di Massimo Negro
Il gioco della cuccagna è un gioco di destrezza e di forza con l’unico, ma non facile, obiettivo di riuscire a giungere per primi in cima ad un palo e prendere il premio posto sulla sua sommità.
Non è facile. Il palo viene unto di grasso in gran quantità per cui i partecipanti al gioco non hanno nessun appiglio né possono aggrapparsi agevolmente al tronco per riuscire a tirarsi con poca fatica. E’ questo il difficile ma anche il bello del gioco; bello e divertente specialmente per chi è lì da spettatore.
Da piccolo a Tuglie ricordo il palo della cuccagna che veniva posto in Largo Fiera e fissato per terra in posizione perpendicolare rispetto al terreno. Sulla sommità veniva posta della roba da mangiare e i partecipanti, a cui spettava l’arduo compito di giungere in cima, erano divisi in squadra.
Alla base del palo era posta della sabbia con una duplice funzione.
Serviva ad attutire (poco) i colpi di chi cadeva o scendeva velocemente per via del grasso.
Serviva soprattutto per cercare di togliere quanto più grasso possibile dal palo. Dopo la prima tornata quando un po’ tutti i partecipanti erano già ricoperti dalla testa ai piedi di un discreto strato di grasso, la sabbia serviva per aumentare la presa e per cercare di tirar via ancora più grasso nelle tornate successive.
Il tutto avveniva stando ben attenti a non avvantaggiare le squadre avversarie.
Gioco di destrezza, forza ma anche tattica.
Era veramente entusiasmante vedere questi, oserei dire, coraggiosi che, man mano che provavano a salire, si riempivano da capo a piedi di strati di grasso e sabbia. Veramente uno spasso per noi ragazzini.
A Tuglie è un vecchio ricordo, ma in molti paesi resta una tradizione ancora viva. A Noha, frazione di Galatina viene organizzata per il giorno di Pasquetta, in tarda mattinata al termine della fiera dei cavalli. Anche in questo caso il palo è fissato nel terreno. Ma questo accade ancora in altre località del nostro Salento.
A Gallipoli il palo della cuccagna è posto con la base fissata sul molo del porto, sospeso e inclinato sul mare.
Sulla sommità del palo è posta una bandiera. Vince chi per primo riesce a prenderla. Non ci si aggrappa al palo per tirarsi su. Bisogna correre sul palo stando ben attenti, più che a non cadere, soprattutto a come si cade.
Cadere in mare non è un problema, si è in estate, si fa il bagno anche se l’acqua nel porto del Canneto non è certo una delle più pulite per via dei pescherecci che solitamente vi attraccano.
I problemi capitano quando cadendo si urta il palo o peggio ancora se si cade a gambe aperte sul palo. Vi assicuro che succede e dal pubblico, solitamente numerosissimo, si levano grida commosse di sincera partecipazione al “danno”.
Ci sono poi i funamboli del palo della cuccagna. Quelli che non cadono, bensì volano arcuandosi in tuffi spettacolari. I gallipolini li conoscono e li senti mormorare in tono scherzoso “eccu lu solitu!”.
La cuccagna a mare viene svolta nell’ambito della festa di Santa Cristina patrona di Gallipoli il 24 luglio. Quest’anno è stata una giornata molto calda e soleggiata. Per ingannare l’attesa ho gustato una squisita granita al limone, ma chi era sulle barche si è divertito a bagnarsi a vicenda con secchiate d’acqua. La gente presente era numerosissima; sulle barche, lungo il molo e sull’antico ponte, accompagnando i tentativi dei partecipanti con applausi e urla di incitamento.