Le postierle: strette scalinate…verso Mar Piccolo, i vicoli, gli archi
di Daniela Lucaselli
Il borgo antico della storica città dei due Mari, in particolare la cosiddetta parte bassa della città vecchia, è caratterizzato da intriganti e magici vicoli e vicoletti, da case sgarrupate che rendono suggestivo questo particolare pezzo di mondo. Viene spontaneo chiedersi se tale opera, che potremmo definire semplice, ma nello stesso tempo ricercata, sia stata realizzata per far fronte solo ad esigenze di carattere urbanistico o architettonico.
Sfogliando la storia di Taranto l’attenzione si ferma al 927, quando la città fu distrutta dai Saraceni che non lasciarono in piedi alcun edificio, ma solo un polveroso cumulo di pietre. Passarono molti anni e nessun intervento fu fatto. S’avvicinava intanto il tanto temuto anno Mille, in quanto erano tanti coloro che credevano che in quella data sarebbe avvenuta la fine del mondo (Millenarismo). E proprio mentre c’era chi impotente aspettava la fatalità distruttiva, c’era chi invece sentiva dentro di sé affiorare l’energia della vita e sognava una nuova città fiorente.
Fu Niceforo Foca, siamo sempre nel secolo X, ad inviare qualificati tecnici greci per guidare la ricostruzione della città, pianificò l’intervento tenendo conto dell’esperienza, delle circostanze e della tipologia del territorio. L’area dell’antica acropoli, la parte alta della città vecchia, venne ampliata verso Mar Piccolo. L’isola, doveva essere strutturata e di conseguenza salvaguardata e difesa da qualsiasi attacco o sbarco che venisse dal mare; sulla terraferma le case, per essere protette, dovevano essere costruite una vicina all’altra, divise tra loro soltanto da uno spazio utile a garantire il passaggio di una persona alla volta.
Furono ideati, progettati e costruiti così i vicoli, spazi ristrettissimi raramente baciati da un raggio di sole. Sorsero i pittaggi (quartieri), furono costruite casette abitate inizialmente da pescatori e marinai, ma ben presto anche da artigiani, mercanti e negozianti. Vennero edificati archi e postierle, caratteristica quest’ultima alquanto singolare nel suo genere, che rende suggestiva la tipologia urbanistica del nostro centro storico.
Gli archi sono costruzioni in muratura elevate in un piano verticale, che circoscrivono e coprono uno spazio vuoto. Ce ne sono ancora tanti, i più conosciuti sono Arco del Carmine, S. Domenico, S. Martino, S. Giovanni, ma anche Madonna del pozzo e Madonna del Rosario.
La loro denominazione si ricollega a nomi di nobili famiglie dell’aristocrazia tarantina o alle sacre effige che talvolta venivano poste sotto di essi in segno di protezione e devozione popolare.
La postierla (dal latino pistrinum, che significa mulino) mette in comunicazione la parte bassa della città con la parte alta della stessa, è una via in pendio fatta a gradini, è una stretta scalinata, al di sotto della quale c’erano forni e mulini, dove veniva pestato il grano prima della scoperta delle macine. In fondo alle postierle si schiudevano, nelle mura di difesa della città, alcune aperture secondarie di passaggio; probabilmente era uno degli accessi che dalla città fortificata greca conducevano al mare.
In passato la linea di costa era lungo l’attuale via di Mezzo, soltanto in età bizantina, per sopraggiunte esigenze di zone edificabili, fu ampliata sino all’odierna via Garibaldi. Largo Petino è oggi uno dei punti più suggestivi della città vecchia dal quale si può ammirare ad occhio nudo il salto di quota, variabile fra i 9 e i 12 metri, ma che fra Vico Cosa e Arco Cosa raggiunge i 20 metri. Uno scenario incredibilmente stupendo!
Bibliografia
G. Acquaviva, R. Cofano, Guida storica essenziale tarentina, Taranto (2000)
Sempre belli e interessanti gli articoli postati su questo blog!Complimenti alla redazione che li posta con tanta saggezza e a tutti gli autori “ i blogger di spigolature salentine”!
Anche questo articolo ha ristimolato ancora di più la mia curiosità perché ho vissuto in prima persona un’esperienza fantastica, quasi surreale, camminando proprio attraverso i vicoli del borgo antico insieme ad alcune colleghe di corso di Etnologia e Tradizioni popolari di Taranto. Mi piace a questo punto sottolineare la tua competenza, Daniela, soprattutto in questo ambito, Ricordo quel giorno, una bellissima giornata che non dimenticherò, in cui tu hai regalato la tua cultura a tutti noi,frequentanti, con un’escursione del borgo antico , che, sinceramente rifarei, ora più che mai, nuovamente, per condividere ,sul posto, in diretta, “ l’ iter storico del nostro borgo antico, con le sue postierle, i vicoli, gli archi, le strette scalinate” Ciao Daniela, a rileggerti!
Cara Nora vedo con piacere che segui molto attentamente il blog di Spigolature. Constato che l’interesse che ci accosta alle bellezze del nostro territorio è comune a tanti e di questo ne sono entusiasta. Sì ricordo perfettamente le nostre “passeggiate” nei vicoli di Taranto vecchia e ben presto quei ricordi verranno nuovamente vissuti in una nuova “avventura”. A presto e “grazie”.
Interessante la descrizione di questo angolo suggestivo di Taranto. Certo vederli dal vivo è vibrante, ma la descrizione della cara Daniela è altrettanto veritiera e magicamente bella. Finalmente la nostra città sta ritornando a rivivere almeno in queste righe ed immagini.
Ho riassaporato tra queste righe l’incanto e la magia della “città vecchia” nella sua millenaria storia di intatta bellezza.
il centro storico di Taranto è bellissimo…ma illustrato da una competente e preparata come Daniela è tutta un’altra cosa….complimenti alla redazione e ovviamente a Daniela, le cui capacità erano già ben note…
Sì Luca la nostra città deve rivivere; il suo fascino ci cattura come ben hanno condiviso Angelo e Franco che ringrazio di cuore
Taranto vecchia da vivere, anzi da rivivere se fosse completamente ristrutturata e resa fruibile non solo ai turisti ma ai tarantini. Per adesso è godibile solo per “amatori”. Complimenti