Osuna (viceré spagnolo), vogliono lui come loro ambasciatore presso Filippo III di Spagna. Appunto nel corso di questa missione lo coglie la morte; e immediata si divulga la voce della sua santità.
La causa canonica, però, viene bloccata dai decreti di papa Urbano VIII (1644) che modificano i procedimenti per i santi. Riprenderà nel XVIII secolo, concludendosi con la canonizzazione ad opera di Leone XIII nel 1881. I suoi scritti rimangono inediti fino all’edizione integrale negli anni 1925-1956, in seguito alla quale Giovanni XXIII proclamerà san Lorenzo, Dottore della Chiesa, con la qualifica di doctor apostolicus.